America: destra contro destra di Furio Colombo

America: destra contro destra NEL GRANDE SONNO DEI «LIBERALS» ESPLODE UN DIBATTITO America: destra contro destra ! vrrSn TKBbP k, -•, ' > ", '-'-'sì ':■'*' v ' ■ - Nel pianeta Stati Uniti la sinistra tace, i democratici sono distratti - Una nuova «intellighentia» mette in discussione tutto: l'aborto, la moralità degli affari, le libertà private, la difesa dello Stato - «Un furioso vento creativo» spira da ambienti conservatori spesso avversari tra loro, coinvolge i gruppi femministi come il mondo economico e vuol mettere un'ipoteca sulla successione di Reagan NEW YORK — Quali sono i nemici, quali i pericoli? Sono in discussione allearne, sistemi di difesa e futuro dell'economia, l'identificazione dei valori da sostenere, di quelli da avversare. Il Nicaragua è un pericolo perché genera infezione e contamina le altre democrazie della sona, dunque in nome di un principio morale, o lo è perché è un avamposto militare sovietico e come tale, anche se piccolo, va denunciato come si denuncerebbe sul radar la presema di un aereo avversario? Il mondo va presidiato in nome dei valori comuni, e della libertà prima di tutto, oppure va migliorato per farne un alleato sicuro? O è più prudente arretrare e rendere più solide le linee della difesa creando un 'dentro» ricco di moralità e di benessere e accettando che vi sia un •fuori» carico di insidie, che però è separato da impenetrabili mura sia morali che militari? E' per paura del terrorismo chi gli americani non andranno in Italia, in Europa, quest'anno, per la minore convenienza nel cambio del dollaro, oppure perché restare in America e viverne l'esperienza è un bene in sé, un incentivo al miglioramento morale dei figli, dei gruppi, delle famiglie? In queste dimensioni, che sono grandissime, si sviluppa il dibattito della destra americana. Tutto vi entra: la vita sessuale degli adolescenti e la moralità degli affari, la libertà dei privati e la difesa dello Stato, il famoso «estremismo in difesa della libertà» di cui parlava venVanni fa il senatore Goldwater, padre dell'area laica del conservatorismo, oppure «l'estremismo in difesa dei diritti di Dio» di cui parla oggi il capo dell'ala religiosa dei nuovi conservatori, il reverendo Falwell. In altre paròle è in discussione ilmon- do, addirittura il. destino..E id n«ójJo"mteIUghentia del pianeta America che partecipa con impeto a questo dibattito. La nuova destra, ricca di testimoni, di protagonisti, di sorprese, di voci. Benché queste voci si ambientino in un territorio che circonda il partito repubblicano, esse non sono in generale voci di partito. Benché si levino con frequenza a sostegno dei progetti e delle decisioni di Reagan, non .formano una corte o un progetto omogeneo. I centri di discussione sono chiese, istituti universitari, pagine di giornali, soprattutto riviste. Sono Commentary, la pubblicazione mensile dell'American Jewish Committee, la rivista New Republic che ha una lunga stòria nel protagonismo politico americano, il mensile The National Interest, appena nato e già al centro di ogni dibattito.Due di queste pubblicazioni. Commentary e New Republic, sono state per decenni le voci della più illustre sinistra americana. Una, The National Interest, è diretta e frequentata da personale intellettuale che era nato a sinistra o almeno nel centrosinistra della cultura statunitense. Intorno a esse gravitano le classiche pubblica zioni del solido e cauto establishment americano, Foreign Affairs e Foreign Pofìcy. Ex Kennedy Osserva William Bundy, già collaboratore di Kennedy e Johnson, già docente di Princeton, già anima del dibattito liberal-democraticó quando era direttore di Foreign Affairs: «Non esiste più un dibattito nella sini stra del pensiero americano. La discussione è aperta e non è mai stata tanto vivace, ma chi vuole parteciparvi deve spostarsi nell'area della cultura conservatrice». Chi l. vuole avere un ruolo, adesso, deve discutere a destra e con la destra. «Bisogna ammettere», afferma Jeff Grenfield che èra stato speech writer con Robert Kennedy, «che un furioso vento creativo, pieno di iniziative e di idee, tira da una sola parte. A sinistra è silenzio». C'è stata nei giorni scorsi una conferma clamorosa del •silenzio a sinistra» o, come ha detto in televisione il commentatore politico Ted Koppel, parodiando Ray- . mond Chandler, del «grande sonno» dei liberate, il Chicago un illustre esponente democratico, Adlay Stevenson III, figlio del candidato presidenziale, dell'amico e ambasciatore di Kennedy, è stato eiettò dal partito democratico al ruolo di candidato governatore (ha vinto cioè le elezioni primarie che lo indicano come il designato a sfi-. dare il governatore repubblicano Thompson), in una lista che comprende anche due giovani rappresentanti di un gruppo cosi controverso che neppure la destra più audace li riconosce e li associa. In altre parole, nel mezzo della disattenzione e del •sonno- del partito democratico, due giovani intraprendenti si sono infilati nelle liste elettorali e sono riusciti a vincere, piazzandosi numero due e tre (vicegovernatore e segretario di Stato) subito sotto il nome più illustre del vecchio liberalismo americano. Una svolta? Nessuno si era accorto che i due giovani rappresentavano un gruppuscolo che adesso Stevenson definisce «neonazista». £ nessuno sa dire come farà