Smantellata la centrale del metanolo

Smantellata la centrale del metanolo Milano, breccia nel traffico clandestino: in un anno smerciati 2600 quintali di alcol ——————— Smantellata la centrale del metanolo Sei arresti a Mantova, Ravenna, Reggio Emilia e Mandorla - Ricercato un imprenditore bresciano MILANO — I carabinieri hanno aperto una breccia nel traffico di alcol metilico. Hanno smantellato una centrale clandestina che è riuscita a smerciare 2600 quintali di metanolo, finiti in decine di tonnellate di vino. In milioni di bottiglie avvelenate. Cinque i trafficanti arrestati. Poi la caccia a un altro accusato, sparito quindici giorni fa, all'esplodere della tragedia che ha già fatto 15 morti, decine di intossicati. E ancora arresti per sofisticazione continuata: a Faenza, un altro vinificatore, Angelo Baroncini, su mandato della magistratura di Ravenna; e a Manduria, quell'Antonio Fusco che entrò subito nella vicenda per il vino bloccato in Francia e in Piemonte. I sei mandati di cattura sono stati firmati dal sostituto procuratore di Milano Alberto Nobili, annunciati poi insieme col Procuratore capo Oresti. Hanno raggiunto Giuseppe Franzoni, di 46 anni, di Mantova; Roberto Piancastelli, 27 anni, di Rlolo Terme (Ravenna); Adelchi Bertoni, .53 anni e Roberto Battini, 56 anni, entrambi di Luzzara (Reggio Emilia). Il quinto ordine di cattura non è stato ancora eseguito: Raffaele Di Muro Lombardi, 57 anni, di Poncarale (Brescia) è latitante. Dovranno rispondere tutti di associazione per delinquere per sofisticazione di vino attraverso il commercio clandestino di alcol metilico, concorso in adulterazione continuata, falsificazione di documenti, e altri reati minori. Secondo quanto hanno accertato i carabinieri di Milano e di Bologna, Franzoni, Piancastelli, Bertoni, Battini e Di Muro comperavano l'alcol metilico da aziende chimiche e, successivamente, lo vendevano a cantine vinicole dove veniva usato per «costruire» 11 vino. Dal dicembre scorso a marzo, 2600 ettolitri di metanolo sarebbero In questo modo stati immessi sul mercato clandestino, 11 che equivale a decine di migliaia di ettolitri di vino sofisticato. Le industrie chimiche lo acquistavano per 200 lire al litro, lo vendevano ai sei arrestati per 340; questi, a loro volta, lo cedevano al vinificatori per 650. il commercio clandestino, dichiara la Procura della Repubblica, »veniva formalmente nascosto tramite fatture false e false bolle di accompagnamento. In particolare, gli imputati facevano figurare cessioni fittizie' di alcol metilico a favore di industrie chimiche o già non più operanti da tempo oppure Inesistenti: In realtà 11 metanolo finiva in bottiglia. Piancastelli, ad esempio, risulta titolare della •Industria' 'prodotti chimici per l'industria», Franzoni autotrasportato re, Bertoni e Battini autisti alle dipendenze della stessa ditta. Ma le indagini hanno scoperto che l'azienda non esisteva. Emerge, nella svolta dell'inchiesta, 11 ruolo-chiave di Franzoni, che avrebbe ideato il traffico nei suoi vari passaggi. Con Piancastelli aveva precedenti per adulterazione di vini. Nell'83 era addirittura finito in carcere. Ma negli uffici di uno degli arrestati, sarebbero stati scoperti documenti che provano l'esistenza del traffico fin dalla primavera dell'85. Come trasportatore era titolare di una ditta, la «Gioscar», che aveva rapporti con grandi industrie nazionali importatrici di metanolo. I due principali punti di rifornimento, nella fase «scoperta» é legittima, cioè prima dell'immissione nel mercato illegale, erano la «Sadepan» di Viadana (Mantova) e la «Alchim Prodotti chimici» di Sergnano (Cremona). Quanto al ruolo di Di Muro, era anch'esso di primo piano, in quanto titolare di altre due ditte chimiche che appoggiavano il traffico: l'«Agrlchimlca» di Quinto Valpantena e la «Aurora 81» di Vago. A causare le morti in que ste settimane, potrebbe essere stato l'Impiego di una quantità di metanolo superiore a quella abitualmente usata, oppure combinazioni chimiche tra diverse sostanze artificiali aggiunte al vino, Il sesto ordine di cattura firmato dal dottor Nobili riguarda Antonio Fusco, 11 produttore pugliese di Manduria sulle cui partite, bloccate di recente in due porti francesi, sono in corso «umn«(, Nei confronti dell'imprenditore pugliese arrestato ieri, l'accusa è di adulterazione continuata. Resta invariata la situazione di Vincenzo e Carlo Odore, di Incisa Scapacdno, che imbottigliarono 11 vino e che, all'inizio dell'inchiesta, sono stati raggiunti da una comunicazione giudiziaria «per cooperazione in omicidio colposo e lesioni plurime colpose». Comunicazioni giudiziarie con l'ipotesi dello stesso reato sono state emesse contro tutte le persone arrestate. Ornella Bota