Qui colpirà I'America di Giuseppe Fedi

Se deciderà la rappresaglia contro Gheddafi, Reagan distruggerà basi missilistiche e Aviazione libiche Se deciderà la rappresaglia contro Gheddafi, Reagan distruggerà basi missilistiche e Aviazione libiche Qui colpirà I^America Craxi crìtica ancora gli Usa «I blitz militari non servono» L'operazione, definita «chirurgica» dal Pentagono, ha già un nome: Air Defense Suppression Campaign Tre possibilità: impiegare la Sesta Flotta, i bombardieri F-lll di stanza in Inghilterra, le fortezze volanti B-52 del Nord Dakota, rifornendole in volo - Solo 80 aerei di Trìpoli (su 500) sono in grado di volare adiacenti; gli aeroporti militari di Um Aitiqah presso Tripoli, di El Adem a Sud di Tobruk, e di Auzozou, nella fascia del Ciad occupata dai libici. La Air Defense Suppression Campaign era lo stadio numero tre del piano d'attacco americano, due settimane fa. Dal punto di vista politico e militare, lo strumento meno rischioso per la ritorsione sarebbe la Sesta Flotta. Insie¬ di stanza in Inghilterra; mandare le superfortezze volanti B-52 dal Nord Dakota, rifornendole in volo. In ogni caso, se e quando scatterà, la rappresaglia sarà assai più grave di quella di due settimane fa: l'operazione è definita 'Chirurgica» dal Pentagono, ed è stata battezzata 'Air Defense Suppression Campaign; campagna per la soppressione della difesa aerea libica: l'obiettivo, cioè, sarebbe la distruzione delle basi missilistiche e degli aeroporti, oltre che di alcuni porti. I bersagli civili, contemplati in un primo momento,, sono stati quasi tutti eliminati, ci ha detto il consulente del Pentagono, «per non rischiare la vita dei tecnici e degli operai stranieri, italiani compresi'-, sull'elenco rimarrebbero solo due o tre giacimenti petroliferi o gasdotti Reagan scarterebbe anche i 25 campi d'addestramento dei terroristi individuati dalla da: l'esperto della George town University Henry Schiller ha dichiarato al Wall Street Journal che 'Sono stati probabilmente abbandonati, perché anche i terroristi leggono i giornali» Secondo il quotidiano, Reagan ha ricevuto daU'Urss indicazioni che essa non interferirebbe se gli obiettivi fossero solo militari. Il mese scorso, alla vigilia dei combattimenti della Sirte, i sovietici ritirarono prudentemente le loro unita, da guerra. In una serie di bombarda menti sulla Libia, la Sesta Flotta, gli F-lll o le superfortezze volanti — una versione moderna di quelle usate in Vietnam — si concentrerebbero sulle postazioni costiere, per non esporre i piloti a eccessivi pericoli. Bersagli principali sarebbero di nuovo la base dei Sam-S — i missili sovietici terra-aria — di Sirte, e quella di Bengasi; i depositi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — A poco a poco, emergono i particolari dei piani militari americani contro la Libia discussi l'altro giorno in una riunione segreta del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. Secondo quanto 6 trapelato dal Pentagono, e quanto ci è stato confermato da un suo consulente sull'antiterrorismo, 11 Presidente ha di fronte a sè tre scelte: impiegare la Sesta Flotta come fece il mese scorso nel Golfo della Sirte; ricorrere ai bombardieri F-lll La «Dpa» pubblica la versione dei servizi segreti sull'attentato di Berlino Ovest me, le portaerei Enterprise — che sta facendo rotta verso la zona d'operazioni —. Cerai Sea e America — che si stanno riunendo nel Mediterraneo centrale — disporrebbero di circa 250 apparecchi. Il vantaggio di usare gli F-lll o i B52 è che si tratta di bombardieri di capacità assai superiore a quella degli A-6 o degli A7 in dotazione alle unità navali. Ma il loro impiego scatenerebbe polemiche al¬ l'interno della Nato, ed esporrebbe a una crisi il governo