Per Bruneri e Canella si allarga lo scandalo di Ugo Buzzolan

Per Bruner! e Camelia si allarga lo scandalo In tv le 2 puntate del film di Festa Campanile Per Bruner! e Camelia si allarga lo scandalo Anche se tra la fine degli Anni 20 e l'inizio degli Anni 30 c'erano in Italia cose più gravi e preoccupanti, l'argomento principale di discussione — in famiglia, e anche nei locali pubblici dove troneggiava il cartello « Vietato parlare di politica* — era il caso Bruneri e Canella. Un caso nato in sordina a Torino: era stato un cronista de La Stampa, poi venerato maestro di giornalismo, Ugo Pavia, che per primo si era interessato allo sconosciuto — un vagabondo smemorato — accolto dall'ospedale psichiatrico di Collegno: i suoi pezzi, acuti nelle descrizioni e nelle indagini, avevano fatto scoppiare la bomba, e la distinta, virtuosa, cattolica signora veronese Canella aveva riconosciuto nello smemorato il proprio marito, il professor Canella cosperso in guerra; ma subito dopo c'era stato chi senza esitazioni lo aveva identificato per il tipografo torinese Mario Bruneri, anarchico dal passato avventuroso. Si sa che il tribunale si era poi pronunciato per Bruneri; ma l'ex smemorato, riacquistata la memoria (veramente?), sosteneva il contrario, era certo di essere il facoltoso e rispettabile professor Ca- nella, e come tale era destinato a finire i suoi giorni, molti anni dopo, in una tenuta del Sudamerica assieme alla signora che si era sempre proclamata con ardente convinzione la sua legittima consorte. E' chiaro che il caso va al di là dei fatti contingenti e investe esistenziali problemi di identità, doppia identità, simulazione, enigma insoluto, •commedia* e realtà, tormentosa ricerca di una verità che non viene mai raggiunta perché continuamente inquinata di ombre e di dubbi, e al centro dell'inestricabile viluppo sta una persona che è vista in un modo dagli uni e nel modo opposto dagli altri... Pareva che le teorie di Pirandello trovassero un esatto riscontro nella cronaca; e difatti nel 1930 Come tu mi vuoi ribadisce l'allucinante rispondenza attraverso un testo che è tutto un'allusione, sin nel titolo. Il cinema non aveva mai trattato seriamente il tema: lo fa nel 19S4 con Uno scandalo per bene, ultima opera di Pasquale Festa Campanile su sceneggiatura di Suso Cecchi D'Amico, protagonisti Ben Gazzara e Giuliana De Sio, film presentato a Vene- soie." i , ...„..., jj Attenzione, però: la pellicola, una coproduzione di Raidue, era stata girata in due versioni. Sul video, tra stase¬ ra e dopodomani, vedremo la versione ampia, che è quella originale, com'è stata pensata e strutturata in partenza dalla sceneggiatrice e dal regista, una versione che rispetto a quella di sala ha circa un'ora in più, il che non è poco. Nella sua edizione ridotta il film aveva raccolto alcuni elogi e svariate riserve. Gli elogi riguardavano soprattutto la cura formale, la perfetta rievocazione di costumi e ambienti d'epoca, l'eleganza della cornice. Le riserve erano sulla sostanza, la storia non sembrava avere la grinta per decollare dall'intrigo e assumere inquietanti significati psicologici e sociali, preferendo invece affidarsi a facili effetti di dramma •d'eccezione*, e scivolare sin troppo spesso nei risvolti erotici coniugali (o non coniugali, secondo i punti di vista). Può darsi — questo è un punto importante — che la versione tv, con un'ora di aggiunta distribuita fra la prima e la seconda parte, restituisca al film il suo equilibrio e gli dia la possibilità di affrontare con maggiore respiro la complessità e l'ambiguità del caso. Mi aveva detto Festa Campanile al festival di Venezia deH'W.^rt«La versione., àtì^hÓ^pi^poìmpleta e pf£; esauriente e soddisfacente per tutti, è quella che si vedrà in tv». Ugo Buzzolan Ben Gazzara con Giuliana De Sio in «Uno scandalo per bene»

Luoghi citati: Collegno, Italia, Torino, Venezia