Lo «zero» dei Maya e i colori di Nespolo

Lo «zero» dei Maya e i colori di Nespolo ARTE IN GALLERIA Lo «zero» dei Maya e i colori di Nespolo L'ideogramma universale («B Segno», corso Duca degli Abruzzi 12). Con una quarantina di nomi, anche notissimi (da Grìgnani e Spatola a J. Kolar) e con una significativa storicizzazione che muove da Arturo Martini e Mai-inetti — eppur tutta sottilmente intessuta nel suo poetico assunto — la mostra, ancora una volta curata dalla Bentivoglio, punta sul valore segnico del numero. Contemplazioni di Martini, realizzato in xilografia nel 1918, appare infatti — comininciando da quel segno romboidale dalle straordinarie analogie col glifo dello «zero» Maya — come «il primo libro asemantico della storia dell'arte.., vero e proprio documento cifrato della memoria genetica*. In esposizione, la pagina «libera» di Maria Ferrerò Gussago, con l'incognita, moltiplicata delle sue "X". e i conti dattilografati di Aglietti, le serrate vibrazioni scritte dai numeri del polacco Opalka e il puntinismo «Braille» delle cifre dell'Alloatti (ma puntiforme è ormai anche il carattere legato ai videoterminali). C'è dunque posto, in questa prospettiva, tanto per le variazioni di Chiari sul "quadrato magico" quanto per l'interpretazione del "tringolo di Pascal" data da Agnes Denes. Mario Micheletti (1892-1975) è rievocato, a poco più d'un decennio dalla scomparsa, da una mostra che al «Piemonte artistico e culturale» (via Roma 264) ha riunito una cinquantina e più di sue opere, da un Ritratto di Carlo Codebo del 1918, alla Chiesa di S. Croce del '74: una scelta di dipinti che nel ritratto come nel paesaggio e nella natura mostra ne illustra le doti d'un colorista amante della luce e d'una naturale gentilezza di modi che seppe trasmettere alla breve cerchia d'una sua «scuola» cominciando da Pinetta Gramola. Ugo Nespolo: serigrafie. Da «Guemica Arte» (via Gioberti 40) cinque serigrafie giganti — da cm. 160 a quasi due metri di larghezza — ripropongono, con un paio di bei disegni anch'essi piuttosto grandi, il modernissimo mondo tutto narrativo di Nespolo, e qui con le curiose rivisitazioni: Still-li/e e Kandinskij, Museo Lichtenstein, Atelier Calder: una sorta di doppio gioco interpretativo o, se di vuole, quasi di dialogo. Pino Mantovani, ben dotato, tra cultura e sensibilità, s'annuncia (da Brazzani, via Bari 26) con una sorta di straordinaria, originale rivisitazione, che ignora i vacui citazionismi alla moda. Egli ha certo guardato ad acque e nuvole leonardesche, ma per ritrovarne gli spiriti del mondo. Eccolo quindi sollevare dalle trame d'una juta quel tanto di materia che basta per impregnarla di impalpabili, luminosi pigmenti, e dar vita cosi a degli espressivi gorghi cromatici dove il fitto segno-colore diventa autentico emblema di presenze vive. an. dra.

Luoghi citati: Gussago, Nespolo, Piemonte