Un tempio per Paolo Conte, anche in Italia di Marinella Venegoni

Un tempio per Paolo Conte, anche in Italia Il cantautore si esibisce stasera all'Auditorium Rai di Torino; un privilegio dei grandi Un tempio per Paolo Conte, anche in Italia E' la consacrazione? Dice: «Mi piace l'idea, è molto chic» - Fra qualche settimana torna in Francia dove è diventato un piccolo re TORINO, ~—, .Fra un po' lo. cMa^epà,£&tnt Piolo, \k àWmWlia'Hcbnosceràfiritf fvcònosceràfinv ili fondo quel personaggio musicale schivo, sornione è sapiente di cultura e di musica che ha rinobilitato la vena un poco esangue della canzone d'autore italiana. Paolo Conte nasce come uomo di scena con band pochissimi anni fa, ben dopo i trent'anni, ad un'età in cui di solito chi ci ha provato nella musica e non c'è riuscito appende lo strumento al chiodo e si mette a far altro. Lui, come si sa, ha già un altro mestiere, fa l'avvocato, e la sua avventura musicale si è svolta in modo assai insolito. Ma la snella è esplosa soprattutto negli ultimi due anni, dopo dischi e dischi quasi sempre azzeccati, perfetti, che tracciano un mondo di metafore, di simbologie, di figure guardate affettuosamente, il Diavolo Rosso, Bartali, Hemingway, e quel gestore sfortunato del Mocambo esemplare del suo mondò pofer ticoìTe&trlhT^icctìlir qualche ] anno fa, sedie vuote. Si ricordano fischi sulle sue studiatissime stonate (ora abbandonate) al Festival Tenco mentre cantava II gelato al limon. Adesso le tournée sonò senza sosta, i teatri quelli più grandi, e tutti prenotati giorni prima dei concerti. Stasera poi, con la scelta dell'Auditorium Rai per la sua tappa torinese, si assiste ad una specie di consacrazione della nobilita musicale di Count Paolo, il tempio della musica seria ospita raramente star «leggere», l'Ultimo è stato il grande Dizzy Gillespie. I posti sono ovviamente andari a ruba, l'organizzatore Landi è del mondo del jazz, e Paolo Conte è l'unico non strettamente jazzista che i jazzemani siano disposti ad ascoltare. Perché dentro di lui c'è tanto swing e tanto jazz quanto basta a farlo restare in bilico fra due mondi che non si sono mai amati troppo, almeno in passato. E lui, come la prende, questa consacrazione? «Mi piace molto l'idea, è molto chic, speriamo che questo sposalizio funzioni., commenta laconico. In scena lo accompagnano Antonio Marangolo al sax, Mimmo Turane alle tastiere, Vittorio Volpe alla batteria, Tiziano Barbieri al contrabbasso, Jimmy Villotti alla chitarra. Sono concerti pieni di musica, ma le storie chèle canzoni raccontano finiscono per1 dividere l'attenzitìriè^ìn due. «Cosa che non avviene in Francia — spiega Conte — dove anche per via della lingua, e nonostante la distribuzione di depliants all'inizio della serata, l'attenzione si punta più sul mio modo di suonare». In Francia, che tanto gli somiglia, lui è ormai diventato un piccolo re. ci è appena andato e ci torna fra qualche settimana per una Quindicina di concerti. L'ultimo disco, il doppio dal vivo, ha venduto quasi più là che in Italia. E il proprietario dell'Olympia lo ha invitato per una settimana di concerti nei prossimi mesi. A differenza di Berlusconi, Conte non ha nulla da temere da Chirac, e forse i nostri vicini hanno trovato il prosecutore della loro grandiosa scuola di campioni musicali che si era tristemente spenta. Marinella Venegoni Paolo Conte

Luoghi citati: Francia, Italia, Torino