Riprende il dialogo Usa-Urss Lettera di Reagan a Gorbaciov di Ennio Caretto

Riprende il dialogo Usa-Urss Lettera di Reagan a Gorbaciov Shevardnadze da Shultz per discutere la data del vertice Riprende il dialogo Usa-Urss Lettera di Reagan a Gorbaciov Secondo il Dipartimento di Stato i russi hanno rinunciato alla linea dura - L'incontro a novembre o a dicembre, dopo le elezioni americane DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Washington — Il segretario di Stato americano Shultz e 11 ministro degli Esteri sovietico Shevardnadze si incontreranno a Washington prima del 25 aprile, giorno della partenza ai Reagan per la conferenza delle sette potenze industriali a Tokyo, allo scopo di fissare la data e l'agenda del vertice del Presidente con Gorbaciov. Lo ha annunciato ieri il Dipartimento di Stato, aggiungendo che l'ambasciatore sovietico Dobrynin è ritornato nella capitale dopo due mesi di assenza con un messaggio personale del leader del Cremlino. Dobrynin lo consegnerà a Reagan in un incontro alla Casa Bianca martedì, lo stesso giorno in cui il Pentagono ha fissato un esperimento nucleare sotterraneo nel deserto del Nevada, il terzo in un mese, spingendo cosi l'Urss ad abbandonare la moratoria unilaterale osservata dallo scorso agosto. La dichiarazione del Dipartimento di Stato ha dissipato 1 timori che il summit venga annullato, timori alimentati dalla recente richiesta di Gorbaciov di un incontro con Reagan a Londra o a Roma, nelle prossime settimane, per discutere la cessazione dei test atomici. La visita di Shevardnadze a Washington segna infatti la ripresa del dialogo tra Usa e Urss interrotto dopo 11 vertice di Ginevra. Il ministro degli Esteri sovietico arriva a Washington con quattro mesi di ritardo rispetto a quanto previsto da Shultz, che aveva invitato il collega sovietico negli Stati Uniti già a gennaio. Ma dimostra che il Cremlino ha deciso in linea di principio di scartare la linea dura proposta da alcune correnti del partito e delle forze armate. Oltre al summit dovrebbe realizzarsi anche la visita di Reagan al Cremlino, in programma per l'anno prossimo. Il Dipartimento di Stato non fa tuttavia previsioni né sui colloqui Shultz-Shevardnadze né sulla data e 1 temi del vertice. Non esclude che 1 capi delle diplomazie delle superpotenze trovino un'intesa, ma ritiene più probabile che, di fronte alle difficoltà obiettive del dialogo, si concedano una pausa di riflessione e fissino il vertice per la fine di novembre o 1 primi di dicembre, anziché per giugno o luglio come preferirebbe Reagan. Il Presidente ha escluso il periodo agosto-set¬ tembre perché gli Stati Uniti si troveranno in piena campagna elettorale: ai primi di novembre verranno eletti i nuovi deputati e senatori, e Reagan teme che il Cremlino strumentalizzi il voto. Sul contenuto del messaggio di Gorbaciov si sa poco. Secondo le Indiscrezioni del Dipartimento di Stato contiene le risposte del Segretario generale del pcus ad alcune proposte di Reagan, compresa quella dell'invio di osservatori sovietici agli esperimenti nucleari americani (ma la risposta sarebbe negativa). Il messaggio rilancerebbe anche alcune proposte chiave del Cremlino, come la moratoria, e il no alle guerre stellari: Gorbaciov insisterebbe per una limitazione delle ricerche, condizione preliminare ad un accordo per la riduzione dei missili balistici intercontinentali e degli euromissili in Europa. In una lunga analisi sul New York Times, un ex funzionario del Dipartimento di Stato, Lesile Oelb, ha -però introdotto una nota di cautela nella ripresa del dialogo Usa-Urss, sottolineando che Gorbaciov e Reagan la interpretano in maniera molto diversa. «Gtt Stati Uniti e l'Unione Sovietica sono impegnati in una fondamentale prova di forza per definire la forma e la sostanza dei loro rapporti negli anni futuri — afferma Oelb —. Afosca sta cercando di fare del controllo delle armi atomiche il punto chiave delle discussioni come è accaduto all'epoca di Nixon e di Carter; l'Amministrazione Reagan, al contrario, si oppone a questa restrizione, e vuole che vengano portate in primo piano anche le dispute regionali, come quelle dell'Afghanistan e dell'Angola, e il problema dei diritti dell'uomo». Setondo Oelb il presidente Reagan sarebbe disposto a rinunciare a nuovi trattati sul disarmo, anche se sostiene di essere pronto a firmarli •se equi e verificabili: »Il Presidente è deciso a spingersi ben oltre il semplice contenimento — sostiene l'ex diplomatico —. Vuote sottrarre parte del Terzo Mondo all'in fluenza sovietica, promuovere la democrazia e non teme di introdurre nuovi motivi di tensioni con l'Urss». La conclusione di Oelb è che, •secondo Reagan, il passato dimostra che attribuendo eccessiva importanza al disarmo si fa il gioco di Mosca». Ennio Caretto