Tortona, col metal-detector a caccia dei bidoni di veleno
Tortona, col metal-detector a caccia dei bidoni di veleno Mentre un inquinatore pentito avrebbe segnalato un'altra discarica Tortona, col metal-detector a caccia dei bidoni di veleno DAL NOSTRO INVIATO TORTONA — Anche gli inquinatori hanno i loro pentiti. L'ex collaboratore di una società che aveva U compito di smaltire i residui di lavorazione deUe industrie chimiche ha fatto sapere che esisterebbe un'altra discarica di bidoni colmi di veleno nell'argine deUo Salvia, tra Cassano Spinola e Castellar Ponzano, otto chUometri di terra dove sorge l'acquedotto che alimenta Tortona, Spineto, Carbonara e Paderna. Da ieri 1 tecnici tortonesi percorrono in lungo e in largo questa fetta di argine sperando che il loro unico «metal detector» riveli la presenza dei contenitori. Ma lo strumento è rimasto silenzioso, stamane riprenderanno le ricerche e forse ci sarà anche un «geiger» per captare se U sottosuolo nasconde anche scorie a basso contenuto radioattivo. «Indagini accurate — dice l'assessore all'ecologia di Tortona, Gianfranco Caviglio —. Vogliamo essere sicuri su tutto». Se la discarica venisse individuata, sarebbe la quarta scoperta nel territorio di Tortona e la quinta con queUa di Carbonara, un piccolo Comune di soli 900 abitanti. Questo nuovo deposito sfiorerebbe le falde dell'acqua potabile, una sorgente che si può dire a fior di terra, quattro metri e mezzo. Le analisi compiute dell'acqua hanno comunque escluso qualsiasi tipo di contaminazione. Bisogna precisare che i veleni sono chiusi in bidoni di ferro e fino a quando l'umidità non corrode l'involucro non c'è pericolo. L'ultima discarica individuata l'altro ieri in località San Guglielmo è in un terreno privato di 10-12 mila metri quadrati. Non si sa quanti siano i contenitori sepolti, alla luce del soie ne sono visibili 8 da 200 litri e altri sette da 50-60. Prima di rimuovere con le ruspe U «deposito» sarà analizzato in profondità tutto U terreno a valle compresa l'acqua deUo Scrivia e i pesci deUe vicine anse. Per questo incarico è già stata formata una commissione con due geologi, Camil- lo CortemUla e Massimo Maccabruni, U chimico Luigi Ai-lati e l'ingegnere Sandro Teruggi. L'opera di bonifica è portata avanti con un altro sistema rispetto a queUo adottato dal Comune di Carbonara che ha messo in luce 3 mila bidoni e adesso non sa dove metterli. Sono esposti alle intemperie, quindi alla corrosione, avanza U caldo e qualcuno potrebbe anche scoppiare. Ed eliminare il loro contenuto non è facile, ci vogUono dei forni adatti. Tra le imprese che dovevano occuparsene c'era anche la «Ecosystein» 1 cui titolari sono in carcere per l'inquinamento dell'acquedotto di Casale Monferrato. Le sponde dello Scrivia sembrano essere un'immensa pattumiera di veleni. Si calcola che i contenitori interrati nel greto ghiaioso siano non meno di 10 mila e contengano almeno 50 tipi di so¬ stanze, residui di lavorazione e medicinali scaduti di industrie chimiche lombarde. Non è da ieri che gli inquinatori operavano neUa zona, la loro misteriosa presenza era già stata segnalata nel marzo del '79, quando per la prima volta i vigili urbani di Tortona avevano inviato alla magistratura un rapporto contro due persone per estrazione . clandestina di ghiaia. Lo scavo potrebbe poi essere stato riempito di fusti. E l'attività di questi ladri di ghiaia era piuttosto frenetica visto che nel lugUo dello stesso anno altre due persone erano state segnalate aUa magistratura e ancora nel giugno dell'83 e nel febbraio dell'84. Sempre nel giugno di quell'anno, sconosciuti avevano scaricato materiale inquinante direttamente nel torrente causando una moria di pesci e un mese dopo era stato scoperto un deposito di ri¬ fiuti tossici che aveva contaminato il torrente Ossona. In quell'occasione 1 vigili avevano individuato nove responsabili. Il «pentito» che ha segnalato l'ultima, ma ancora non individuata discarica a ridosso all'acquedotto, era nel giro d'affari dell'impresa trasporti di Giuseppe Giacobone, che la gestiva con i figli Franco, Adriano e Floriano. La ditta era autorizzata dalla Regione al trasporto di questi pericolosi rifiuti, ma mai nessuno si era preoccupato di sapere dove finivano. Aldo Popaiz
Persone citate: Aldo Popaiz, Camil, Carbonara, Gianfranco Caviglio, Giuseppe Giacobone, Maccabruni, Sandro Teruggi, Spineto
Luoghi citati: Casale Monferrato, Cassano Spinola, Castellar, Comune Di Carbonara, Ossona, Paderna, San Guglielmo, Tortona
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