La rivincita di Boniek di Mario Bianchini

La rivincita di Boniek La rivincita di Boniek «A Torino ero un giocatore chiacchierato ingiustamente, certi traguardi li hanno raggiunti anche grazie a me» - «La Roma è più forte, ma rischierà molto a Como» ROMA — Spavaldo, con una punta d'ironia, Zibì Boniek esce allo scoperto. Nell'animo del polacco riemerge la gran voglia di rivincita attesa con certosina pazienza. «Certo — ammette Boniek — perché ho sempre creduto In me stesso. Ero un trascinatore anche quando giocavo nella Juventus. Certi traguardi sono stati raggiunti pure con la mia carica. Purtroppo ero un giocatore chiacchierato ingiustamente. Decisi di trasferirmi alla Roma, magari rischiando un po', per verificare da che parte stava la ragione. Ma sia chiaro, la mia è una battaglia esclusivamente di carattere sportivo. Sono contento che gli avversari siano i miei .ex compagni, significa che sono ancora protagonisti. Il rapporto con tifosi e giocatori bianconeri è meraviglioso, non voglio guastarlo». Se sarà lo spareggio a decidere, dove bisognerebbe giocare? Risponde il polacco: Non mi interessa il luogo. Fra 21 giorni potrebbe essere diverso, ma al momento possiamo battere ovunque la Juventus. Siamo più forti. Lo abbiamo dimostrato». Boniek non teme che l'eccessivo ottimismo dell'ambiente possa influire negativamente sul delicato momento della Roma? «Non scherziamo — ribatte con tono risentito — noi giocatori viviamo nella perfetta consapevolezza di giocare bene. E' solo merito nostro se siamo in testa alla classifica. Ci fa piacere ricordare — aggiunge ironicamente — che non abbiamo mai chiesto favori ad altri. Invece i bianconeri spesso si sono augurati che i nostri avversari ci facessero lo sgambetto. Questo è un chiaro segno della loro debolezza». Calendario alla mano, che pronostico fa sulle due gare che restano da disputare? «Io credo che noi della Roma rischieremo molto a Como. Non ci regaleranno nulla, dicono che Marchesi sarà il fu turo tecnico bianconero» Quali sono le cause del cedimento juventino? Boniek ha saputo qualcosa dall'amico Platini? Domande imbarazzanti che il polacco tenta abilmente di dribblare: «Non posso pronunciarmi su fatti che non conosco e neppure mi interessano. Mi basta soltanto che queste cause negative durino il più a lungo possibile. Con Michel in questi ultimi tempi ci siamo sentiti poco. Gli impegni professionali hanno preso una piega che ci impedisce di scherzare. Ma siamo sempre grandi amici, parliamo soltanto dei nostri fatti privati». Quale è il segreto di questa Roma? Risponde: «Dopo l'inizio incerto il presidente e lo stesso Eriksson consideravano un grande successo poter raggiungere un piazzamento da Coppa Uefa. Quel traguardo minimo mi ha ferito dentro, anche i compagni Intuivano di essere più forti di quanto stava esprimendo la classifica. Ci siamo parlati. Abbiamo stabilito un accordo che adesso non è più segreto. Ci alleniamo dal mattino alla sera. C'è il gruppo, la voglia di arrivare. Difficilmente riusciranno a fermarci». Una domanda secca: chi vincerà lo scudetto? «Per quanto mi riguarda non ho dubbi». Boniek non vuole aggiungere altro, affidando la risposta al suo enigmatico sorriso. Intanto la Roma di fede giallorossa festeggia l'aggancio della Juve in un'atmosfera di sfrenata euforia. Gli umori dell'ambiente non sembrano però graditi a Eriksson che si chiude a doppia mandata nel guscio della prudenza. Lo svedese sembra la copia esatta di Liedholm. Difende la Juventus, si dice contento se il campionato finirà a pari punti e auspica uno spareggio a S. Siro. Mario Bianchini

Persone citate: Boniek, Eriksson, Liedholm, Marchesi

Luoghi citati: Como, Roma, Torino