I «camaleonti» di Gian Paolo Ormezzano

I «camaleonti» COSF PER SPORT di Gian Paolo Ormezzano I «camaleonti» Quando fu annunciata l'apertura del mercato dal 1° marzo si disse, e più o meno tutti sottoscrivemmo: t tempi sono maturi e gli uomini del nostro caldo anche, se un giocatore a campionato in corso verri ceduto, per la stagione successiva, da una squadra ad un'altra non ci saranno sospetti, lui continuerà a fare il professionista sino alla scadenza del suo contratto. E si evocava, uno per tutti, il Brady del 1982, quello che tirò per la Juventus il rigore dello scudetto, contro il Catanzaro, pur essendo già stato 'Spostato» alla Sampdoria, per fare spazio a Platini. Bene, guardate il bordello che c'è. Bonetti e Cerezo hanno chiuso con la Roma, pare; e Passatella sta per chiudere con la Fiorentina. Ed è puro miracolo che non ci siano maldicenze assortite. Senza contare, poi, che si elude ti regolamento là dove impone ad ogni squadra di schierare la migliore formazione possibile. E ancora: ci sono persino buffi contorsionismi sentimentali, psicologici, addirittura patriottici. Pass are Ila ha tanta voglia della sua Argentina, ma'resiste per un anno, pagatissimo dall'Inter. Cerezo concupisce il suo Brasile, ma soltanto se qui non lo pagano abbastanza. E sia chiaro che non critichiamo i giocatori, l quali si sono semplicemente e intanto camaleontescamente adattati rapidamente ai tempi, anzi ai ruoli nuovi: magari vorremmo che in campo fossero cosi abili, cosi veloci, cosi proteiformi... Ma su ogni considerazione, su ogni sentimento, si accanisce, come un gancio feroce, un grande punto interrogativo: cosa verrà combinato di bordellistico a campionato finito, visto che questa è la droga, e sema droga non sappiamo stare, e la Coppa Italia non funziona manco come metadone? Sportivi e spettatori H Papa ha ammonito gli spettatori, durante un convegno della Federazione Cattolica di Educazione Fisica, a rispettare le regole fondamentali dello sport. Parole giustissime, importantissime specie in Italia dove gli spettatori sono chiamati già sportivi, in un certo senso insigniti a priori di una qualifica che invece si dovrebbero meritare. Perchè se uno è sportivo ciò significa, o dovrebbe significare, che già automaticamente rispetta certe regole, To be sport, o anche (finezze) to be cricket, to be tennis, in Inglese significa — o significava, dopo certo teppismo anche tragico — essere leale, corretto, appassionato ma sempre onesto. U Papa è polacco, ed è gran fortuna che non conosca perfettamente l'italiano: sennò avrebbe magari parlato di sportivi, e per certi spettatori sarebbe stata un'assoluzione a priori, un'Indulgenza rubata. Non si è sbagliato, e dunque non correggetelo. Ciclismo e vigilia Ritornano le classiche al Nord e ti ciclismo riscopre le domeniche, in Italia quasi sempre vietategli. Da noi il ciclismo 'fa vigilia» al venerdì e corre il sabato, per rispettare l'orgiastico rito automobilistico del di di festa, all'estero c'è invece sempre il sabato del villaggio, quell'attesa quasi generale della domenica ritenuta piena di belle cose. E 'far vigilia» da noi significa anche digiunare un po', rinunciare a certi cibi, specie alla carne (e si dice che i cannibali, per adeguarsi, al venerdì mangiano soltanto pescatori): dunque è locuzione pesantina, comunque non gaia. Al sabato non c'è vigilia, c'è attesa, ci sono premesse e promesse. Sta a vedere che la crisi del nostro ciclismo, colpevole soprattutto di mancanza di iniziativa, di coraggio, è spiegabile cosi, con questa vigilia sua speciale. Al ciclismo straniero manca il venerdì, è piti allegro e scatenato. Passarella visto da Bruna

Persone citate: Bonetti, Bruna, Cerezo, Pass, Passarella

Luoghi citati: Argentina, Brasile, Italia