La rivolta nei quartieri di Marina Cassi

La rivolta nei quartieri Senza poteri e senza mezzi il decentramento rischia di fallire La rivolta nei quartieri Dopo la denuncia di Salvo Di Salvo («Siamo burocrati passacarte, slegati dalla gente») scendono in campo gli altri presidenti di circoscrizione - «La legge è stata applicata in modo riduttivo rispetto ad altre città, come Milano o Roma» - Chiesti al Comune bilanci autonomi e deleghe per numerosi settori .Siamo dei burocrati passacarte, slegati dalla gente, senza poteri e sema personale. Se qualcosa non cambia, l'intera esperienza del decentramento rischia di vanificarsi*. Con queste parole, nelle scorse settimane, il presidente della circoscrizione 10 •Mirafiori Sud», Salvo Di Salvo, aveva lanciato una provocazione «per smuovere le acque», annunciando l'Intenzione di dimettersi dalla carica. Sollecitati dal clamoroso gesto del collega. 1 presidenti delle dieci circoscrizioni cittadine si sono riuniti in assemblea ed hanno invitato Di Salvo a ritirare le dimissioni, pur «condividendo le sue preoccupazioni». Inoltre hanno steso una carta «di rivendicazioni» che invieranno alla giunta comunale. Si è aperto cosi, dopo anni di sommerse lamentazioni, un periodo di aperta conflittualità tra le circoscrizioni da un lato e il Comune dall'altro. Uno «scontro» che ha al centro la filosofia stessa del decentramento e le sue reali possibilità di esistenza. Le lamentele. In primo luogo i presidenti rilevano che la legge istitutiva del decentramento (la 278 del 1976) è stata applicata nella nostra citta in modo riduttivo rispetto ad altre grandi aree metropolitane (ad esempio Milano e Roma), conferendo alle circo scrizioni torinesi competenze e deleghe solo parziali. A questa deficienza specifica si assomma il ritardo da parte del Parlamento nell'approvazione di una nuova legge di riforma delle autonomie locali con l'istituzione delle municipalità (sul modello francese). Le richieste. Al Comune : presidenti sollecitano una serie di iniziative a medio breve termine «per rilanciare e rivitalizzare te circoscrizióni e migliorare il servizio reso ai cittadinU. In particolare, propongono che le circoscrizioni siano dotate di un loro bilancio aU'mtwrWj«l^«fioperare le scelU#l«W*19W * o ritenute prioritarie dalla circoscrizione stessa. Inoltre sollecitano il decentramento di alcune deleghe: del settore lavori pubblici con le manutenzioni straordinarie, e desettori cultura, sport, tempo libero, attività scolastichegestione del territorio. La conferenza dei presidenti ha anche proposto la ristrutturazione degli uffici e il loro potenziamento. Situazione attuale. Dalle parole dei presidenti traspare uno stato di malessere diffuso, misto alla delusione di chsi è visto riconoscere dal voto popolare (quasi tutti i presi denti attuali hanno ottenuto nelle amministrative demaggio '85 un altissimo numero di preferenze) un man dato carico di aspettative Spiega Lino De Lodi, veterano del decentramento, presidente della circoscrizione e presidente della conferenza dei presidenti: «Le nostre deleghe, come abbiamo più volte sottolineato, sono poche e parziali. Inoltre non abbiamo alcun potere sul personaleche dipende interamente daComune. Amministriamquartieri die ormai sono più popolosi di un capoluogo d provincia, ma non abbiamo ne" una macchina, né i fattorini. I presidenti percepiscono un milione lordo al mese, ma i coordinatori delle commissioni, assolutamente indispensabili se si vuole fare qualcosa, non sono riconosciuti e, come i semplici consiglieri, percepiscono soltanto le 35 mila lire lorde del gettone di presema ai consigli. Però, in realtà, sono in circoscrizione 4-5 ore al giorno, in permesso lavorativo non retribuito». Molto critico anche Pier Luigi Mosca, presidente della circoscrizione 6: «La gente si rivolge a noi, lamentando ad esempio che nelle scuole mancano i banchi, e noi non possiamo farci nulla; scriviamo in Comune e diamo inizio a una lunga trafila burocratica, Ci sono delibere della circoscrizione mandate in Comune a dicembre che non sono ancora divenute esecutive. Viviamo in una situazione strana e anomala: considerando che presidenti e coordinatori di commissione lavorano, tutta l'attività si svolge dalle 17- 18 in avanti, ma in quelle ore gli uffici sono chiusi perché funzionano con gli stessi orari dei dipendenti comunali. Cosi il coordinatore di commissione si deve anche fare il verbale della seduta.. Fazio Bello, presidente della circoscrizione 9, esprime preoccupazione: » Credo come inolti altri nel decentramento; siamo volontari e privilegiamo il rapporto con la cittadinama. Non possiamo, però, andare avanti sentendoci solo dei portavoce dei problemi della gente senza possibilità di dare risposte. La situazione di disagio attuale è frutto del modo in cui è stata applicata la legge a Torino, con una concezione restrittiva che ci impedisce di far funzionare il decentramento». Le circoscrizioni. L'esperienza del decentramento amministrativo si avviò nella nostra città nel '78 (dopo l'approvazione nel '76 della legge 278) al culmine di una lunga esperienza di partecipazione spontanea dei cittadini. Erano 23, e i 736 consiglieri erano stati designati dal Consiglio comunale. Nell'80, per la prima volta, i consigli di circoscrizione furono eletti direttamente dai cittadini. Nell'85, infine, il loro numero venne ridotto a dieci, facendo delle circoscrizioni vere e proprie città nella città. Gli organi del decentramento sono il presidente e il consiglio: funzionano anche sei commissioni per altrettanti settori Marina Cassi

Persone citate: Di Salvo, Fazio Bello, Lino De Lodi, Pier Luigi Mosca, Salvo Di Salvo

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino