E il papa impose un cappello giallo

EU papa impose un cappello giallo EBREI A ROMA: TORMENTATE VICENDE PRIMA DELL'ODIERNA VISITA EU papa impose un cappello giallo Già nel 589 un Concilio aveva sancito la loro incompatibilità con le cariche pubbliche - L'odio del popolino indusse dapprima i pontefici a vietare eccessive angherie - D «marrano» spagnolo diventato cardinale - Nel '500, un mercato e personaggi come quelli descritti da Giovenale - Con Paolo IV la segregazione e con Pio V l'espulsione dallo Stato pontificio (meno Roma e Ancona) j Nel gennaio del 1581 Michel de Montaigne è a Roma. Il 28 si libera felicemente di un paio di calcoli e due giorni dopo va ad assistere «alla più antica cerimonia religiosa esistente al mondo»; la circoncisione di un bambino ebreo. Era già stato nella sinagoga, dove aveva ascoltato preghiere confuse e distratte, con la gente che canticchiava e parlottava sommessamente di affari, un berrettino in testa e un lungo scialle sul dorso. Ora l'operaeione avviene nella starna di una casa privata, ancora fra canti e sorsi di vino, carica di tensione e di dolore. Montaigne guarda a quegli uomini e ai loro strumenti con una curiosità meticolosa. La scena ha il chiuso e lo strano delle cose incomprensibili e sema spiegazioni. Luogo, personaggi, gesti, rituali sono avvolti di una solitudine nascosta, estranea toto cacio alle feste papali, ai cortei cardinalisi, al carnevale che appena fuori di li percorrono Roma sema sosta; se mai, gualche altro giudeo viene messo a correre lungo il Corso tra lo spasso generale: «E non provate nessun piacere a vederlo passare davanti al punto in cui vi trovate». La Roma di Montaigne è all'apice del problema religioso . e politico ebraico, e delle difficoltà dei rapporti non solo e non tanto dottrinali, guanto pratici, di coesistenza, in un diffuso, interessato o irrazionale rifiuto d'un corpo estraneo dentro a una realtà sociale tenuta compatta e rigida. Problemi antichi, del resto, a Roma, che preoccupavano gli imperatori, facevano deridere da Orazio i «curti Iudael», quei «Giudei circoncisi» cosi inradenti e sordidi, e sconcertavano Tacito al vedere che ■• per cjuelli 1 à tutto- cio-oheper noi è sacro è profano, e tutto ciò che è obbrobrioso è concesso». Per i Papi, in più c'era anche tutta una problematica teologica e storica, una tradizione ostile che risaliva agli apologisti e ai grandi Padri della Chiesa, presente persino nei codici del cristianissimo imperatore Giustiniano. Il Concilio di Toledo nel 589 aveva già sancito l'incompatibilità degli Ebrei con le cariche pubbliclie e la proibizione per loro di possedere schiavi cristiani. Il furore di imperatori e popolino e le invettive dei teologi medievali erano ancora cresciuti, aizzati e mescolati col fanatismo delle Crociate; tanto che toccò ai Papi d'intervenire a loro protezione. Persino Innocenzo III, il grande teocrate del XII secolo, in una bolla che ha nome dall'infelice formula iniziale «Licet perfidia Iudaeorum-, proibisce ai cristiani di qn■BartarK? r<tó • Avignoni^ltel* 1348-, Clemente VI, «clemen<-tissimus llle Clemens», ne prende le difese contro le persecuzioni a cui gli Ebrei sono assoggettati in Francia e in Germania: rimanendo inascoltato. Pio V, qui in un ritratto attribuito a Scipione Pulzone, fu uno dei papi meno teneri verso gli ebr

Persone citate: Avignoni, Innocenzo Iii, Michel De Montaigne, Paolo Iv, Pio V, Scipione Pulzone, Tacito

Luoghi citati: Ancona, Francia, Germania, Roma, Toledo