Torna Moana adesso parla di Gianni Rondolino

Torna Moana adesso parla H film di Flaherty «sonoro» Torna Moana adesso parla TORINO — Aveva appena tre anni quando si imbarcò sul Sonoma, con i genitori, le sorelle e lo zio, alla volta dell'isola di Savaii nei lontani Mari del Sud. Monica Flaherty non sapeva probabilmente che cosa sarebbe successo laggiù, ma i due anni passati nel villaggio di Safune, mentre il padre, il grande Robert Flaherty, stava girando Moana, furono per lei un'esperienza indimenticabile. Cosi, cinquantanni dopo, nel 1975, volle tornarvi. Ma questa volta con uno scopo ben preciso: raccogliere e registrare canzoni, dame e voci degli isolani per comporre la colonna sonora del film, che era uscito, muto, nel 1926, suscitando l'entusiasmo della critica e del pubblico di tutto il mondo. Ora è a Torino per presentare, in prima italiana, questa nuova edizione sonorizzata di Moana, oggi al Cinema Centrale, in una serata organizzata dall'Aiace con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura della Città di Torino e la collaborazione del Museo Nazionale del Cinema. E si preannuncia, questa serata, altrettanto indimenticabile di quel lontano soggiorno di Monica Flaherty a Savaii. Intendiamoci, seppure assente degli schermi da molti anni, Moana è un film relativamente noto, studiato e analizzato criticamente in tutti i saggi e i libri su Flaherty. Non si dice nulla di nuovo sostenendo che esso è fra i più lirici e Intensi poemi cinematografici che siano stati realizzati. Come sempre, ma forse ancor più in Moana, la cinecamera di Flaherty perlustra i luoghi, gli ambienti, la natura con quel 'Candore' che riesce a conferire un alto grado di 'Verità' all'immagine. E i personaggi che vi si muovono, naturali e veri anch'essi come la natura circostante, sono i protagonisti d'una storia individuale che è la stessa Storia dell'Uomo, fra natura e cultura, sentimento e intelletto. E poiché l'immagine cinematografica, nell'opera di Flaherty, è talmente intensa e significativa da assorbire interamente l'interesse dello spettatore, può darsi che la musica, la parola, il canto, che pazientemente e coraggiosamente la figlia Monica ha voluto aggiungere al film, non ci diano nulla di nuovo, di •significativamente' nuovo. Ma forse questa è una valutazione preconcetta, che nasce da una sorta di diffidenza nei confronti di alcune operazioni azzardate di sonorizzazione di film muti. Nel caso di Moana, stando anche all'opinione di chi l'ha visto, la questione è diversa. Si tratta di un'intelligente e sensibile integrazione di elementi concomitanti, immagini e suoni e parole, che tendono a ricostruire una situazione irripetibile: la vita a Savaii negli Anni Venti. Ed è questa esperienza unica, vissuta allora dai Flaherty, che la nuova edizione integrale e sonora del film ci resti- ifc"J»'(f*«a che.'nói oggi possiamo rivivere grazie a un film che è tra i capolavori del cinema documentaristico. Gianni Rondolino

Persone citate: Flaherty, Monica Flaherty, Robert Flaherty

Luoghi citati: Torino