Pandolfi: 31 sospettati di Guido Rampoldi

Pcmdolfi: 31 sospettati Pcmdolfi: 31 sospettati H ministro dà l'elenco delle marche di vino da cui guardarsi - Il ritardo dovuto alla difficoltà di avere un quadro generale - «Ma per trovare un assessore regionale alla Sanità ho dovuto telefonare a tre prefetti» - Crescono i timori di pesanti riflessi sull'esportazione - Oggi Pandolfi incontra il ministro francese dell'Agricoltura ROMA — Dopo quindici morti da metanolo e un numero imprecisato di decessi sospetti, ieri sera alle otto Filippo Maria Pandolfi, ministro dell'Agricoltura, attraverso un comunicato ha indicato ufficialmente alla popolazione le marche di vini da cui guardarsi e le 31 ditte che 11 avrebbero prodotti o commercializzati e che adesso sono protagoniste di uno scandalo che - si allarga di giorno in giorno, tra nuovi arresti, nuovi ricoveri e sequestri di migliala di bottiglie ormai In tutta Italia, da Roma all'Emilia, dalla Puglia alla Toscana. Ripetuto in tv, quell'appello a disfarsi del vino «sospetto», rivolto anche ai commercianti clandestini, Pandolfi ha spiegato che avrebbe voluto lanciarlo una settimana fa, ma solo Ieri si è riusciti ad ottenere un quadro completo della situazione. E tuttavia neppure adesso sono chiare le dimensioni della frode, di sicuro la più estesa dal dopoguerra nel settore alimentare. Si parla di 600 mila litri ad alto rischio, circa un milione di bottiglie, ma si tratta di stime approssimative, forse per difetto: come può far supporre infatti l'aumento negli ultimi due anni dell'Importazione di metanolo, un derivato del petrolio de tassato nel 1884. Probabilmente l'Iniziativa di Pandolfi — tardiva, secondo uno stuolo di critici che in Parlamento non comprende solo le opposizioni — scongiurerà altre morti ma difficilmente eviterà che all'estero si scateni una nuova offensiva contro il vino italiano. Cè gin anzi una prima dichiarazione di guerra e viene dal maggiore Importatore dei prodotti della nostra Industria vinicola, la Germania Federale: da Ieri decine di ettolitri di vino veneto e piemontese sono fermi alla frontiera tedesca, malgrado secondo l'Unlonvlni siano provvisti del regolari certificati di garanzia che da una settimana devono attestare la genuinità del vino esportato. Anche se ufficialmente non lo è, si tratta di fatto di un blocco delle Importazioni di vino italiano. Secondo l'Unione industriale di Asti — la prima a lanciare Ieri l'allarme dopo un concitato scambio di telex e di telefonate con la Germania — le autorità tedesche non si accontentano del certificati rilasciati in Italia e pretendono di svolgere proprie analisi. I produttori Italiani adesso temono che anche la Francia colga a pretesto la tragedia del .metanolo per riaprire una diatriba che risale ai tempi di Crispi e che dal '75 ad oggi non si è mal placata. E che la possibilità di una. nuova guerra commerciale non sia remota lo confermano non solo le dichiarazioni infuocate di associazioni francesi ma la stessa agenda di Pandolfi, che ha in programma un incontro, martedì, con 11 suo omologo francese, in passato fiero sostenitore del vignerons nella polemica anti-ltallana. Si muove anche la Gran Bretagna: il ministro della Sanità ha lanciato un appello affinché si eviti di consumare vino italiano di basso prezzo. Cosi l'Italia rischia di pagare non solo con 11 prezzo di tante vite spezzate, ma anche con gravi ripercussioni economiche uno scandalo dietro il quale Pandolfi Intravede «un misto di incoscienza criminale e forse anche di dosaggi errati; e altri interpretano secondo lo schema classico di tante tragedie italiane: controlli insufficienti, assenza totale di un coordinamento nell'affrontare il fenomeno, leggi risolutive rimaste nei cassetti del Parlamento. Si scopre che i controlli sui generi alimentari si sono ridotti da 450 mila all'anno a 70 mila da quando i laboratori di Igiene e profilassi sono stati inglobati dalle Usi; che il testo unificato di un disegno di legge sul controllo della produzione vinicola, concordato da tutti i partiti, non- è diventato norma perché nella precedente legislatura mancavano 15 miliardi per la copertura finanziaria; e quanto al coordinamento, fa testo l'ammissione desolata fatta ieri da Pandolfi al membri della commissione Agricoltura: «/Z giorno di Pasqua ho dovuto chiamare tre prefetti per riuscire a parlare con un assessore regionale alla Sanità: Oggi Pandolfi e Degan riferiranno al Parlamento, dove comunisti e radicali li attendono con la richiesta di dimissioni. Guido Rampoldi

Persone citate: Crispi, Degan, Maria Pandolfi, Pandolfi