Pm si ricrede dopo una condanna «Alcune accuse erano ingiuste» di Susanna Marzolla

Pmsi ricrede dopo una condanna «Alcune accuse erano ingiuste» E' Spataro: chiede la revisione del processo per Alunni e complici Pmsi ricrede dopo una condanna «Alcune accuse erano ingiuste» MILANO — C'è alla procura generale una richiesta per la revisione parziale di un processo per terrorismo. E a firmarla, caso sinora forse unico nella nostra storia giudiziaria, è lo stesso pubblico ministero che avviò l'inchiesta e chiese e ottenne le condanne di primo grado. Al di là dei fatti oggetto di revisione, è un segnale molto importante perchè il sostituto procuratore Armando Spataro, che ha presentato l'istanza, è uno dèi magistrati milanesi da anni impdknato In "primo planò; WffiwoBflw'ilér terrò-, rismo. Convinto. sostenitore della legislazione a favore dei pentiti (fu tra l'altro bersaglio delle polemiche avviate dai socialisti all'epoca del processo Tobagi) non è mai stato'^però'! tènero nei confronti della' dissociazione. E' una premessa d'obbligo perché gli imputati per cui Spataro propone' la revisione sono proprio «dissociati», già militanti nelle formazioni comuniste combattenti, che hanno subito pesanti condanne diventate definitive con sentenza di Cassazione nell'aprile del 1983. Si tratta di Corrado Alunni, condannato a 29 anni; Antonio Marocco (28 anni):- Fabio Brusa e Gianantonio Zanetti, che hanno avuto entrambi 27 anni; Pietro Guido Felice (25 anni); Marra Rosa Bel Ioli (24 anni); le sorelle Maria Teresa e Marina Zoni condannate rispettivamente a 26 e 15 anni di reclusione. Il primo processo alle Fcc è del 1980: il pubblico ministero era appunto Armando Spataro, mentre l'istruttoria era stata condotta da Guido Galli, ucciso da Prima Linea. 'Bisogna ritornare a quell'epoca — spiega Spataro — quando non c'era ancora il fenomeno dei pentiti e gli inquirenti si muovevano con difficoltà nel capire chi c'era dietro le varie sigle terroristiche. Si sapeva, ad esempio, che il gruppo di Alunni e Prima Linea non erano la stessa cosa, ma sulla responsabilità dei singoli episodi c'era ancora confusione. Una confusione che gli imputati, lo hanno riconosciuto loro stessi, non hanno certo contribuito ad eliminare con il loro comportamento al processo». Le cronache di allora riportano infatti le minacce, le ricusazioni degli avvocati, i rifiuti di rispondere: tutto il rituale che accompagnava i processi per terrorismo. Un comportaménto che prosegue anche nel primo processo Tobagi, in cui gli stessi imputati sono nuovamente dietro le sbarre. Il cambiamento avviene nell'84, con la «dissociazione» dalla lotta armata. Ma nel frattempo le condanne sono diventate definitive. E' Fabio Brusa a prendere l'iniziativa, a chiedere e ottenere colloqui con Spataro. Al magistrato sottolinea la pesantezza di quelle condanne, il fatto che esse erano 'frutto del clima di quegli anni», si dice estraneo a certi episodi e domanda se esista qualche spiraglio per diminuire le pene. Il magistrato, con pazienza, riprende in mano gli atti processuali e scopre che effettivamente alcuni fatti (una rapina, la devastazione della sede dell'Unione Commercianti a Milano) erano stati erroneamente attributi alle Fcc ed anche altri terroristi erano stati nel frattempo condannati per quelle azioni. Anche per un feri¬ mento (quello del dottor Marchetti, responsabile dei servizi sanitari di San Vittore) due imputati. Zanetti e Belloli. erano innocenti poiché non avevano mai aderito ai reparti comunisti d'attacco, responsabili dell'agguato. Precedendo gli imputati e i loro difensori, Spataro invia la «segnalazione» alla procura generale, che in base al codice deve promuovere l'eventuale revisione del processo, •Ritengo giusto e doveroso — scrive il magistrato —'- segnalare le condanne che à mio avviso risultano erroneamente inflitte, contraddette da prove sopravvenute dopo la condanna di primo e secondo grado e comunque non prese in esame durante i due giudizi di merito». L'istanza di Spataro è affiancata, per ora. solo da quella di Fabio Brusa che chiede anche la revisione per un reato di banda armata. A seguire la pratica è Gerardo D'Ambrosio che sostenne l'accusa durante il processo d'appello al Fcc. Non sembrano esserci dubbi sul fatto che la richiesta di revisione sarà trasmesaa alla Cassazione. Sull'accoglimento dell'istanza da parte di quest'ultima, sui tempi e su quale potrà essere la reale riduzione di pena, tutto è da verificare. Ma intanto il segnale, importante, rimane. Susanna Marzolla Armando Spataro

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