Prima i soldi, le norme poi
Prima i soldi, le nome poi Prima i soldi, le nome poi Secondo alcuni presidenti la regolamentazione degli ingaggi è «cosa loro» - La legge 91 Alcuni dirigenti del calcio rispondono al ministro Lagorio. Il tono prevalente (non di tutti, precisiamo subito) è chiaramente permeato da un certo fastidio. Le società (tante) sanno benissimo di avere bilanci sul filo del rosso, se non sul rosso fisso, e vogliono subito sòldi dal Totocalcio. Per le regolamentazioni richieste c'è tempo. Più concreto, il sottolineare le discrepanze della legge 91. Ma l'obbligo di reimpiegare nel club solo i guadagni non è stato comunque rispettato, ed il «nero» è diffuso attorno ai contratti dei giocatori. Sila sentiamo 11 parere degli esponenti di alcuni club. VIOLA DISSENTE — Il presidente della Roma commenta: «Lo Stato ha il dovere di dare al calcio ciò che gli spetta in ossequio all'istituto delle società per azioni. Non deve essere una elemosina, ma il riconoscimento di un diritto. Inoltre bisogna chiarire una volta per tutte l'equivoco esistente sulle società senza fine di lucro. Posso anche condividere il pensiero di Lagorio sul tetto degli Ingaggi e sul meccanismo del parametri, ma questi sono affari nostri». pellegrini: solo noi? — Per il massimo esponente dell'Inter «...è tutto il mondo del calcio che deve riflettere un attimo: dirigenti, è vero, ma anche l'Associazione calciatori, 1 giocatori, i loro procuratori e gli organi federali. Ed infine 1 padri della legge 01, le cui conseguenze negative sono sotto gli occhi di tutti». _ Anconetani respinge — secondo il presidente del Pisa «Lagorio non conta, conta quanto ha detto il presidente del Consiglio. Il calcio ha già presentato un programma (quale, se Sordillo dice che è in preparazione? n.d.rj che non può essere né smentito, né discusso, essendo stato avallato sia dal presidente che dalla giunta del Coni Cosa dobbiamo fare di più, smettere di giocare al calcio? Vedremmo in questo caso chi sarebbe avvantaggiato. Io sono legalitario, sono per l'ordine e per il rispetto delle realtà, e solidale col presidenti che a loro volta devono rispettare maggiormente gli impegni presi». nizzola distingue — Accorata risposta dell'amministratore delegato del Torino: «Nelle parole di Lagorio c'è della verità. Bla non credo al patti d'onore su calmieri o altro. Le società dovrebbero viaggiare In base agli incassi e basta. Si potrebbero stabilire dei tetti solo fra club di pari potenza economica. Noi ci siamo adeguati da soli. A parte 11 problema degli ammortamenti, che seguiamo con attenzione, mi vergogno persino di dire che dodici dei nostri giocatori, su diciassette, guadagnano meno di 200 milioni all'anno di ingaggio. Non so neppure come facciamo a tenerceli, con le cifre che si sentono in giro. Sulla dizione delle Spa senza scopo di lucro, sono d'accordo nel considerarle un controsenso». MANNI IT CRITICO — Il direttore sportivo del Perugia sostiene che «...quello di Lagorio è un discorso fine a se stesso, in uno Stato assistenziale come il nostro dove vengono corrette certe situazioni, mi riferisco al cinema, al teatro, alla stessa stampa, ai finanziamenti dei partiti con contributi pubblici. Il caldo da quarant'anni non chiede niente, eppure ha prodotto ricchezza, ha svolto un ruolo sociale r. s.
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