A Modena gli studenti diventano ricercatori di Clemente Granata

A Modena gli studenti diventano ricercatori LE SCUOLE SPERIMENTALI: SORPRESE E SPERANZE A Modena gli studenti diventano ricercatori Dal 1983 si attua un progetto Cee sulle tecnologie - Anche le aziende «commissionano» lavori DAL NOSTRO INVIATO MODENA — Tutti parlano qui di «challenge», di sfida. Se la scuola ufficiale ansima tra antiquati ordinamenti e velleità riformistiche, ecco porsi netti i termini della contesa: occorre reagire con spirito d'iniziativa, creatività. Concetti non nuovissimi, ma che rischiano di rimanere vuota enunciazione. A Modena no. Per insegnanti e studenti essi si trasformano in impegno costante. Sì inseguono iniziative, si elaborano programmi per modificare l'attività scolastica e per cercare un legame con il mondo del lavoro. La scuola sperimentale europea è un'utile occasione. La sfida è sentita, non è una metafora. Il fatto è che esistono a Modena alcune condizioni strutturali favorevoli. Qui è radicato lo spirito d'intrapresa, qui esistono organismi come la Camera di Commercio pronti a creare comitati, agenzie per l'orientamento dei diplomati. Qui gli stimoli culturali sono continui, mentre un gruppo di pedagogisti emiliani approfondisce i temi della «D. B.», la «didattica breve», che si propone di ridurre 1 tempi necessari all'apprendimento nella salvaguardia del rigore scientifico. Ma soprattutto opera a Modena dal 1983 uno degli otto progetti-pilota previsti dalla Cee per l'Italia e volto a favorire la «transizione alla vita adulta». Il progetto punta sulle tecnologie avanzate e non poteva .essere diversamente in un territorio che affida proprio a quelle tecnologie i suoi propositi di crescita. Ne sono interessate 17 scuole medie e 17 secondarie supe¬ riori per un totale di quattromila alunni. Come ci spiega il provveditore agli studi, Aldo Tonelli, ci si è mossi lungo tre direzioni: 1) aggiornamento degli insegnanti soprattutto nel campo della logica matemtiUca, dell'informatica, dell'elettronica e della statistica; 2) introduzione nella programmazione didattica dei temi riguardanti la conoscenza del territorio, l'economia, le dinamiche professionali, le tecnologie informatiche; 3) l'avvicinamento dei professori e degli studenti al mondo produttivo. Un utile punto di riferimento è costituito dall'Istituto tecnico commerciale Jacopo Barozzi, duemilacinquecento allievi, scuola «storica» di Modena come il Fermo Corni. Slamo in un'aula al primo plano con professori e studenti della quinta B. Per i primi, uno degli elementi più interessanti è rappresentato dal superamento del rigido concetto di materia cristallizzata, chiusa in se stessa. «Le innovazioni — dice l'insegnante Maria Gabriella Girasoli — favoriscono molto il carattere . interdisciplinare dell'insegnamento. Gli allievi si abituano a individuare i modelli, i processi logici e a porre le premesse per la solu sione di problemi pratici, non più simulati». Per gli studenti è proprio l'approccio pragmatico il dato più stimolante. Le occasioni non mancano. Dall'agenzia «Scuola e mondo del lavoro» giunge al Barozzi la commessa di svolgere un'indagine su 400 aziende modenesi per conoscere il loro livello d'informatizzazione. Ottanta allievi e quattro insegnanti si mettono all'o¬ pera e nell'arco di alcune settimane conseguono i primi soddisfacenti risultati, che trasmettono alla Camera di Commercio. Attività didatticamente irrilevante? Tempo perso? I professori dicono di no e spiegano che gli studenti acquisiscono utili esperienze nello studio della matematica, della statistica, affinano la capacità critica nell'utilizzazione delle metodologie riguardanti lo studio del fenomeni collettivi. Il lavoro di quelli del Barozzi non è un fatto raro. Cosi, per esempio, la Cooperativa bilanciai di Campogalliano, che produce diversi tipi di apparecchiature con microprocessore per l'elaborazione delle informazioni, ha bisogno di un organico sistema di documentazione degli strumenti venduti. E a chi invia la commessa? Agli studenti del Fermò Corni, che nello svolgere puntualmente il lavoro compiono utili approfondimenti nel campo dell'informatica. E ancora. Nasce al Barozzi «Programma 2050». Si tratta di una cooperativa riservata agli studenti. Essa si propone, come recita lo statuto, di ••effettuare prestazioni di servizi nel campo dell'elaborasione dei dati, del marketing, delle indagini statistiche e di ogni tecnica riguardante la gestione aziendale per settori economici di qualunque tipo*. Il 2050 indica la data in cui la società sarà sciolta. Come capacità progettuale non c'è male. La cooperativa ora è diretta da due diciannovenni, Jean Paul Ballerini e Marco Previte. Affermano: «Siamo entrati in una logica diversa da quella della scuola, in una logica professionale* Slmili fenomeni emergenti interessano in particolare gli istituti tecnici. Il liceo classico ne risulta soltanto lambito. Non è che la cosa dispiaccia sempre. Al Muratori lo studente Stefano Scaglietti dice: «il liceo ci fornisce una struttura mentale che ci abitua a un certo modo di pensare. La scuola va bene cosi». Ma una posizione cosi vigorosamente «gentiliana» non è condivisa da parecchi altri studenti. Siamo in un'aula della terza B e s'improwisa un vivace dibattito sul futuro della secondaria. C'è Alessandro Guazzaloca che la vorrebbe decisamente professionalizzante. Le studentesse Paola Rescigno e Monica Guerra desidererebbero che anche nell'ambito degli studi classici fossero offerte maggiori possibilità di contatti con il mondo esterno. Il desiderio di vedere ciò che accade nella vita attiva è in realtà diffuso. Un pomeriggio andiamo alla Camera di Commercio dove si apre un ciclo di conferenze su «imprenditorialità e mondo finanziario». La sala Leonelli è gremita di alunni delle scuole secondarie di ogni tipo. L'avv. Fausto Battini, direttore della Banca popolare dell'Emilia, parla delle funzioni degli istituti di credito. Giunge il momento delle domande. Silenzio. Battini scatta: «Fora» ragazzi, dove sta altrimenti io spirito della sfida?: Maurizio Viani, magro e pallido, quinta B del Barozzi, si alza un po' confuso e chiede informazioni sui libretti di risparmio e i conti correnti. E' un segnale per tutti. Da quel momento i quesiti fioccano e il dibattito s'accende. Clemente Granata

Luoghi citati: Campogalliano, Italia, Modena