Più severi con chi sofistica

Più severi con chi sofistica Più severi con chi sofistica Alla Fiera dei vini inquietudine sul futuro del settore - L'esportazione piemontese ha reso 160 miliardi nel 1985, ora rischia di saltare - Gigi Rosso: «Tutto il Piemonte deve diventare doc, basta con i vini da taglio» - Alcuni consorzi hanno già deciso di autotassarsi per finanziare una campagna promozionale DAL NOSTRO INVIATO ALBA — .Basta con le facili parole e la solidarietà di maniera dei politici. Vogliamo leggi severe che smantellino una volta per tutte le cosche dei sofisticatoti e difendano veramente le aziende oneste e i consumatori-. All'uscita dal municipio di Alba, appena conclusi i discorsi inaugurali della fiera del vino di Pasco, c'è maretta fra i produttori. Il primo importante appuntamento promozionale del vino piemontese di qualità è arrivato mentre non accenna a placarsi la bufera dello scandalo dell'alcol metilico. Dall'estero giungono notizie di blocco totale delle importazioni dei prodotti dall'Itali;! e dal Piemonte in particolare. I bilanci delle 12 mila aziende vinicole dell'Albese e del Roero rischiano di saltare. L'esportazione nel 1985 ha reso 160 miliardi. Ora tutto è fermo, e chissà quando si riprenderà. Giuseppe Colla, presidente del consorzio di tutela del Barolo e del Barbaresco, affiancato da Gigi Rosso, altra firma di prestigio dei vini albesi, chiede interventi drastici: -Questa batosta del vino al metilico è peggio della peronospora che alla fine del se co io scorso distrusse i nostri vigneti. Ora dobbiamo fare come i nostri nonni, non serve piangere, bisogna darsi da fare: intervenire, chiudere le aziende colpevoli e impedire che tornino sul mercato con altre etichette-. Gigi Rosso va oltre: -Si è permesso per troppo tempo che certa gente usasse il buon nome del vino piemontese imbottigliando intrugli. Chiediamo ora che le bottiglie con i nomi dei nostri vini contengano solo il frutto della spremitura delle nostre uve. Basta con i tagli di prodotti da altre regioni. Tutto il Piemonte deve diventare doc-. -La nostra fiera — spiega il sindaco di Alba, Tomaso Zanoletti — ospita soltanto vini a denominazione d'origine controllata, oltre ai grandi Barolo e Barbaresco per i quali è garantita ogni partita di bottiglie. La decima edizione è quella della grande annata 'SS per le nostre barbere e dolcetti mentre fa il suo esordio in società il già nobile Barolo del 1982. Lo scandalo ci amareggia, ma sappiamo di essere nel giusto e abbiamo i mezzi per riprenderci-. I consorzi dei produttori e degli operatori vinicoli piemontesi hanno già deciso una sorta di tassa su ogni bottiglia per creare un fondo da utilizzare per una grande campagna promozionale. «Afa dobbiamo evitare di costruire sulla sabbia — ha spiegato l'assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte, Emilio Lombardi —, soltanto quando saremo ben sicuri di aver ripulito tutto il settore potremo elaborare il progetto-. Lombardi è amareggiato: -Non siamo riusciti a far funzionare la struttura in grado di difendere consumatori e produttori onesti. Tutti gli organismi interessati hanno responsabilità, speriamo che fatti come questi obblighino il cambiamento di rotta, altrimenti dovremmo ammettere che Unterò sistema, compresi gli uomini, va cambiato-. -Ma dobbiamo cambiare anche mentalità — ammette Gian Luigi Biestro, direttore dell'Asprovìt, consorzio che raggruppa 23 cantine sociali e 2500 aziende singole —. Finora da queste parti c'era una sorta di omertà di paese. Si mormorava su chi pasticciava il vino e si notavano certi repentini arricchimenti ma per la regola del vivi e lascia vivere non si andava mai oltre la chiacchiera da bar. Oggi invece scopriamo con terrore che non siamo di fronte a semplici zuccheratori, questa è gente che taglia il vino con i veleni. Anche il silenzio degli onesti diventa colpevole-. Sono parole dure, amare, che testimoniano la consapevolezza della gravità del momento. Alla fiera, lucide bottiglie con le etichette istoriate, si propongono per gli assaggi. Con il biglietto (3000 lire) si ha diritto a otto degustazioni e una bottiglia di Nebbiolo d'Alba in omaggio. -Dobbiamo ricominciare — spiegano gli organizzatori — convincere la gente che non si porta a casa un veleno ma il frutto del lavoro di gente one sta-. Narzole, il paese dei Ciravegna, senza vigne ma con 200 commercianti di vino, è a soli 20 chilometri. Visto da Alba sembra però su un altro pianeta. Sergio Mlravalle

Luoghi citati: Alba, Barolo, Narzole, Piemonte