Per Parigi il blitz sul franco è diventato guerra di trincea di Enrico Singer

Per Parigi il blitz sul franco è diventato guerra di trincea Sfuma il tentativo di una svalutazione rapida (e vantaggiosa) Per Parigi il blitz sul franco è diventato guerra di trincea DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI'— Jacques Ohirac UaTJas», satò tutta la giornata di sabato nel 'suo'ufficio ad aspettare notizie dal conclave monetàrio di Ootmarsum. Ma la fumata è stata nera: la «battaglia del franco» si è rivelata più difficile del previsto e il neo-premier dovrà attendere anche oggi per sapere se gli altri, partner europei accetteranno le richieste francesi. O se lo costringeranno ad una, sia pure parziale, marcia indietro che sarebbe un colpo duro all'immagine — oltre che ai desideri —. del suo governo che ha appena due settimane di vita. Una cosa, ormai, è certa: il «blitz» tentato da Parigi per svalutare (almeno dell'8 per cento) la moneta francese rispetto al marco si è trasformato In una maratona estenuante dove ognuno, alla fine, farà le sue concessioni. Anche la Francia. E gli sperati vantaggi dell'operazione saranno ridimensionati. Un'ipotesi che già accende le polemiche. I socialisti, al potere fino al 16 marzo, parlano di «ingenuità», il carattere politico della svalutazione del franco era chiaro all'interno: non poteva certo sfuggire ai ministri e agli esperti economici degli altri Paesi'dello Sme. E in campo valutario 1 regali sonò merce rara. * 'Per"df più, il «pacchetto» di proposte che 11 super-ministro dell'Economia, Finanze e Privatizzazioni francese, Edouard Balludur, ha portato a Ootmarsum (stando alle indiscrezioni di fonte parigina) è davvero pesante. Prima di tutto l'entità della svalutazione, poi il modo di realizzarla: un ribasso del 4 per cento del franco e un pari rialzo del marco. E ancora: una svalutazione della lira del 4 per cento, con la contemporanea abolizione del «privilegio» concesso alla moneta italiana di oscillare all'interno del serpente con un margine superiore di un punto a quello delle altre divise. Richieste dirette ad assicurare a Parigi il massimo risultato dal riallineamento monetario. Esportazioni favorite nell'«area del marco» (oltre alla divisa tedesca anche il fiorino olandese dovrebbe rivalutare) ed Importazioni frenate. S'atu quo con l'Italia che, non solo in campo agricolo ma anche in quello Industriale, è concorrente temibile della Francia. Tutto questo in base alla teoria del franco «gigante dai piedi d'argilla» sostenuta dal nuovo governo di centro-destra dopo almeno due anni di test opposta accreditata dal predecessori socialisti di Chirac. Quando Edouard Balladur, ieri sera, ha chiesto il rinvio del negoziato di Ootmarsum a stamane, lo scoglio era proprio qui: nell'accertamento della reale salute del franco. Tra l'altro, all'avvio del «blitz» di Parigi (giovedì pomeriggio), senza l'ombrello del sostegno da parte della Banca di Francia, la moneta aveva perso soltanto il 2 per cento. Con un marco che, secondo molti osservatori, è attualmente sottovalutato di circa li 3 per cento, un riallineamento «credibile» potrebbe essere attorno al S per cento. I partner europei, si dice a Parigi, non contestano la svalutazione ma non sono disposti ad accettare che sia la Francia a dettare legge. In sostanza: Bonn rivaluterebbe il marco ma non del 4 per cento e Roma non seguirebbe la stessa sorte della moneta francese. Il governo Chlrac, In questo caso, dovrà rivedere molti dei suoi calcoli. Enrico Singer

Persone citate: Chirac, Edouard Balladur, Edouard Balludur, Jacques Ohirac