La Farmitalia più ricca cerca il socio americano di Ugo Bertone

La Farmitalia più ricca cerca il socio americano Approvata operazione da 413 miliardi La Farmitalia più ricca cerca il socio americano MILANO — Per Mario Ferrari, presidente Farmitalia, non ci sono alternative. «Per restare in serie A tra le grandi aziende farmaceutiche occorre che la Farmitalia raddoppi il suo fatturato con l'acquisto di società e di nuovi prodotti. Entro P86 la strategia Farmitalia potrebbe già concretizzarsi in diverse operazioni (da New York si segnalano contatti con il colosso Merck). Intanto, il gruppo si è dotato dei mezzi finanziari necessari per sviluppare una politica più aggressiva. Ieri l'assemblea Farmitalia, uno dei «gioielli» Montedison, ha approvato il maxiaumento di capitale che, entro l'estate, consentirà alla società di incassare oltre 413 miliardi. Il consiglio, infatti, ha deciso di stabilire il sovrapprezzo sulle azioni ordinarie e di risparmio di nuova emissione in 4250 lire, ovvero ha scelto, sulla base di valutazioni patrimoniali e di reddito, la strada più onerosa per gli azionisti (il sovrapprezzo poteva variare dalle 3750 alle 4250 lire). E' probabile, dati i risultati lusinghieri dell'85 (utile a livello di gruppo superiore ai 100 miliardi con un incremento del 41%, dividendo di 770 lire in pagamento dal 19 maggio prossimo), che la proposta incontri il favore della Borsa. La Farmitalia (mezzi propri 332 miliardi, saldo finanziario positivo di 126,3 miliardi) appare in grado di generare l'autofinanziamento necessario per sostenere il programma massiccio di ricerca (circa 140 miliardi l'anno, concentrati negli antitumorali e negli antidepressivi). Inoltre va rilevato che l'operazione mista sul capitale (è prevista anche una parte gratuita) verrà garantita da- un consorzio guidato da Mediobanca e l'azionista di maggioranza si è impegnato a sottoscrivere la quota di sua spettanza (circa il 75% del capitale) sia per la parte ordi- naria che per le azioni di risparmio. Si tratta di vedere quali saranno le prossime mosse dell'azionista Montedison. La Farmitalia dipende dalla holding Erbamont, quotata a Wall Street. Pochi giorni fa la Montedison, con un esborso di circa 125 milioni di dollari, ha acquisito il 13% di Erbamont nelle mani della Hercules (con cui è prossima la definizione di una joint-venture nel campo delle fibre e dei film polipropilenici). «E' stato un ottimo affare per entrambi- ha commentato Ferrari. Ora c'è da chiedersi se la Montedison manterrà la sua quota, pari all'84%, nella Erbamont oppure se non userà una parte del pacchetto come moneta di scambio per qualche alleanza di rilievo. In Foro Buonaparte regna la massima riservatezza sul tema ma pare certo che esistano contatti avanzati con un grosso gruppo intenzionato anche a una partecipazione; di rilievo nella stéssa Farmitalia, una delle poche roccaforti della ricerca scientif'ia italiana: nei laboratori di Nerviano (Milano), ove è nata l'adriamicina (il farmaco antitumorale più venduto nel mondo) e ove si stanno concentrando gli sforzi sulle biotecnologie, converge il 20% delle spese per la ricerca farmaceutica italiana. Ugo Bertone Mario Schimberni

Persone citate: Buonaparte, Mario Ferrari, Mario Schimberni

Luoghi citati: Mediobanca, Milano, Nerviano, New York