Taylor: faccio musica solo se mi diverto

Taylor: faccio musica solo se mi diverto Incontro con il musicista che apre a Milano la seconda tournée italiana in sei mesi Taylor: faccio musica solo se mi diverto Prima lunghe assenze, ora grande attivismo - A fine mese parteciperà al concerto antidroga di Los Angeles MILANO — Genio e sregolatezza delle rockstar: prima lunghe assenze dal mercato discografico e poche sporadiche apparizioni in concerto, adesso una forma di attivismo che non ha precedenti nella sua gloriosa carriera. James Taylor è fatto cosi, soave e imprevedibile cantautore che torna nei prossimi giorni in Italia a distanza di soli sei mesi dall'applaudita tournée del 1985: il calendario di questo supplemento primaverile lo annuncia stasera al Teatro Tenda di Lampugnano, a Milano, lunedi a Bologna, il 15 a Padova, il 17 a Chieti, il 18 a Napoli e il 19 a Roma, un plafond di almeno altri trenta-quarantamila spettatori. Lo show sarà in tutto e per tutto slmile a quello già, visto nello scorso settembre, con qualche ritocco alla formazione che stavolta schiererà Daniel Dugmore alla chitarra, William Payne alle tastiere, Leland Sklar al basso, Carlos Vega alla batteria e Rosemary Butler e Arnold McCuller alle voci. Taylor ritorna sulle scia del discreto successo ottenuto con 11 suo ultimo album, That's why Ini fiere, pubblicato a cinque anni di distan¬ za da Dad loves his work: la nuova fatica soprattutto negli Stati Uniti non ha comunque toccato i vertici clamorosi dei suol maggiori hit, nonostante ospitasse nomi prestigiosi come Jonl MitcheU, Graham Nash, Don Henley, ilBreckerBrothers. ,v. Forse hanno smarrito un po' di fascino le ballate quiete e serene, che rinviano al passato, ma non è certo diminuito l'appeal del personaggio: perché per tanto tempo è rimasto lontano dalle scene? 'Scrivere canzoni, portarle in giro, cantarle in un microfono non deve essere una condizione costruttiva, è necessario che ci si diverta, che si abbia qualcosa da dire e a me qualcuno di questi fattori è mancato. Non ho accettato mi venisse fatta fretta, volevo poter scegliere i tempi e il materiale del disco, gli amici e i musicisti con cui lavorare, essere insomma sicuro di restarne soddisfatto in ogni suo dettaglio: cantare e suonare dev'essere innanzitutto un piacere e adesso ho una gran voglia di fare*. Lo stile di James Taylor non è molto cambiato in questi anni, e sono ben evidenti alcune influenze principali che ricorrono in particolare durante il concerto. Quali? •Ho sempre ascoltato molto blues e anche la musica country mi ha seguito negli anni: tutto il sound acustico è stato una fonte importante di ispirazione e infatti anche dal vivo c'è un'ampia porzione dedicata a un repertorio più intimista, se così si può definire. C'è un senso di pulizia e di purezza nella musica acustica, è quello che mi inte¬ ressa e che ricorre anche nel linguaggio di molti bluesmen, di tanti artisti che si riallacciano alla tradizione: dal passato ci è arrivata molta musica vera, genuina, estranea al business e credo che alcune pagine fondamentali del rocknroll, del rhythm and blues, del soul, siano irripetibili.. A 38 anni appena compiuti il bostoniano James Taylor, divenuto per ragioni di affinità, elettive una bandiera della musica West Coast. parteciperà insieme a tanti altri al Concerto che conta, in programma a fine aprile a Los Angeles, contro la droga: quello degli spettacoli benefici, di intervento sociale è ancora uno del centri più rilevanti della sua professione di musicista? «£' necessario che personaggi pubblici, artisti di una certa notorietà si mettano al servizio di chi è meno fortunato, oppure per sensibilizzare la gente su cause giuste, come a suo tempo fu la battaglia di "No nukes", contro il nucleare. Per manifestazioni di interesse collettivo io sono sempre stato disponibile, le iniziative di giustizia e impegno civile non sono mai troppe., e. g. James Taylor è diventato una bandiera della musica West Coast