Dai rubinetti di due paesi escono sabbia e ammoniaca

Dai rubinetti di due paesi escono sabbia e ammoniaca Dai rubinetti di due paesi escono sabbia e ammoniaca A Sezzadio e Castelspina rotto l'impianto di un pozzo, ci si è collegati con un'altra falda DAL NOSTRO INVIATO ALESSANDRIA — Due piccoli Comuni, da mercoledì sera non possono usare l'acqua. Quella che esce dal rubinetti è una miscela di sabbia con tracce di ammoniaca, buona neppure per lavarsi. A monte dei due centri c'era una cava dove per due anni indùstrie chimiche hanno vuotato di tutto. La discarica non è colpevole dell'attuale Inquinamento, però la preoccupazione rimane. I paesi sona Sezzadio (1500 abitanti) e Castelspina (400 anime), un gruppo di case attorno al campanile, distanti meno di un paio di chilometri l'uno dall'altro, tra Acqui Terme e Alessandria. Da 36 anni hanno in comune l'acquedotto la cui stazione di pompaggio è a Sezzadio. L'acqua la prelevano da un pozzo di settanta metri, ma lo scorso settembre l'impianto si è rotto e i tecnici hanno 'fatto un collegamento con un'altra falda. Evidentemente il livello era troppo basso, le pompe hanno creato turbolenza nell'alveo e con l'acqua hanno spinto nelle tubature anche sabbia e forse al¬ tro microscopico materiale in sospensione. L'acqua aveva un colore grigio scuro e anche filtrandola, la sabbia strideva sotto 1 denti. Il sindaco di Sezzadio, Giuseppe Ricci, 37 anni, ha subito informato l'Usi di Alessandria che ha ordinato prelievi. Corpuscoli a parte, l'acqua presenta tracce di ammoniaca in misura trascuràbile. «£' Io stesso inquinamento — precisa il sindaco — di quando fu aperto il pozzo. Sarà una caratteristica del terreno». Comunque, mercoledì sera ha invitato la cittadinanza a non usare l'acqua del rubinetto e la stessa cosa ha fatto il primo cittadino di Castelspina, Eleno Ferretti, 44 anni. «Saggia precauzione — dice don Scarrone, parroco di Sezzadio — perché cinque ospiti della casa di riposo lamentano dissenteria: Nel frattempo i tecnici dell'acquedotto hanno fatto un collegamento volante con un pozzo privato e le pompe aspirano acqua che da tempo era stagnante e quindi spor ca. Non appena diventerà limpida, la incanaleranno nella rete idrica. Sezzadio e Castelspina temono di vivere, prima o poi, la drammatica emergenza di Casale Monferrato. La popolazione non ne parla apertamente, ma nelle loro mezze frasi si avverte la paura. Poco più di due chilometri a monte di Sezzadio c'è una discarica che, aperta nel luglio del 1982, è stata chiusa esattamente due anni dopo. Era stata data in concessione per accumulare rifiuti solidi urbani. Poi industrie chimiche mantovane, lombarde, alessandrine e genovesi l'hanno colmata di scarichi industriali 'tossici e nocivi», hanno scritto tre consiglieri comunali di Sezzadio in un esposto denuncia al prefetto di Alessandria, n materiale è stato quantificato «un milione 344 mila 663 chilogrammi accertati: Accertati, ma resta il sospetto che altre migliaia di chilogrammi siano stati scaricati abusivamente. Sempre nell'esposto, i tre firmatari affermano che l'allora amministrazione comunale era a conoscenza di questa illecita attività. -E ancora oggi non dà alcuna garanzia sui modi e tempi per intervenire ed evitare i gravi pericoli di inquinamento delle acque». L'esposto continua con altre gravi affermazioni. .Esaminando i dati in possesso, si evince che oltre l'amministrazione comunale di Sezzadio, anche la Regione Piemonte e la' Provincia di Alessandria erano consapevoli della situazione di pericolo. Nonostante ciò la Regione ha provveduto soltanto a chiudere la discàrica senza eliminare il pericolo.. L'esposto è datato 10 agosto 1985. Può questa discarica aver Inquinato le falde acquifere della zona o potrà inquinarle in futuro? E' una risposta che dovranno dare i tecnici Qualcosa è già stato fatto; sette mesi fa attorno alla discarica sono stati trivellati tre pozzi di sondaggio, profondi 25 metri. Ma 1 campioni d'acqua non sono ancora stati prelevati. E prima di avere brutte sorprese, i sindaci di Sezzadio e di Castelspina hanno deciso di cercare altre sorgenti. Aldo Popaiz

Persone citate: Aldo Popaiz, Giuseppe Ricci, Scarrone