Bilanci: resa dei conti dopo anni di «allegria»

Bilanci: resa dei conti dopo anni di «allegria» Bilanci: resa dei conti dopo anni di «allegria» MILANO — Dieci squadre j di serie A e B sono state messe in mora dalla Federcalcio (hanno cioè 15 giorni di tempo per rimettere in Sesto i conti), mentre per altre cinque si profila la messa in liquidazione. Vengono dunque al pettine i nodi di una.gestione economica che, salva qualche eccezione, non è-stata delle più oculate. Basta esaminare i bilanci della stagione '84-85 delle più importanti società calcistiche di serie A, riportati nella tabella qui accanto, per notare come i conti siano fortemente deficitari. Si chiede così al governo di intervenire finanziariamente per risanare un settore j da tempo in una situazione insostenibile. La gestione sportiva delle squadre di calcio (per gestione sportiva si intende la semplice differenza tra entrate e spese) si è fatta fortemente negativa negli ultimi anni. Soltanto le dieci squadre in esame nella tabella hanno perso nell'esercizio terminato il 31 agosto scorso più di 45 miliardi: questo significa che le società hanno vissuto per lo più al di sopra dei propri mezzi. Stipendi ai calciatori e allenatori, spese generali (come i costi per le trasferte) interessi passivi sui debiti e altre spese varie sono risultate superiori alle entrate, rap- presentate dagli incassi per le gare disputate e dai contributi della Televisione, delle sponsorizzazioni e delle iniziative pubblicitarie. Ormai gli stipendi ai calciatori assorbono il 77 per cento delle entrate, soltanto un anno prima erano pari al 62 per cento. Sul bilanci, però, queste perdite non risultano quasi mai, perchè sono state pareggiate contabilmente con i profitti derivanti dallo scambio dei calciatori. Ad esemplo il Verona, che risulta in passivo di 3,3 miliardi sotto l'aspetto gestione, ha però guadagnato 3 miliardi nel caìciomercato di fine stagione (rappresentati dalla differenza tra quanto ha incassato dalla vendita di alcuni calciatori e quanto ha speso per acquistarne dei nuovi); lux così potuto chiudere l'esercizio col passivo di 264 milioni. Questo, sempre riferendosi alla stagione sportiva '84-85, vale per <quasi tutte le squadre. L'Inter perde 7£ miliardi nella gestione e ne guadagna 7£ nel movimento dei giocatori ..idem per l'Udinese (- 7,6 e +72) per il Napoli (-1,3 e + 1,3), la Roma (-4,1 e + 4J). E' chiaro che alcune di queste manovre contabili non sono piaciute ai revisori della Federcalcio. Se la squadra A d'accordo con quella B gonfia il prezzo del passaggio di un calciatore, emergono1 guadagni fittizi che consentono di imbellettare i conti, ma non risolvono la situazione. —Si spiega cosi come da un anno all'altro (cioè dal campionato '83-84 a quello successivo) il deficit di 15 squadre di serie A (Avellino esclusa) sta passato da 23 a 45 miliardi e gli interessi passivi (cioè i danari pagati alle banche sui debiti) siano saliti del 22 per cento. Tutto questo nonostante un aumento delle entrate (+ 33 per cento soltanto per gli incassi da partita). Ugualmente complicata è la situazione patrimoniale delle società di calcio: i loro beni sono costituiti quasi esclusivamente dai calciatori. Ma entro il 30 giugno le società dovrebbero completare in gran parte l'ammortamento del capitale giocatori, che saranno Uberi di svincolarsi. C'è chi lo ha già fatto in tempo, come la Roma al 78 per cento e la Juventus al 74,8 per cento, chi è a metà del guado, come Inter e Sampdoria, chi decisamente indietro come Torino, Verona, Fiorentina e Napoli. E' vero che di recente la Federcalcio ha ammorbidito la situazione con una norma che consente interpretazioni più elastiche dei sistemi degli ammortamenti (proroghe degli stessi collegate alla durata dei contratti firmati con i calciatori) ma resta sempre il fatto che soltanto le dieci squadre maggiori della serie A dovrebbero sborsare parte entro giugno, parte alla scadenza del contratti pluriennali, 125 miliardi per essere in regola con la legge. Si ritorna dunque al problema di fondo: al calcio italiano occorrono entro breve tempo almeno 280-300 miliardi per uscire da una situazione di crisi: 150 sono i debiti, un po' meno gli ammortamenti da eseguire. Gianfranco Modolo *£S Ammortament. Ooeftletaat. rjiebltl Spese Entrate Fiorentina 17,0 6,7 28,2 9,9 23,4 11—5,9 Inter 15,0 14,9 50,1 14,4 33,3 26,0 — 7,2 .Inventus 7,6 22,6 74,8 6,0 31,4 25,5 — 6,2 Milan 8,9 7,4 45,4 13,8 29,9 23fl —6,1 Napoli 17,7 8,5 32,3 18,6 26,2 24,9 —1,3 Roma 5,1 18,3 78,1 6,4 30,0 25,9 — 4,1 Sampdoria 8,9 8,8 49,9 6,5 14,9 13,1 —1,9 Torino. 19,2 1,0 5,2* 8,7 16,1 14,4 —1,7 Udinese 14,1 10,8 43,4 15,3 24,3 16,6 —7,7 Verona 11,6 2,5 18,1 8,5 18,3 15,0 —3,3 N.B.: Le cifre indicate si intendono espresso in miliardi di lire

Persone citate: Gianfranco Modolo

Luoghi citati: Avellino, Milano, Napoli, Roma, Sesto, Torino, Verona