Neri e bianchi insieme: il Natal ci prova

Neri e bianchi insieme: il Nata! ci prova Conferenza promossa dal leader zulù (e boicottata dagli estremisti) su un piano di amministrazione congiunta: Pretoria sta a guardare Neri e bianchi insieme: il Nata! ci prova NOSTRO SERVIZIO JOHANNESBURG — La possibilità di un patto tra la principale «tribù bianca» del Sud Africa, gli afrikaner, e la maggior tribù nera, gli zulù, è da anni all'orizzonte del panorama politico. Ma finora è sempre sfumata ogni volta che si è tentato di affrontarla da vicino. E' un miraggio divenuto tangibile giovedì scorso, con l'apertura, a Durban, di una conferenza per discutere i dettagli di una coalizione tra amministrazioni nere e bianche del Natal, e .inventare» una reale politica multirazziale. L'idea venne lanciata tre anni fa da una commissione formata da esponenti di tutte le razze e voluta dal chlef Gatsha Buthelezi, primo ministro della home land tribale del KwaZulu. Il governo di Pretoria la respinse immediatamente. Dopo 19 mesi di disordini e violenze, però, e sotto le crescenti pressioni internazionali, il presidente Botha ha dovuto rivedere la sua posizione. Rappresentanti del Partito Nazionale, al potere in Sud Africa, partecipano alla indaba (conferenza in lingua zulù) di Durban come osservatori «animati da buona volontà, e per dimostrare il nostro impegno al negoziato». Se il piano andrà in porto, il Natal potrebbe diventare una regione con ampia autonomia, con un governo a maggioranza nera e senza apartheid, e rapporti con Pretoria analoghi a quelli' tra la California e il governo federale di Washington. Un obiettivo a lungo termine. La prima fase — sulla quale sono d'accordo Buthelezi e Radclyffe Cadman, capo dell'amministrazione provinciale bianca del Natal, ma non ancora Pretoria — prevede l'insediamento di una Joint Executive Authority, responsabile delle strutture amministrative e legislative, separane, di bianchi e neri. Il Gabinetto KwaZulu e il Provinclal Council del Natal, la sua •controparte bianca.-, avrebbero pari rappresentanza nella Jea, la cui presidenza verrebbe assunta a rotazione da Buthelezi e Cadman. Pretoria sembra disposta ad avallare questa prima fase; non è stato però ancora detto come verrebbe inquadrata, in questo sistema, la consistente comunità indiana del Natal. La seconda fase è molto più ardita: prevede la creazione di un organo legislativo congiunto nel quale, per quanto si sa, i neri avrebbero la maggioranza, considerata la loro consistenza numerica, al di là delle garanzie costituzionali previste per i gruppi di minoranza. Il precedente che verrebbe cosi creato sarebbe molto più difficile da digerire per Pretoria. Certo un Natal unificato — del quale fa parte Durban, il centro industriale più grande al di fuori della regione di Johannesburg e Pretoria — darebbe a Buthelezi una base di potere ben più credibile di quella attuale, che consiste in 40 frammenti di territorio in miseria, e ad economia agricola, sparsi per la provincia, e che insieme costituiscono il KwaZulu. E' un pericolo avvertito dai gruppi d'opposizione neri quali lo United Democratic Front e la sua emanazione locale, il Natal Indian Congress, che hanno respinto l'invito alla Conferenza. Il movimento nazionalista nero (fuori legge) African National Congress ha denunciato questo «raduno destinato a creare divisioni» e a «parcellizzare ulteriormente il nostro Paese già. "bantustaruzza- to"». L'iniziativa viene guardata con altrettanto sospetto dai partiti bianchi d'estrema destra, il conservatore e lo Herstigte Nasionale; anch'essi hanno rifiutato di partecipare. E l membri conservatori del Natal Provincia! Council hanno formato un gruppo, l'Action Whlte Natal, per contrastare il progetto. Quella del Natal è sempre stata una provincia «a parte» rispetto alle altre tre in cui è diviso il Sud Africa. Sul piano geografico, con le sue verdi, infinite colline, le piantagioni di canna da zucchero (gli indiani vennero .importati» per lavorarvi nel XIX secolo) e la costa dalla vegetazione subtropicale, contrasta con i grandi spazi vuoti, le praterie semiaride che occupano la maggior parte dell'altopiano interno. La capitale provinciale, Ptetermaritzburg, prende il nome da due voortrekkers boeri, Piet Retief e Gert Moritz; ma la Repubblica boera di Natalia ebbe soltanto quattro anni di vita, e passò sotto II dominio britannico nel 1843. La popolazione bianca, 586.018persone nell'83, è quasi tutta di lingua inglese. Ci sono poi 5 milioni 232 mila 135 neri, nella stragrande maggioranza zulù, 706 mila 691 indiani e 95 mila 479 coloureds, di razza mista: il 21 J> per cento della popolazione del Sud Africa, ammassata però nel 7,7 per cento del suo territorio. La densità, soprat¬ tutto nel grande e disordinato agglomerato urbano di Durban, ha creato un mosaico razziale incredibilmente complesso che ha sempre reso assurdi i precisi confini tracciati sulle mappe dell'apartheid dagli .ingegneri sociali» di Pretoria. Partecipando altlndaba di Durban, il governo Botha scende finalmente a patti con la realtà. Pretoria non ha particolari .interessi bianchi» in pericolo nel Natal, e non ha nulla da perdere usando la provincia come laboratorio per esperimenti costituzionali. Uno dei ministri più illuminati ha ammesso recentemente che è stato un gravissimo errore da parte del governo respingere la .via del Natal» quando venne proposta la prima volta. Tre anni fa, una risposta positiva di Pretoria sarebbe stata considerata una generosa concessione da una posizione di forza, oggi è un voltafaccia di fronte al nemico che avanza. E oggi anche l'opposizione dei neri radicali si è rafforzata, accrescendo il pericolo di una guerra aperta tra llnkhata conservatore di Buthelezi, IVdt e /'Ano. Aprendo la Conferenza, Buthelezi ha detto ai 750 dignitari, invitati e delegati che si tratta deII'«appuntamento che, in questa legione e in tutto il Sud Africa, abbiamo con il destino», che la riunione offre un'opportunità per «tagliare il nodo di Conilo del razzismo e dell'ingiustizia che sono costati cosi cari al nostro Paese», e che potrebbe costituire un bivio, decidere sei problemi del Sud Africa verranno «risolti pacificamente o nel sangue», le 34 organizzazioni rappresentate, a pieno titolo o in qualità di osservatori, hanno poi Incominciato i lavori a porte chiuse. La Conferenza potrebbe durare da tre a sei mesi; le riunioni si svolgeranno una due volte la settimana. La proposta che ne uscirà dovrà essere frutto di un «consenso», e dovrebbe venire sottoposta a referendum nel Natal Michael Hornsby Copyright «Times Newspapers» e per l'Italia «La Stampa» ■