Il fattaccio di Renato Cantoni

Il fattaccio Il fattaccio Il colpo subito ieri dalla Borsa è giunto per molti inaspettato. C'era eccessiva fiducia che il rialzo continuasse senza soste e, nonostante l'intensificarsi di realizzi dinanzi a quotazioni spesso al di fuori di ogni realtà, si allargava a macchia d'olio la schiera dei compratori che desideravano prendere parte a questa distribuzione di ricchezza rapida. Vi erano però stati alcuni campanelli d'allarme come i ribassi a Wall Street e a Tokyo, la «delusione» per il dividendo Montedison, risultato nettamente inferiore a diverse previsioni giornalistiche, e l'operazione di aumento del capitale della Fiat, tecnicamente ineccepibile, ma diversa da quanto «radio-Borsa» fantasticava. Va aggiunto che anche alcuni grandi e sperimentati finanzieri avevano dichiarato pubblicamente che l'andamento del mercato induceva a perplessità. Mettendo insieme tutti questi elementi ne è risultato un clima nervoso e preoccupato e la settimana scorsa hanno dominato incertezze e irregolarità. Lunedi, conosciuto il testo del comunicato del consiglio di amministrazione Fiat, si sono sgonfiate alcune operazioni speculative a breve termine e i ribassi sono stati contenuti a stento. Nessuno si aspettava però quello che è accaduto ieri mattina: i compratori si sono assottigliati e sono affiorate vendite diffuse che sono cadute nel vuoto. Da qui tonfi verticali per diversi valori, con l'indice che a un certo punto aveva perso addirittura 1*8,6 per cento. E' stato un momento drammatico ma, come capita spesso in questi frangenti, il panico nascente è stato annullato da alcuni interventi tonificatoli. Cosi a fine riunione le perdite sono state limitate al 5,50 per cento. Ora la domanda che si pongono operatori e investitori è una sola: il «fattaccio» di ieri è il segno di un'inversione di tendenza oppure di un eccesso di reazione tecnica dopo un lunghissimo ininterrotto rialzo? Una rispósta è impossibile; si può dire solo che assisteremo nei prossimi giorni a riunioni nervose con frequenti alti e bassi e senza una precisa direzione. Quello che più. importa è non perdere la testa e non agire sotto la spinta delle emozioni con decisioni avventate. Di polpa la Borsa ne ha messa in magazzino moltissima e vi è largo spazio prima di pensare al peggio. Renato Cantoni

Luoghi citati: Tokyo