Stevenson a liberarsi di questi due scomodi compagni di viaggio visto che, come lui, sono stati regolarmente eletti. Ma se -il grande sonno» è un incubo locale per i democratici dell'Ulinois, che dovranno affrontare la più strana stagione politica di quello Stato, non c'è dubbio che il fenomeno si estende al Paese. Dalla California a New York i protagonisti dei dibattiti che contano si chiamano Norman Podhoretz e Irving /Cristo/, Robert Tucker e Charles Krauthammer,' Jean Kirkpatrick e Paul Weyrich. E' avvenuta una tale riorganizzazione dei temi, delle agende, delle liste di problemi, delle sequenze logiche, che è molto dubbio che si possa parlare di destra e sinistra come si faceva una volta. Suggerisce David Brock sulla rivista Insigni, ultima nata-fra le nuove pubblicazioni •neoconservatrici» e già con un ruolo estremamente attivo nel decìdere ciò che si deve discutere: «Destra e sinistra corrispondevano a "male e bene" nella dizione liberal. Dubito che si possa ancora contare su quella vecchia semplificazione». Brock sostiene che tutto ciò che importa discutere oggi si discute nell'ambito del movimento conservatore americano. Esso comprende un'area religiosa, che mobilita grandi masse nelle crociate contro l'aborto, contro la pornografia e in favore della preghiera nelle scuole, e un'area laica che invece si fa carico del problemi di governabilità, di consenso, di stabilità delle democrazie industriali. Ma ospita visioni profondamente diverse, tra isolazionismo e interventismo, tra pace e guerra nel Medio Oriente, tra equilibrio sociale basato sul totale astensionismo dello Stato nelle questioni individuali, e una serie di proposte sul modo di reinserire i poveri', riformare le scuole, aiutare i più deboli, senza passare per il sistema di investimenti massicci che erano tipici della visione liberale americana. Entra nel discorso il tema •libertario» (l'affermazione dei diritti assoluti dell'individuo) accanto a un interventismo minuto nella vita privata (pornografia, prostituzione, protezione della famiglia, divieto di alcol e di aborto, protezione dei minori fino al punto da controllare la moralità dei libri scolastici). Entra nella nuova strategia anche la capacità dei nuovi centri conservatoti di arruolare gruppi culturali che prima erano parte della sinistra. I movimenti femministi si sono lasciati mobilitare nella crociata contro la pornografia. L'opinione ebrea, che era un pilastro del liberalismo americano, milita adesso con la rivista Commentary, in favore di un vicace antisovietismo che tiene conto dei diritti negati agli ebrei in Urss, della sicurezza di Israele e del terrorismo che si giudica ispirato sempre a sinistra. Nuovi leader Il mondo economico e finanziario, che aveva i suoi leader in uomini liberate come David Rockefeller fra i repubblicani e Robert Me Namara fra i democratici, si ispira adesso alla visione carismatica di due attivissimi membri del Congresso, considerati stara della nuova destra, i deputati Jack Kemp e Newt Gingrich. Ma persino il dibattito fra visioni nettamente contrastanti sul futuro americano nella difesa e nella politica estera avviene all'interno della cittadella conservatrice. Charles Krauthammer per esempio è, dalle pagine della rivista New Republtc, il profeta di un interventismo dettagliato e implacabile contro le infiltrazioni sovietiche, che si ispira, espandendolo, al pensiero di Jean Kirkpatrick. Robert Tucke, docente della John Hopkins University e voce altrettanto autorevole del campo neoconservatore, gli risponde che, se la libertà è il valore dominante, allora tutti i liberticidi sono nemici dell'America e bisogna farsi carico della liberazione dei Paesi non democratici, la Corea del Sud e il Cile accanto al Nicaragua e all'Afghanistan. Alcune iniziative recenti nella politica estera americana (Duvaller, Marcos) sembrano dimostrare che le voci della cittadella sono ascoltate, che il dinamisno della nuova Intellighentia ipira la Casa Bianca almeno tanto quanto ne è ispirata. La rivista Insight propone che «sbaglia chi pensa che 11 dibattito sul Nicaragua o la Libia sia un dibattito all'antica fra un'America falco e un'America colomba». Gli fa eco la voce di Washington secondo cui il movimento conservatore, così ricco di personaggi e di temi, vorrebbe persuadere il partito repubblicano a non spezzarsi nel 1988, quando si dovrà scegliere il nuovo presidente degli Stati Uniti, nelle tradizionali battaglie delle elezioni primarie. Si lasci questa guerra distruttiva al «partito di retroguardia», un ruolo che, secondo la visione conservatrice, spetta ai democratici. I repubblicani, nella strategia formulata da alcuni gruppi della nuova destra, dovranno consentire una •successione morbida» che eviti divisioni personalistiche e favoriscala continuazione della cultura •neoconservatrice». Il ÌSro scenario è quésta: Reagaiì si ritira prima del tempo, insedia George Bush, gli fa acquistare prestigio in modo che al momento delle elezioni appaia al Paese l'inevitabile erede. Intanto i democratici si sfiancheranno per trovare un candidato credibile. Nessuno può dire quali probabilità di successo abbia questo progetto, o se sia vero, come afferma Krauthammer, che «tutte le idee oggi nascono a destra». Di certo l'America, sorpresa, compiaciuta o sgomenta, nota che non giungono voci dalla parte del «grande sonno». Furio Colombo