Non vogliono essere aboliti i 7 tribunali e le 12 preture di Claudio Cerasuolo

Non vogliono essere aboliti i 7 tribunali e le 12 preture Secche reazioni al progetto del Consiglio giudiziario del Distretto Non vogliono essere aboliti i 7 tribunali e le 12 preture In base alle statistiche sarebbero «inoperosi», per gli interessati «sono gli unici che funzionano» - Perché tenere in vita i rami secchi»? Perché non opprimere gli uffici giudiziari inoperosi, trasferendo i magistrati nelle sedi più oberate di lavoro? La proposta rimbalza di anno in anno, da decenni, in occasione di convegni e dibattiti. I magistrati della periferia, sostenuti dagli Ordini forensi e dai politici locali, l'hanno sempre respinta con decisione. Le polemiche più accese sono sempre finite nel dimenticatoio. Ora però le cose potrebbero andare diversamente. Il Consiglio giudiziario del Distretto Piemonte-Valle d'Aosta ha lanciato un appello al ministro di Grazia e Giustizia, Martinazzoli, per la soppressione delle sedi ritenute inoperose: 7 tribunali e 12 preture. Uno studio del Csm (Consiglio superiore della magistratura) ha calcolato gli indici di produttività dei magistrati in base alle sentenze firmate. Per un giudice di tribunale il coefficiente di lavoro deve essere pari a 5, per le preture pari a 0,50: 1 tribunali di Tortona, Acqui, Saluzzo, Pinerolo, Casale, Ivrea e Mondovl hanno tutti indici inferiori a 5; dodici preture hanno indici inferiori allo 0,50. L'autorevolezza del Consiglio giudiziario, che è presieduto dal più alto magistrato del Distretto, il presidente della corte d'Appello, Luigi Conti, e il fatto che l'appello per la soppressione sia basato sullo studio del Csm, hanno provocato reazioni più vi- orate che in passato da parte dei capi degli uffici interessati al progetto. Non uno dei magistrati interpellati dal cronista si è dichiarato favorevole al progetto del Consiglio. In tutti e sette i tribunali sono in corso lavori di ristrutturazione per miliardi: un segno tangibile dell'impegno dello Stato a mantenere questi uffici in vita piuttosto che cancellarli. Dice il presidente Santi Pirrone, catanese, da più di trent'anni trapiantato ad Acqui: '•Adesso siamo nei locali della pretura, stanno ristrutturando l'edificio del tribunale, costo due miliardi. Che senso ha per lo Stato spendere due miliardi per un tribunale che progetta di sopprimere?'. E aggiunge: «Ufi mancano quattro anni per andare in pensione, quindi non parlo per tirare acqua al mio mulino. I grossi uffici funzionano male, proprio perché sono grossi. La via piti ragionale da seguire è quella opposta al progetto di soppressione». A Mondovl come ad Acqui, a Tortona e a Saluzzo, la giustizia funziona bene. Per citare 11 presidente del Tribunale di Mondovl, Carlo Maroelio: mSe vogliono sopprimere delle sedi facciano un piano a livello nazionale e non solo limitato al Piemonte. La giustizia è un servigio che lo Stato deve garantire al cittadino: Una considerazione condivisa dal presidente del Tribunale di Tortona, Salvatore Spanu: «Sopprimiamo gli unici tribunali che funzionano e cosi rutto andrà allo sfa- scio. Da noi una causa dura in media un anno: a Torino o in altre grosse sedi ci vuole il doppio o il triplo». Dice il giudice Vincenzo Papille di Pinerolo: «71 nostro tribunale non è famoso solo come la Las Vegas dei divorzi, cerchiamo di sbrigare con celerità tutti i processi. Una causa che comincia oggi andrà a sentenza all'inizio dell'87». Contro il progetto di soppressione dei tribunali ingiustamente definiti «minori» si sono schierati gli Ordini forensi di Pinerolo e Saluzzo. Dicono gli avvocati: »Lo studio del Csm vuole contrabbandare per indice di produttività un dato puramente statistico, non dinamico, in funzione del quale gli uffici giudiziari ptii efficienti sono proprio quelli che lavorano di meno, avendo più arretrato da smaltire». Piuttosto che sopprimere sedi di tribunali, molti propongono di accorpare alcuni mandamenti delle preture nel circondario dei tribunali. Dice 11 giudice Antonio De Marchi di Ivrea: «La pretura di Donnas potrebbe benissimo essere accorpata ad Ivrea». Analoga sorte dovrebbe toccare a Carrù e Dogliani, che potrebbero passare sotto la pretura di Mondovl, naturalmente potenziando Iti' pretura di Ceva. Per il presidente del Tribunale di Casale, Paolo Velletri, ••il criterio adottato dal Csm è insufficiente. Il lavoro in ognit caso a noi non manca. Sono in aumento fallimenti, amministrazioni controllate, separazioni e divorzi. Abbiamo ormai processi con decine e decine di imputati (sofisticazioni, le promozioni facili all'Istituto Minerva) ed ora inchieste molto delicate come quella sull'inquinamento dell'acquedotto». Claudio Cerasuolo

Persone citate: Antonio De Marchi, Carlo Maroelio, Luigi Conti, Martinazzoli, Paolo Velletri, Pirrone, Salvatore Spanu, Vincenzo Papille