«lo, Shultz, Gheddafi» Il racconto di Andreotti di Ezio Mauro
«lo, Shultz, Gheddafi» Il racconto di Andreotfi Intervista con il ministro sul Mediterraneo in crisi «lo, Shultz, Gheddafi» Il racconto di Andreotfi «Ho parlato con il segretario di Stato di un ricorso all'Aia per la Sirte, ma gli Usa preferiscono le crociere della flotta» - «Forse dovrà rivedere le proprie tesi chi schiera la Libia tra le lunghe mani delTUrss» - «Non c'è mai statoli pericolo di una nuova Sarajevo» ROMA — Onorevole Andieottl, lo scontro tra Usa e Libia nella Sirte ha davvero rischiato di portare la guerra nel Mediterraneo? •Le dico la mia opinione: non penso che con la flotta sovietica nel porto di Tripoli vi fosse un vero rischio di confrontazione internazionale. Chi rievocava Sarajevo era a mio avviso fuori pista». Ma l'Italia cos'ha fatto, concretamente,-nelle ore di maggior tensione per evitare che la situazione precipitasse? «In perfetta sintonia con quanto concordato in sede Cee si sono fatti passi per scongiurare il ricorso alle armi, sempre pericoloso e tale da suscitare complicazioni e strascichi». Perché gli Usa non ci hanno informati, se non comunicandoci che avrebbero spinto le manovre oltre U trentaduesimo parallelo? «Vede, da un certo punto di vista è bene sapere quel che accade nel Mediterraneo, ma da un altro punto di vista occorre distinguere accuratamente le responsabilità. Craxi lo ha detto con chiarezza alle Camere. Tuttavia la consultazione tra alleati deve essere migliorata». Non deve migliorare anche la consultazione tra 1 diversi ministeri in Italia? C'è chi dice che la Farnesina avreb- be saputo hi ritardo delle manovre Usa: è vero? •E' una sciocchezza assoluta. Anzi, le dirò che l'informazione Usa sulle manovre nella Sirte è arrivata proprio agli Esteri, nella notte di domenica 23. Ed è stato 11 capo di gabinetto della Farnesina ad informare la Difesa e Palazzo Chigi». Torniamo alla consultazione Italia-Usa: nel primo incontro tra Craxi e Reagan l'Italia aveva ottenuto il riconoscimento dei suoi Interessi particolari nel Mediter¬ n ¬ raneo, e la conseguente garanzia di un'informazione preventiva sulle questioni che riguardavano la Libia. Cosa resta oggi di quelle intese? «Non credo che vi fosse un vero e proprio impegno, come dire, giuridico». Resta il fatto che mentre l'Italia ha giudicato Inopportune e provocatorie le manovre nella Sii te, 11 segretario di Stato americano Shultz ha risposto che bisogna agire «con più decisione» contro terroristi come GheddafiLei è d'accordo con questa esortazione Usa, che sembra rivolta al nostro governo? •Quelli che lei cita sono due temi diversi. Da un lato la concezione del Golfo della Sirte come acque internazionali e dall'altro la richiesta alla Libia di essere dalla parte dell'antiterrorismo. Ma nessuno può dare o revocare patenti in materia: forse l'Onu». Ministro, la sua insistenza nel chiedere pronunce di organismi internazionali pedirimere controversie politiche non trova però ti minimo riscontro da parte americana. Shultz ha respinto duramente la sua proposta di ricorrere alla Corte dell'Ala per risolvere 11 contrasto sulle acque territoriali libicheLei mantiene questa proposta? «Le spiego. Nel corso dell'Incontro con Shultz (che tra l'altro non ebbe come tema dominante'la Libia) io accennai'ad una soluzione di diritto internazionale, come hanno fatto Libia e Paesi del Maghreb. Shultz non sembrò convinto, preferendo nel caso specifico le. crociere della flotta per affermare "de facto" la libertà di navigazione. Ma, come le ho detto, il colloquio- non gì è fermato su questo problema: abbiamo discusso di questioni più generali». E quali? «La necessità, ad esempio, di preparare politicamente 11 negoziato del Gatt sul commercio internazionale. Nemmeno a farlo apposta la disputa Usa-Cee è ora esplosa con minacce di dazi punitivi ad incrocio. E' necessario che i governi guardino unitariamente alle questioni connesse. E' assurdo polemizzare con- la Spagna poco dopo il referendum Nato. Si-vuole dire che i problemi economici hanno un loro binario separato? Ma non si sfugge alle conseguenze politiche». Lei ha ragione, ministro, ma vorrei riprendere la questione del ricorso all'Ala, che ha suscitata polemiche, iro Ezio Mauro (Continua a pagina 2 in Mata colonna) mì i A ministro Andreotti
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