inglese. Il Pentagono ha sottolineato che Gheddafi dispone di oltre 500 apparecchi da guerra, di cui solo un'ottantina però sono in grado di volare (per mancanza di piloti: i pochi disponibili sono in maggioranza siriani). Per gli Stati Uniti non sarebbe dunque difficile eliminare l'Aviazione del colonnello. Lo ha detto all'ex premier maltese Mintoli - «Dobbiamo risalire alle responsabilità degli Stati, respingiamo le minacce libiche» - Un messaggio di Shultz a Andreotti ROMA — Craxi ha rinnovato le critiche ai metodi con cui l'amministrazione americana intende fronteggiare la grave crisi esplosa nel Mediterraneo. S con molta fermezza, prendendo lo spunto dall'incontro avuto ieri a Palazzo Chigi con l'ex premier maltese Mintoli, ha replicato alle affermazioni di Reagan e all'annuncio della possibilità di nuove rappresaglie contro la Libia. Questa crisi, ha ribadito il presidente del Consiglio, non può essere fronteggiata con le ritorsioni, né si può pensare di arginare il terrorismo internazionale con i blitz militari. •Siamo in grande allarme per la ripresa, non più episodica ma sistematica, del terrorismo internazionale — ha detto Craxi —. Restiamo dell'idea che il problema con il quale siamo alle prese non è solo quello di prevenire e lottare contro la costellazione dei gruppi terroristici. Ma anche quello di risalire alle responsabilità degli Stati della regione che nel loro confronti hanno avuto e hanno forme di tolleranza, quando non addirittura di sostegno». •Slamo di fronte a un crescente deterioramento delle relazioni, un groviglio di problemi che — continua Craxi — non può essere certo risolto con blitz militari. In ogni caso, noi dobbiamo ancora respingere con molta fermezza le minacce che da parte libica vengono rivolte all'Italia, configurando obiettivi sul territorio italiano, a Paesi amici della regione mediterranea». L'intervento del presidente del Consiglio segue un colloquio avvenuto mercoledì sera a Palazzo Chigi col numero due dell'ambasciata americana in cui, oltre ad una serie di raccomandazioni per combattere il terrorismo, veniva tra l'altro ' sollecitata una più stretta sorveglianza sull'attività dei diplomatici libici presenti a Roma. Nella polemica interna alla maggioranza. sull'atteggiamento di Andreotti durante la recente crisi esplosa nel Mediterraneo, è spuntata intanto un'altra lettera. Dopo quella inviato a Craxi giovedì scorso, Andreotti ha reso noto ieri il testo di un messaggio ricevuto da Shultz al termine della visita a Roma del segretario di Stato americano. Una lettera con cui il titolare della Farnesina cerca dì spuntare le armi a quanti lo hanno accusato di essere entrato in rotta di collisione con l'amministrazione Reagan. Nella lettera, che costituisce un formale indirizzo di saluto dopo la visita ufficiale, Shultz scrive: «I nostri incontri sono stati utili e produttivi. Gii eccellenti rapporti tra i nostri due Paesi continuano ad evolversi e a migliorare per tenere il passo con le nuove sfide che affrontiamo. Inevitabilmente — sottolinea il segretario di Stato — si verificheranno delle differenze tra di noi, tuttavia la continuazione di strette consultazioni del genere che abbiamo avuto negli ultimi giorni rende la nostra collaborazione più efficace e fruttuosa». Fin qui la lettera di Shultz ad Andreotti, la cui diffusione probabilmente non piacerà alla presidenza del Consiglio che una settimana fa, quando è stato reso noto il testo della lettera di Andreotti a Craxi, è intervenuta polemicamente. E ciò potrebbe rinfocolare le polemiche nella maggioranza che Andreotti ha di nuovo smentito, affermando ieri che nel governo «esiste una politica estera, quella approvata dal Parlamento e che l'esecutivo ha proposto ed esegue». Giuseppe Fedi