Un calcio di Carlo Carena

Un calcio Un calcio Con la Restaurazione, a Roma, i delegati del ghetto tornano a far atto di omaggio al Senatore in Campidoglio, dichiarandosi suoi servi umili e devoti e ricevendo in compenso, secondo l'antico cerimoniale, un calcio per il rabbino, che si ritira — é Massimo d'Azeglio che racconta — «pieno di gratitudine, com'è naturaleI». Ma anche tra U popolo, come tra i filosofi, circolano ormai le celie di Gioacchino Belli sulla teoria del deicidio degli Ebrei nella persona di Gesù ('«Subbito che lui venne pe minori / quarchlduno l'aveva da ammazza»/ Anche nuovi Ordini religiosi si dedicano ad un proselitismo. PmflSOi tìi.cgvìWTiSioni per.-,, suase, •quelle che- aveva auspicato fin dai suoi tempi bui il genio superiore di Gregorio Magno — questi uomini che hanno illuminato la Chiesa cattolica. Da un lato e dall'altro maturavano tempi e atteggiamenti nuovi. Si va verso la firn delle condanne e dei rancori, col tormento del passato e della presema di parole sacre ineludibili, da approfondire e interpretare con una sapienza e un sentimento nuovo. E' il dramma stesso dell'apostolo Paolo che rinasce ogni volta, si prolunga e si ripete come una spina confitta nel fianco. La conciliazione dell'Antico e del Nuovo Testamento appariva alla stessa Simone Weil, al culmine dell'olocausto ebraico, come la radice del dramma della Chiesa, e degli Ebrei. Carlo Carena

Persone citate: Gesù, Gioacchino Belli, Gregorio Magno, Massimo D'azeglio, Simone Weil

Luoghi citati: Roma