Anna Bonomi coinvolta nel crack Ambrosiano
Anna Bonomi coinvolta nel crack Ambrosiano Domani sarà interrogata dal giudice a Milano Anna Bonomi coinvolta nel crack Ambrosiano DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — Anche Anna Bonomi, ex prima donna della finanza italiana, è rimasta invischiata nel crack del Banco Ambrosiano: domani mattina si presenterà al Palazzo di giustizia di Milano insieme all'avvocato Federico Stella per essere interrogata dai giudici istruttori Antonio Pizzi e Renato Bricchetti, in merito alla bancarotta dell'istituto di credito di Roberto Calvi. Qualche giorno fa Anna Monomi, che solitamente risiède in una bella vili* tra Ginevra e Losanna, è stata raggiunta da una comunicazione giudiziaria nella quale viene ipotizzato nei suoi confronti il reato di concorso in bancarotta fraudolenta. I fatti, secondo quanto è stato possibile accertare da fonti giudiziarie di solito bene informate, si sarebbero svolti nel febbraio del 1982, quando il banchiere — ormai nel mirino della Banca d'Italia (che gli stava controllando i conti), ma non ancora estromesso dai vertici dell'istituto — decise di dar esecuzione ad una serie di operazioni estero su estero per sistemare alcune posizioni finanziarie. Il 9 febbraio dal Banco Ambrosiano Overseas di Nassau parti un telex con ordini di accredito per 14 milioni di dollari in favore' di alcuni conti presso banche svizzere. A Nassau, va ricordato, Calvi effettuava le compensazioni più delicate e custodiva anche 11 suo archivio privato. Di questa somma, una tranche di due milioni di dollari (circa 2 miliardi e mezzo di lire dell'epoca) venne accreditata su un conto acceso presso la Banca Svizzera di Depositi e Gestione, una piccola banca privata con sede a Lugano, in piazza della Riforma 3. Il conto, secondo le indiscrezioni, apparterrebbe ad Anna Bonomi. Sin qui i fatti contestati. Ora gli inquirenti vogliono accertare se effettivamente il conto fosse a disposizione della signora Bonomi, nel qual caso potrebbe scattare la trappola della costituzione di fondi all'estero (proibita dalla legge 159) e, in questo caso, per quale ragione Roberto Calvi abbia fatto accreditare in favore della Bonomi due milioni di dollari provenienti dalle casse dell'Ambrosiano. Resta comunque strano il fatto che il caso di Anna Bonomi venga alla ribalta proprio ora,, cioè a distanza' di quasi4.anni dal crack:, segno questo che ai magistrati sono arrivati recentemente nuovi documenti in grado di fare luce su episodi ancora non chiariti. Va ricordato ancora che, per operazioni similari, alcuni protagonosti del caso Calvi — da Flavio Carboni a Maurizio Mazzotta e Francesco Pazienza — sono attualmente indiziati di concorso in bancarotta. Anna Bonomi, un tempo protagonista di tanti episodi della vita finanziaria italiana, si è ormai ritirata dagli affari di famiglia, che sono gestiti dal figlio Carlo. Un anno fa, però, all'epoca della scalata alla holding di famiglia, la Bi-Invest, la signora Bonomi, quasi a riprova del suo temperamento combattivo, tentò una controffensiva di Borsa che venne comunque ribattuta sul nascere. Anna Bonomi Bolchini
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