Tra sceneggiato tv e horror all'italiana la storia del mostro che fa ancora paura
Tra sceneggiato tv e horror all'italiana la storia del mostro che fa ancora paura PRIME FILM: l'esordio del regista Ferrano con la sanguinosa vicenda di Firenze Tra sceneggiato tv e horror all'italiana la storia del mostro che fa ancora paura IL MOSTRO DI FIRENZE di Cesare Ferrarlo con Léonard Mann, Bettina Giovannini, Federico Pacifici, Lydia Mancinelli. Fotografia di Claudio Cirillo. Prodazione italiana a colori. Drammatico. Cinema Cristallo di Torino; Eden e Quirinale di Roma; Durini e Gloria di Milana Attore di teatro e documentarista, Cesare Ferrarlo, 38 anni, esordisce in cinema con una patata bollente. I mostri sono sempre stati creature predilette del registi (e anche, del comici: Totò teneva su un altarino la foto di Landra, uccisore di donne); ma qui, nel caso del cosiddet¬ to Mostro di Firenze, siamo In una cronaca non ancora chiusa e sanguinosa, l'omicida è libero e sta confuso, magari, tra gli spettatori. Si capisce che Ferrarlo abbia cercato di cogliere o di sfruttare un'emozione ancora viva; si capisce anche che 1 familiari di alcune delle vittime abbiano chiesto al giudice che fossero tagliate o oscurate le scene in cui i loro congiunti potevano essere in qualche modo riconoscibili. Dello «scandaloso» debutto di Ferrarlo abbiamo ampiamente parlato pochi giorni'fa dalla Mostra di Sanremo. La struttura del film è meno polemica, anzi convenzionale, con quei ritardi o intoppi di ritmo naturali per un debutto, e il modello sta a metà tra lo sceneggiato televisivo e l'horror all'Italiana, a sfondo sessuale. S'immagina che uno scrittore, compagno di una giornalista che fa servizi di cronaca sul mostro, sia stimolato dai ripetuti delitti a ricostruire l'identikit psicologico del maniaco assassino di giovani coppie, al punto tale da •riconoscere» il suo personaggio tra la gente (ma con che prove arrestarlo?), Léonard Mann non ta. grandi sfòrzi per rendere credibile lo scrittore e in genere gli attori si muovono a disa¬ gio. Ma Ferrarlo riesce a stabilire qualche complicità con le attrici, la giovane Bettina Giovannini e la meno giovane Lydia Mancinelli. Forse è stata un'idea, quella di affidare al]a dolce e opulenta Mancinelli il ruolo della madre castrati-Ice che traforma 11 figlio in assassino (con relativa scena choc dell'infanzia madre con amante occasionale, marito guardone e consenziente, figlio al buco della serratura). Certo, su un mostro ci si può sbizzarrire. (Intanto il mostro vero è libero e a Firenze la fiction di Ferrarlo non aiuta le indagini e non esorcizza la commozione e la paura). s. r.
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