Cossiga d'accordo: le coste vanno protette di Luca Giurato

Cossiga d'accordo: le coste vanno protette L'attacco a Lampedusa cancella subito malumori e contrasti fra i partiti Cossiga d'accordo: le coste vanno protette La linea saia scelta oggi al Consiglio di Difesa - Perplessità tra ì politici: le Forze armate possono respingere un blitz libico? ROMA — L'attacco a Lampedusa ha fatto immediatamente rientrare i malumori e i contrasti emersi ieri tra le forze politiche dopo il «disaccordo» annunciato da Craxi alla Camera sull'azione Usa. Nel governo, nel Parlamento, nei partiti, nessun dubbio o incertezze su un punto: le coste del nostro Paese, e., Je istallazioni militari, devono essere difese cory ogni mezzo. Cossiga' è d'accordo. Questa linea sarà scelta oggi, ufficialmente, durante la riunione del consiglio della Difesa che è presieduto dal Capo dello Stato. Cossiga è stato costantemente informato de» gli sviluppi della situazione da Craxi e Spadolini. Le perplessità tra le forze politiche nascono. dopo quanto è accaduto a Lampedusa, su altre due questioni. La prima:'.ci' si chiede, ad ogni livèllo, sé. le Forze armate italiane sono veramente in grado di reagire sii tutto il territorio nazionale con l'effi¬ cienza e la tempestività necessarie per fronteggiare un «blitz» libico. Sia al Senato che alla Camera, erano in molti a chiedersi come in un momento di tensione tanto grave Lampedusa sia sembrata «scoperta». La seconda: emerge, tra molti esponenti di partiti di governo, e nel.msi, l'opinione che una semplice nota di protesta consegnata all'ambasciatóre'' libico a Roma sia una reazione troppo blanda e scontata. Qualcuno avanza la richiesta di una immediata espulsione dell'ambasciatore dal nostro Paese. Esponenti del psdi (Longo, Preti) hanno chiesto una convocazione urgente della direzione del partito anche per mettere sotto accusa i rapporti del nostro governo con la Comunità europea. Il ministro Vizzini (psdi) lascia capire in una dichiarazione che «la sicurezza delle popolazioni che più da vicino possono essere interessate ad azioni militari libi¬ cddgtsssdAcp che» non è tutelata. I missini definiscono «vergognosa» la decisione del governo di reagire solo con una nota di protesta. Il sottosegretario alla Presidenza Amato è stato contestato dall'opposizione di destra alla Camera. Come ha detto anche Craxi al Senato, Amato ha invitato a «non creare allarmismi». Ha precisato: «Le Forse armate italiane sono nella condizióne di proteggere con ogni mezzo il nostro Paese». Prima delle gravi notizie da Lampedusa, l'unica voce autorevole che aveva duramente e pubblicamente contestato il «disaccordo» con l'azione Usa annunciato da Craxi alla Camera è stata quella del Presidente della commissione Esteri della Camera, Giorgio La Malfa. «Non sono d'accordo con il Presidente del Consiglio nel suo giudizio di disaccordo — ha dichiarato La Malfa —. Mi sembra un giudizio che non riflette una azione cosi complessa. Egli avrebbe perlomeno dovuto aggiungere che se l'Europa avesse preso un più fermo atteggiamento contro gli attacchi terroristici che hanno colpito cittadini ed interessi americani cosi come cittadini ed interessi di ciascuno dei nostri Paesi, forse oggi la situazione sarebbe diversa». La replica del vicesegretario unico del psi Martelli a La Malfa è stata sarcastica: «L'Europa, Craxi e Spadolini tremano, Giorgio La Malfa è in disaccordo con loro». La scelta del termine «disaccordo», avvenuta durante il Consiglio di Gabinetto, è stata sofferta e tormentata. Nel corso della riunione a Palazzo Chigi, al momento di scegliere il termine per esprimere l'opinione contraria del governo al bombardamento americano, si sono creati due schieramenti. Da una parte. Spadolini. Scalfaro. Nicolazzi e Biondi erano per un termine cauto clMcpasnpdldflclps come «non condividere». Dall'altra, Craxi, Andreotti e Martelli per «disapprovare», cioè per una condanna completa, totale. De Mita non ha appoggiato Andreotti. Ha svolto un'opera di mediazione tra i due fronti. Lo hanno poi seguito, con altrettanta diplomazia. Spadolini e Nicolazzi. Le resistenze di Andreotti e Martelli sono state forti. Alla fine, è stato trovato un «ohorecote compromesso» sul disaccordo. All'uscita, nel cortile di Palazzo Chigi, si è però subito capito che qualcosa, durante la riunione, non era andata per il verso giusto. Per esigenza di realpolitik, nessuno se l'è però sentita di perseverare nei contrasti. I ministri non hanno tuttavia rinunciato a criticare la mancanza di una operante solidarietà a livello europeo. Il pei ha condannato l'attacco americano, ha approvato la linea del governo che «tuttavia giudica debole». Luca Giurato