Dobbiamo segnare almeno on gol

Dobbiamo segnare almeno on gol Dobbiamo segnare almeno on gol E' il convinto parere di Rummenigge, le cui probabilità di giocare sono salite al 70 per cento DAL NOSTRO INVIATO imDAL NOSTRO INVIATO MADRID — L'Inter è tornata sulle orme del suo passato, alla ricerca della finale perduta. Ma stavolta ha portato con sé. a differenza di quanto capitò l'anno scorso, la consapevolezza degli errori commessi. L'esperienza, dicono in coro i nerazzurri, sarà domani l'arma vincente contro il Real. -Dobbiamo andare in finale — ha spiegato il presidente Pellegrini —, dobbiamo giocare senza pensare ai due gol di vantaggio, dobbiamo lottare e combattere, spendere ogni briciola di energia, uscire dal campo con la coscienza di aver dato tutto per l'Inter». E' un imperativo davvero categorico, ed i giocatori hanno sposato la tesi. Ha detto Fanna. parlando a nome di tutti: -Può sembrare un paradosso, però siamo venuti a Madrid per vincere-. Non come l'anno passato, difesa passiva e tre gol sul groppone, l'Inter sa che per arrivare in finale deve andare all'attacco e segnare. Questa è la parola d'ordine, che poi le cose vadano esattamente cosi è un altro discorso: ma ci pare già importante la mentalità, l'atteggiamento dicia¬ mpnllannbllnvv•tnaasppvnmbpisaznqnvict mo posi t.pnrien riaventi a mo cosi teorico davanti alla partita. L'Inter è sbarcata a Madrid nel pomeriggio in buona salute. Ci riferiamo al morale, la sconfitta con il Torino è finita subito nel cassetto dove i nerazzurri hanno chiuso, buttando via la chiave, tutte le amarezze (e sono tante) del loro deludentissimo campionato. La notizia che ha sollevato lo spirito della truppa è venuta da Rummenigge. • Sono fiducioso — ha detto il tedesco —perché da due giorni riesco ad allenarmi sema avvertire dolore. Sabato ero avvilito, ero convinto di dover star fuori. Adesso ci sono due probabilità: o gioco o vado in panchina, di sicuro non mi vedrò la partita dalla tribuna-. Le probabilità che Rummenigge giochi stanno sensibilmente salendo. Erano il 20 per cento domenica, il 30-40 ieri mattina (giudizio di Corso), il 50 in serata, e oggi, se abbiamo ben capito le intenzioni del tedesco, diventeranno il 70 per cento. Pellegrini, quando ha saputo la buona novella, ha respirato di sollievo. «La difesa del Real non è imbattibile, ma per batterla ci vuole l'attacco-, ha aggiunto dando ragione ad Altobelli, il quale al pari dei compagni ha affermato che la presenza del tedesco è indispensabile per coltivare sogni di gloria. «Stiamo meglio noi del Real — ha detto a sua volta Corso — non dimentichiamo che partiamo con due gol di vantaggio. Mica intendo cantare vittoria, al contrario, conosco i rischi della partita, le insidie di un campo terribile come il Santiago Bernabeu: però qualche credito lo merita pure l'Inter, non vi pare?». «L'anno scorso venni a Madrid soltanto il mercoledì — ha aggiunto ancora Pellegrini — stavolta ho preferito viaggiare con la squadra per starle più vicino. Vedo che c'è molta gente al seguito, buon segno. Oddio, in genere c'è molta gente anche ai funerali: ma non credo proprio che sarà il caso nostro». L'atmosfera (non si dice forse cosi?) è di serena fiducia. L'Inter di Coppa è una garanzia, stando almeno al recente passato, e dunque perché preoccuparsi se la domenica le cose vanno male, se Brady e Collovati soffrono ancora i postumi di una leggera intossicazione, se il Real in casa è una furia? Tutti tranquilli, cosi almeno pare. Ma Rummenigge ha ammonito: «La finale, ver l'Inter, dipende dalla maniera di stare in campo e dal gol die dovrà assolutamente cercare e segnare. Senza avere altro in testa. A me fanno bene le preoccupazioni, ini esaltano e mi caricarlo: non so i miei compagni, invece, non vorrei che fossero disturbati da pericolosi pensieri». Carlo Coscia

Persone citate: Altobelli, Carlo Coscia, Collovati, Pellegrini

Luoghi citati: Madrid