Tripoli chiamò Berlino: bravi di Mario Ciriello

Trìpoli chiamò Berlino: bravi Intercettazioni Usa fra Tripoli e l'ambasciata sulla bomba di sabato Trìpoli chiamò Berlino: bravi Sotto accusa un diplomatico libico già coinvolto in atti di terrorismo - Reagan preme su Bonn per sanzioni contro Gheddafi - Kob! potrebbe ridurre la rappresentanza della Jamabiriyah nella Repubblica federale - Condizione diffìcile per le migliaia di tedeschi che vivono nel Paese nordafricano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Ufficialmente, Bonn tace: ma non sembra esservi dubbio che Washington ha chiesto al governo tedesco — e, pare, ad altri governi europei — di •associarsi» alle sue sanzioni contro la Libia. E' soltanto una delle molte notizie piovute, tra ieri pomeriggio e iersera, su questa capitale, nella scia dell'attentato di sabato contro la discoteca «La Beile» a Berlino Ovest. Si è appreso che 11 giornale Bild Zeitung additerà oggi in un diplomatico libico a Berlino Est il 'possibile organizzatore» dell'attacco. Si è appreso che il cancelliere Kohl stuellerà l'opportunità di espellere due membri dell'Ufficio Popolare Libico. La Blld Zeitung (5 milioni e mezzo di copie) non è certo la bocca della verità, ma, per molti e oscuri motivi, è fonte informatissima sui segreti dei vari intelligence services. Ecco perché non si possono ignorare le vistose rivelazioni odierne di questo foglio scandalistico, rivelazioni secondo le quali le autorità tedesche sospettano che El Amin Abdullah El Amin abbia diretto o coordinato l'attentato antiamericano a Berlino Ovest. Fino al lùglio dello scorso anno, El Amin aveva servito Tripoli a Bonn, presso l'Ufficio Popolare Libico. Poi era sparito: forse — suggerisce la Bild Zeitung — perché coinvolto nell'assassinio, quattro mesi prima, pure a Bonn, di Gebril El Denali. All'inizio di quest'anno. Al Amin sarebbe ricomparso: ma, questa volta, alla rappresentanza diplomatica libica a Berlino Est. E da 11, dietro 11 Muro, in territorio straniero, avrebbe tessuto la mortale trama. E' un'informazione che sembra trovare una conferma nella notizia secondo la quale Washington avrebbe consegnato a Bonn nastri di conversazioni fra Tripoli e l'ambasciata a Berlino Est. Le intercettazioni rivelerebbero che Trìpoli si •congratulò», sabato stesso, con 1 suoi diplomatici per lo scoppio nella discoteca. Non corretta, invece, e già smentita, la notizia, pure sulla Bild Zeitung, dell'arresto all'aeroporto di Francoforte di due kuwaititi. Le intercettazioni TripoliBerlino Est farebbero parte del «pacchetto di prove» grazie al quale il presidente Reagan tenta nuovamente di mobilitare la Repubblica federale contro la Libia. (Il prì mo tentativo fu compiuto dopo gli attentati'a Vienna e a Roma, con diciotto morti e cento feriti). Washington vuole una partecipazione alle sanzioni economiche e un taglio al numero dei «diplomatici» nell'Ufficio Popolare Libico a Bonn. Il governo federale rifiuta qualsiasi commento, ma l'ambasciata Usa a Bonn conferma che «colloqui sono in corso con vari amministrazioni europee». Per ora, un fatto solo è certo: occorrono prove ben convincenti per far breccia nella circospezione tedesca. L'espulsione di due membri dell'ambasciata libica a Bonn pareva iersera possibile, forse probabile. Ma, sulle sanzioni, Kohl si muoverà con i piedi di piombo. Molte migliaia sono i tedeschi in Libia. Mario Ciriello

Persone citate: El Amin Abdullah El Amin, Gheddafi, Kohl, Reagan