Intervento chirurgico in Messico per curare il morbo di Parkinson

Intervento chirurgico in Messico per curare il morbo di Parkinson Nel cervello di un paziente cellule delle ghiandole surrenali Intervento chirurgico in Messico per curare il morbo di Parkinson NOSTRO SERVIZIO PARIGI — Un gruppo di neurochirurghi messicani ha compiuto un trapianto di cellule delle ghiandole surrenali nel cervello di un uomo colpito dal Morbo di Parkinson. Un mese dopo l'intervento, l'equipe, diretta dal dottori Ignacio Madrazo e Colin Druker, ha definito «eccellenti» i risultati ottenuti. Il paziente, che era invalido, comincia già a camminare e, secondo i medici, presto potrà condurre un'esistenza normale. Il Morbo di Parkinson (studiato per la prima volta nel 1817 dal dottor James Parkinson) colpisce circa una persona su duecento tra la popolazione con oltre quarant'anni. Negli anni Settanta, nuove ipotesi sull'origine della malattia (anomalie cerebrali nelle concentrazioni di certe sostanze, come la dopamina) portarono alla messa a punto e alla sperimentazione di medicinali che allora suscitarono grandi speranze. Ma poco tempo dopo si è potuto accertare che questi ultimi non costituivano una terapia ideale: trascorsi alcuni anni, durante i quali si avvertivano i miglioramenti, i sintomi, spesso, si ripresentavano. Da qui l'idea di intervenire chirurgicamente sulle persone ammalate, impiantando nel cervello cellule capaci di sintetizzare naturalmente — tra l'altro — la dopamina. Queste cellule vengono prelevate nelle ghiandole surrenali degli stessi ammalati I primi esperimenti chirurgici furono fatti in Svezia, con l'approvazione della Commissione per l'etica dell'Istituto «Karolinska» di Stoccolma. 1 risultati delle ricerche svedesi stanno per essere presentati a una riunione scientifica intemazionale organizzata ner'i Siati Uniti dall'Accederai - delle Scienze di New York. Ma anche in Svezia l'entu¬ siasmo si sta temperando: dopo miglioramenti spettacolari, di circa sei mesi, i sintomi sono progressivamente riapparsi. Può darsi, hanno dichiarato i medici, a causa del numero troppo basso delle cellule trapiantate. Secondo il dottor Anders Bjorklund (dell'Università di Lund-Svezia) si tratta comunque di risultati «che lasciano ben sperare*. Altri esperimenti si stanno facendo su animali, utilizzando cellule prelevate da embrioni, e numerosi specialisti prevedono il ricorso alle tecniche chirurgiche per il trattamento di altre malattie degenerative, in primo luogo quella della demenza senile. Le prospettive aperte da questi lavori sono considerevoli. E' possibile, assicura il dottor Bjorklund, ristabilire nel ratti di laboratorio adulti alcune funzioni cerebrali che avevano perduto. Jean-Yves Nau Copyright «Le Monde» e per l'iteli», «la Stampa»

Persone citate: Anders Bjorklund, Bjorklund, Colin Druker, Ignacio Madrazo, James Parkinson, Parkinson

Luoghi citati: Messico, New York, Parigi, Stoccolma, Svezia