Agguato terroristico ad Atene, industriale ucciso di Mimmo Candito

Agguato terroristico ad Atene, industriale ucciso Settantanove anni, dirigeva un complesso di acciaierie: il delitto rivendicato dal gruppo «17 novembre» Agguato terroristico ad Atene, industriale ucciso Un giovane gli ha sparato sotto casa • Dopo gli attentati contro uomini legati ai colonnelli, l'organizzazione sembra voler imboccare il percorso delle Br DAL NOSTRO INVIATO ATENE — Seguendo un percorso che in qualche modo pare imitare l'itinerario tragico delle Brigate Rosse, il gruppo terroristico «17 Novembre» ha ucciso stavolta uno del grandi patron dell'industria greca, Dimitris Angelopulos, 79 anni, presidente delle Acciaierie Halivurlghiki. E' stato, quello di ieri mattina, un omicidio come i tanti che avevano segnato le nostre cronache negli Anni Settanta: un giovanotto aspetta la vittima sotto casa, la segue per qualche passo, poi al primo angolo di strada tranquillo le spara addosso un caricatore e scappa via, perduto tra la folla. Sono le 9 e mezzo del mattino, a terra resta il sangue, i bossoli sparsi sul marciapiede, le grida soffocate dei passanti.Jl $'è■tantino di rlvenSJc^pi^e agirne trovato ad un centinaio di metri, con le motivazioni ideologiche di un'utopia di¬ sperata. Atene ieri poteva valere come Roma qualche anno fa, 0 forse Torino, o Milano. Le cronache del terrorismo hanno rituali drammaticamente monotoni, senza più storia. I quattro fogli dattiloscritti pescati In un cestino di piazza Kolonaki raccontano la ricerca di simbolismi estranei alla vita di questo Paese, e dietro 1 quali si nascondono solo i segni di un'amara follia. Kolonaki un tempo era il cuore pigro e cerimonioso della vita politica greca; nel suoi caffé all'aperto si facevano i governi e le crisi, si armeggiava sulle scissioni, si pagavano i favorì e le fortune. Che ora vi si debbano raccogliere invece 1 volantini terroristi spiega quanto stia mutando la vita politica ateniese, e quanto si pitale tensioni e manovre destabilizzanti i cui fili partono da chissà dove. Le azioni terrorìstiche di WW#& questo gruppo «17 Novembre» sono infatti chiuse in un intrico ambiguo e sospetto di interessi, dove i beneficiari del terrore possono appartenere a tanti campi, a molti. Prima sono stati colpiti 1 politici, i militari, i giornalisti, ora è il turno degli industriali. La liturgia dei killer manda echi già vecchi, ma qui con una nota ancora più stridente: il «17 Novembre» non può rivendicare nemmeno quella rappresentatività estrema di una classe operaia in crisi che le Bierre, almeno all'inizio del loro percorso di morte, mostravano comunque di volere. n gruppo terrorìstico ha cominciato il suo «lavoro» dièci anni fa, 1128 dicembre del '75, quando uccise il capo dell'ufficio ateniese della da, Ri>Fcl&r& Welsh. Un JMnVaopo1 toccò ad Evangelios Mallios, capo della polizia politica al tempo dei colonnelli, uno dei torturatori più feroci negli aPcpU«uqcodscvuzdvgdpntr'cscpd anni della dittatura; e poi a Pantelis Petru, ufficiale anche lui tra i più duri del reparti «celeri» della polizia. Uno alla volta, In dieci anni il «17 Novembre» ha colpito e ucciso figure coinvolte in qualche modo nella storia del colpo di Stato del '67 o negli orientamenti conservatori del nuovo corso greco. La sua linea pareva voler seguire un tracciato dove il corso della vendetta assumeva connotazioni spietate, in una sorta di giustizia rivoluzionaria. Sarebbe eccessivo dire che i suol attentati trovavano l'approvazione della gente, ma certo nella scelta degli obiettivi operava sempre un criterio di larga sintonia con molti settori dell'antifascismo, di quello che era rimasto in, patria a lavorare 'cotì piurà'nellà'feeMtóMdei stinità~ma -anche-dr-qucHo che da fuori aveva brigato e pregato per una rapida fine dei colonnelli. A Kolonaki, nei caffé all'aperto dove il pomeriggio dura un giorno intero e dove deputati e giornalisti fanno le vere cronache parlamentari, si raccontava addirittura che il «17 Novembre» avesse le sue teste pensanti proprio tra quegli antifascisti che erano rimasti delusi dal difficile ritorno della democrazia, gente che aveva imparato troppo il gusto della giustizia diretta e del mondo tagliato in due, o bianco o nero. Solo che dagli «obiettivi» scelti in un filo logico con gli anni della dittatura, il gruppo terroristico era poi passato progressivamente ad altre scelte, più disperate, che trascinavano brutalmente la dialettica politica nel terreno chiuso dello scontro armato. E a novembre dello scorso f armeT>fetlteccato, ad ìflKttSKz^ >elare della polizia, fatto- salta- zre in aria con un telecomando; ora tocca a un vecchio industriale di uno dei settori cgmhloapccccscphnEdpdncsd e% Wnifenttf tiha-iAri»pTég&? zlone credibile- eppure tutto che meglio rappresentano la gravità della crisi dell'economia in questo Paese, La sinistra in Grecia non ha alcuna tradizione di violenza, né la depressa classe operala di questa società anomala (gli operai sono 11 25 per cento, contro 11 30 per cento del contadini e il 45 per cento di Impiegati e «trafficanti» del servizi) ha mai accompagnato con le armi 1 suol frequenti ma tranquilli cortei di sciopero. I gruppi poi dell'estrema sinistra che hanno i loro centri politici nel vecchio quartiere di Exarchia sono tanto infiltrati dalla polizia che c'è odore di piedipiatti perfino nelle stradine. Si finisce allora per cadere nel soliti, vecchi intrichi delle cronache del terrorismo, si tiene in "un gioco delicato di rimandi ideologici. Mimmo Candito

Persone citate: Dimitris Angelopulos, Welsh

Luoghi citati: Atene, Grecia, Kolonaki, Milano, Pantelis Petru, Roma, Torino