Svetlana, replica d'un addio di Emanuele Novazio

Svetlana, replica d'un addio La figlia di Stalin pronta a lasciar nuovamente Mosca per l'Occidente Svetlana, replica d'un addio La sua terzogenita, Olga, forse partirà già domani, destinazione Londra - Nel '69 la prima «fuga» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Diciassette mesi dopo un «ritorno in patria, che fece scalpore, la figlia di Stalin lascia di nuovo lUrss? Secondo il giornalista sovietico Viktor Louis che spesso ha svolto, in passato, il ruolo di in/ormatore ufficioso. Mosca ha concesso a Svetlana Alliluieva il permesso di partire, meta un non meglio precisato Paese occidentale. La figlia Olga, quattordici anni, la precederà: domani tè ancora Viktor Louis a parlare) partirà per ringnilterra. dove tornerà a studiare nella stessa scuola frequentata fino al novembre dell'H4. L'ambasciata inglese si è limitata a confermare che Olga, nata dal matrimonio di Svetlana con l'americano Willium Peters Ila madre disse di lei, una volta: «E' più americana della torta di melcy. ha ottenuto un visto d'ingresso in Inghilterra. Ma, secondo Louis. Svetlana non intenderebbe accompagnarla. Non subito, almeno: «La signora — ha detto ieri ai giornalisti occidentali — ha ancora molto da fare». Svetlana Alliluieva. 59 anni, aveva preso contatto il mese scorso coti le autorità consolari americane di Mosca. Da allora ha lasciato la sua casa di Tbilisi, in Georgia, e si è trasferita in un albergo delle capitale. La settimana scorsa orcio dichiarato a un giornalista inglese: sarebbe -un po'lulsu dire che non ho chiesto il permesso di partire. E' il terzo capitolo di una storia tormentata. La figlia di Stalin aveva riotlenuto la cittudinanzà sovietica nel novembre del 1984. con una decisione senza precedenti del Soviet Supremo. Quando, diciassette anni prima, era fuggita in Ocr idente. l'accusa era stata pesante: «Tradimento.. Quando, più tardi, aveva pubblicato il libro di memorie nel quale ripudiava il padre e il comunismo, Mosca l'aveva considerata «strumento della Cia-. Quando, nel '69, aveva bruciato il passaporto sovietico giurando di non rimettere mai più piede in Urss, la condanna ufficiale era stata ancora più severa: aver mac- chiato «l'onorevole titolo di cittadino sovietico». . // ritorno in patria era stato altrettanto clamoroso. Due settimane dopo il suo rientro in Unione Sovietica, Svetlana era apparsa davanti ai giornalisti occidentali. E per ottanta minuti aveva pronunciato una commossa, quanto scontata, abiura della sua defezione e degli anni passati in Occidente fin America prima, in Inghilterra poi), confessando un «profondo senso di colpa, e ammettendo una «irre sistibile nostalgia, per la patria e i due figli lasciati in Urss al momento della fuga tlosif, oggi quarantenne, nato dal primo matrimonio con l'ebreo Moroz. che Stalin costrinse al divorzio: e Ekateri na, trentacinquenne, nata dal matrimonio con Juri Zdanov). •Ho pagato il mio tributo alle cieche ideologie del co siddetto mondo libero», aveva aggiunto Svetlana. Emanuele Novazio