Anche a marsala con il metanolo

mm B S €on il metanolo L'inchiesta contro i sofisticatori mm B S €on il metanolo Ancora un blitz contro il vino al metanolo. L'inchiesta si è allargata, passando dal vermouth al marsala: in bottiglie Ovocrema della Cevi di via Valprato 68 (già inquisita per il vermouth Radicati), c'era il metanolo. L'ufficio repressione frodi ha accertato metanolo in eccedenza anche in bottiglie con etichette dell'annata '84 della Prodivini di Roddi d'Alba. Per cui va chiarito se l'azienda usava metanolo già un anno e mezzo fa, o se si tratta invece di una frode commerciale. L'ipotesi più attendibile pare la seconda, di fatto meno drammatica. Nuovi provvedimenti sono stati presi dal sostituto procuratore dott. Vittorio Russo, che coordina la frangia torinese dell'inchiesta sul vino avvelenato. Venerdì e ieri ha disposto un'ulteriore perquisizione dei vigili urbani in locali pubblici, drogherie e grandi magazzini, alla ricerca di bottiglie prodotte dalle 116 aziende sotto accusa. Sono stati disposti sequestri giudiziari per tutta la gamma di vini commercializzati da alcune ditte: questo perché le analisi (su diverse varietà della medesima azienda) avevano riscontrato metanolo. Sotto inchiesta, per questo, la ditta Fraris di San Damiano d'Asti, la Silvio Bruera di Gassino, la Prodivini di Roddi d'Alba. •Stiamo selezionando le aziende in base alle analisi — spiega il dott. Russo — anche perché gli elenchi forniti dal ministero creano confusione. CI sono, per esempio, ditte presenti sul mercato con 4-5 marchi diversi. Se non ci ven gono indicate le bottiglie pericolose con grande precisione, emergono grosse difficoltà. Anche perché dopo i sequestri cautelativi, occorre provvedere ai dissequestri delle aziende*. L'inchiesta torinese si svolge In tre fasi: sanitaria (per bloccare il vino pericoloso), fiscale e sul mercato parallelo delle vendite in nero.

Persone citate: Gassino, Silvio Bruera, Vittorio Russo

Luoghi citati: Roddi D'alba, San Damiano D'asti