Daccapo la crisi in Israele di Giorgio Romano

Daccapo la crisi in Israele Non piace a tutto il Likud l'accordo che si doveva ratificare oggi Daccapo la crisi in Israele Peres insorge contro la richiesta di Shamir di reintegrare tra sei mesi il ministro silurato NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — Tutto da rifare. Quando sembrava che la crisi nata in seno al governo in seguito al «caso Modal» stesse per essere composta con un compromesso, sono sorte nuove difficolta. E il Consiglio del ministri che questa mattina avrebbe dovuto ratificare l'intesa e lo scambio del portafogli tra l'attuale ministro degli Esteri Shamir e quello delle Finanze Modal, 11 cui licenziamento dall'attuale incarico è stato chiesto dal premier laboiista Peres, è stato rimandato di alcune ore per consentire nuove consultazioni, soprattutto tra 1 ministri del Likud. All'interno di questo partito sono scoppiati aspri dissensi dopo le accuse rivolte dal ministro dell'Abitazione, David Levy, di essere stato mingannatom dal colleghi Shamir, Sharon e Modal, 1 quali, mentre egli si trovava a Montreal, gli avrebbero presenta¬ to un quadro molto diverso della situazione, assicurandogli per telefono di essere compatti intorno al ministro delle Finanze e decisi a dimettersi se egli fosse stato silurato. Invece, mentre lo •tranquillizzavano», 1 ministri cercavano una soluzione di compromesso, offrendo appunto a Modal 11 portafogli degli Esteri e a Shamir quello delle Finanze, e lasciando In sospeso le attribuzioni dei due dicasteri dopo 11 mese di ottobre, cioè dopo la rotazione del posto di premier decisa in base agli accordi del governo di unita nazionale. Levy ha sostenuto alla radio che, se proprio si doveva procedere a uno scambio di portafogli tra i membri del governo appartenenti al suo partito, il Likud, sarebbe stato più logico attribuire a Modal quello dell'Industria e Commercio o quello dell'Abitazione, e dare a uno dei loro titolari attuali quello delle Fi¬ nanze, anche perché, per sua stessa ammissione, Shamir non capisce nulla di economia. Inoltre, egli ha fatto notare il pericolo di conflitti tra il capo del governo e Modai, che a causa della sua ambizione avrebbe accettato il compromesso solo a patto di divenire capo della diplomazia, un posto al quale aveva detto di aspirare ancora due anni fa. Questa baruffa in seno al Likud non è l'unico ostacolo alla ratifica degli accordi raggiunti. Peres ha respinto la richiesta di Shamir di restituire a Modai il suo ministero dopo l'avvicendamento di ottobre, affeimando che tutto 10 sconvolgimento di questa settimana sarebbe inutile se 11 risultato fosse semplicemente quello di sottrarre per sei mesi le Finanze al loro ministro attuale. Protestano i liberali, protesta il complesso della coalizione del Likud e tutti si riuniscono in sedute particolari più per riaffermare le proprie posizioni che per cercare un'intesa. Giorgio Romano

Luoghi citati: Montreal