Gucci contro Gucci, 2° round

Gucci contro Gucci. 2° round Si allarga il litigio all'interno della nota casa di moda Gucci contro Gucci. 2° round Bloccato su richiesta di Maurizio uno spot televisivo dì Paolo DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — La vicenda «Gucci contro Gucci» si è arricchita di un nuovo episodio: ieri infatti il Giurì dell'Autodisciplina Pubblicitaria, un organismo formato da magistrati del Tribunale di Milano e da esperti e presieduto da Saverio Borrelli, è stato chiamato a decidere su una delle ennesime questioni che dividono da anni i Gucci. Maurizio Gucci si è infatti appellato al Giuri contro uno spot televisivo, trasmesso sui canali privati, nel quale il cugino Paolo Gucci fa pubblicità ad una serie di collezioni da lui firmate, che portano il nome Paolo Gucci, ma che non escono dalla Casa madre Cuccio Gucci Spa. Il Giuri, sentite le parti, ha deciso che la pubblicità fatta da Paolo Gucci è in contrasto con le norme dell'autodisciplina, e ne ha quindi imposto la cessazione. Bisognerà ora attendere la sentenza per capire fino in fondo le motivazione che hanno portato il Giurì a questa posizione, ma intanto cerchiamo di ricostruire le posizioni che hanno condotto i due cugini avversari a misurarsi ieri presso questo «tribunale» non tradizionale. Paolo Gucci da tempo sostiene che. sicco¬ me lui stesso per oltre vent'anni ha «disegnato» in prima persona le linee Gucci, non si vede perchè oggi, uscito dalla azienda di fa miglia in seguito al dissidio con i fratelli e il cugino, non debba continuare a fare il mestiere di designer che ha sempre fatto, firmando i prodotti con suo nome. E' una tesi decisamente avversata da Maurizio Gucci amministratore delegato della azienda di famiglia (pomo della discordia) la Guccio Gucci Spa. Maurizio afferma infatti che ii marchio Cucci oltre a identificarsi.cpn il guore,della pròpria •den"ominazibJhe, sonile, è 'statò ¥egfstrato fin dal 1955, e la protezione è estesa a tutte e 42 le classi merceologiche con ulterio re brevetto. Secondo la tesi di Maurizio, Paolo Gucci, in quanto nipote del fondatore e socio della Guccio Gucci per il 3,3%, è dunque vincolato, ma avrebbe pensato bene di monetizzare il congnome attribuitogli dalla sorte. La difesa di Paolo, patrocinato davanti al Giuri da Maurizio Fusi, ha invece .puntato ieri sulla gravissima violazione dei più elementari diritti personalissimi del suo cliente, ribadendo che la professione di Paolo è quella di «designer e stilista», che egli per vent'anni l'ha esercitata presso la Guccio Gucci.

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