Biagi: così ebbi la borsa di Enzo Biagi

Biqgi: così ebbi Iti borsa Biqgi: così ebbi Iti borsa «Martedì mi telefonò Pisano: era il primo aprile e all'inizio pensai ad uno scherzo» - «Con lui non ho parlato di compenso; ha chiesto 25 milioni alla Rai, che non ha ancora pagato una lira» - E la presenza di Carboni in studio? «Doveva intervenire ad un'intervista, poi saltata, con Pazienza» - «Non sono imputato di niente» MILANO — E' durato oltre due ore l'interrogatorio di Enzo Bìagi, il giornalista conduttore della rubrica televisiva «Spot», raggiunto due giorni fa da una comunicazione giudiziaria che Ipotizza nei suoi confronti il reato di ricettazione: tanto gli è costata 1 esibizione dinanzi a milioni di telespettatori della borsa di Roberto Calvi e del suo contenuto. Al termine dell'interrogatorio, condotto dal sostituto procuratore Dell'Osso presenti due legali del giornalista, Biagi è ricomparso tranquillo e rilassato, forse un po' infastidito dai lampi dei fotografi. — Cosa può dirci? •Non molto, posso solo precisare che non sono imputato di niente, non ho trattato alcun acquisto con Pisana, nemmeno quello di una partita di gassose, non ho firmato niente anche perché non posso farlo.. — Ma ci può almeno ricostruire come sono andati 1 fatti? •Martedì a mezzogiorno mi chiama Pisano, che non è un venditore di tappeti, ma senatore della Repubblica e giornalista, e mi propone per "Spot" la borsa di Calvi. Non dimentichiamoci che martedì era il primo aprile, ed io sin dall'inizio ho pensato ad uno scherzo. Ami, anche mentre estraevo gli oggetti dalla borsa sotto l'occhio delle telecamere temevo mi capitasse in mano un gatto morto, una confezione di profilattici, insomma qualche cosa di sgradito che mi facesse fare la figura dell'allocco: — Quando ha capito che si trattava della borsa scomparsa quattro anni fa e non di uno scherzo? •Quando ho visto le fotografie di Calvi e dei suoi familiari. Quelle immagini le avevo già viste quando intervistai la vedova del banchiere. Allora non ho avuto più dubbi.. — La magistratura ha sequestrato presso la redazione di «Spot» la copia del contratto stipulato tra la Rai e Pisano che prevede un compenso di 25 milioni. Ne era al corrente? «Si tratta di una proposta di contratto unilaterale firmata soltanto da Pisano su un modulo standard che si usa per gli eventuali compensi a chi partecipa ai programmi. Fino a questo momento la Rai non ha sborsato una lira.. — Ma con Pisano lei ha parlato di soldi? •Ogni numero di "Spot" costa alla Rai dal 60 agli SO milioni. Gli ospiti e quanti collaborano vengono ricompensati per le loro prestazioni. Mi hanno detto che un celebre economista per esibirsi dieci minuti con la Carrà ha preteso e ottenuto 30 milioni. E questo vale per tutti i pro¬ grammi, anche per il mio. Ad ogni modo, io non ho trattato la parte economica, Pisano ne ha discusso con altri'. — Come spiega la presenza di Flavio Carboni in Rai proprio quel pomeriggio e 11 suo ruolo nel predisporre 1 colle' gamenti con Pellicani e con Vittor? •Carboni doveva intervenire nell'intervista che intendevamo fare a Francesco Pazienza. Dal sabato prima di Pasqua una troupe della Rai si trovava a New York per realizzare il colloquio con Pazienza, che all'ultimo momento ha mandato a monte tutto per sue ragioni che non ci ha voluto spiegare. Allora Carboni si è dato da fare, ecco tutto. E poi, proprio a causa di questo ripensamento abbiamo dovuto cambiare il programma della trasmissione, che prevedeva oltre alltniiérvista con Pazienza/anche un colloquio con il terrorista pentito Michele Viscardl..- Nel primo pomeriggio la redazione di «Spot» ha precisato sull'argomento: ^Nessuna intervista con Pazienza e con Viscardi è stata cancellata dalla scaletta della trasmissione del primo aprile perché non si era riusciti a realizzarle e non si sono ' ■M'ora realizzate.. — Ammette che in questa storia ci sono ancora punti oscuri, che necessitano di un chiarimento: la borsa di Calvi che riappare qualche giorno dopo la morte di Sindona ha scatenato i dietrologi di tutta Italia in decine di supposizioni più o meno credibili. •Posso soltanto dire che la storia della borsa è chiara da Pisano in giù, cioè da quando è arrivata alla Rai portata dal senatore missino e da Romano Cantore. Voi giornalisti eravate presenti quando la trasmissione è stata registrata, quando ho aperto la borsa, quando si sono preparati i collegamenti con Roma e Trieste. E poi, la Rai onorerà i suoi impegni in modo regolare, lo stesso farà la Mondadori. Siamo tutti in regola, ma da Pisano in giù; di quanto è avvenuto prima non ne so e non ne voglio sapere nulla. Posso solo dire che nella borsa non c'era gran che, credo che le cose importanti che Calvi portava sempre con se da tempo si trovino da qualche altra parte.. — Come è andato l'interrogatorio con il magistrato? •Molto bene. Tra l'altro, lo conoscevo perché mi aveva interpellato anni fa per sapere se ero al corrente di come l'ex proprietaria del "Corriere della Sera", Giulia ■ Maria Crespi, aveva ceduto il quotidiano a Rizzoli, Agnelli e Moratti. In quella occasione gli avevo dato da leggere un libro del cardinale Lercaro, nel quale viene citato spesso Umberto. Ortolani. Questa matti¬ na me lo ha restituito, con i ringraziamenti.. Domani mattina gli interrogatori continueranno: sarà la volta del direttore di «Panorama» Claudio Rinaldi. Per la vicenda della borsa di Calvi sono sotto inchiesta anche il redattore dello stesso settimanale Romano Cantore e il senatore missino Giorgio Pisano. . Gianfranco Modolo Milano. Enzo Biagi a Palazzo di Giustizia dopo essere stato ascoltato dal sostituto procuratore della Repubblica Dall'Osso

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