La tempesta del metanolo avvelena ambe il mercato di Sergio Miravalle

La tempesta del metanolo avvelena ambe il me/tato La tempesta del metanolo avvelena ambe il me/tato Alla «borsa» di Asti non è stata trattata nessuna partita - Si pretende il certificato antimetilico - Fermi anche gli acquisti dal Sud -1 piccoli drammi delle omonimie con gli accusati ASTI — .Quello del "barbera"pugliese oggi non si è visto e non ci sono neppure i veneti. Il mercato astigiano scotta e qualcuno adesso ha davvero paura». Alla borsa nazionale dei vini, organizzata come di consueto ieri mattina (mercoledì) nel salone della camera di Commercio, non ci sono state contrattazioni. Il mercato è fermo, stordito, avvilito. Lo stillicidio di morti causati dall'alcol metilico ha allontanato 1 compratori. Molti vignaioli di queste colline sono tornati a casa con la bottiglietta del campione di «quello buono» In tasca. 'La compravendita dei vini durante i primi giorni dello scandalo è andata avanti come un cavallo ferito, ma ora il mercato è stramazzato e chissà quando si solleverà» commenta sconsolato un mediatore di Doglianl, che ha tentato Invano di piazzare una partita di dolcetto. I prezzi non sono crollati semplicemente perchè non ci sono stati contratti. Tutto è congelato: per ogni partita di prodotto ora si pretende il certificato di analisi «antimetilico». Chi ha acquistato prima dello scandalo non vuole più ritirare il vino senza garanzie. Molti produttori hanno inviato lettere raccomandate ai maggiori clienti giurando «sul proprio onore» di non avere mai avuto a che fare con le ditte inquisite. 'Cerchiamo di salvarci garantendo il nome e il prestigio della marca — spiega Giorgio Carnevale, titolare di una antica casa vinicola di Cerro Tartaro — ma il vento della bufera soffia dav¬ vero forte e se non si interverrà per tutelare gli onesti saremo tutti travolti'. Ai tavoli in metallo marrone, con 1 cartellini del più importanti commercianti vinicoli Italiani, si discute con rabbia di questa «storia bastarda» che sta mandando a monte affari per centlnia di milioni. Dalla piazza di Asti passa la maggior parte del vini da taglio provenienti dal Sud, dal Veneto dall'Emilia, destinati ai grandi Imbottigliatori piemontesi, lombardi, trentini. I prezzi, prima della tempesta del metanolo, variavano dalle 3500 alle 4000 lire al grado-ettolitro (cioè 420/480 lire 11 litro per un vino da 12 gradi). Il viaggio delle autocisterne Incide per altre 50 lire il litro dalla Puglia, 70 dalla Sicilia, 35 per le Marche e 30 dal Nord Italia. In più c'è l'Iva (9 per cento). Le quotazione sembravano In leggero rialzo, ma ora tuttq_è bloccato. •Non si compra e non si vende — annunciano alla Pescarmona, una delle principali ditte milanesi del settore — le richieste di prodotto del Sud sono ferme, i clienti sono disorientati». •Anche a Reggio Emilia — conferma 11 mediatore Reggiani, che da trentanni fa la spola con il Piemonte — non si commercia un litro. Nei portavano su Lambnisco da tavola, e Rossissimo un vino da taglio particolarmente adatto per dare colore, ma adesso possiamo chiudere bottega e tornare a casa». Proprio sul Rossissimo, frutto delle torchiature da uve Lancellotta si sono, in un primo momento, puntati 1 sospetti a causa dell' elevato tenore di alcol me¬ tilico contenuto nelle bucce. «J7 nostro è un vino da taglio che può contenerne fino a 0,35 millilitri per litro, ciò non spiega le percentuali abominevoli trovate in certe bottiglie — continua Reggiani — quell'alcol ce lo hanno messo, dall'uva non può arrivare». Anche i vini a denominazione di origine controllata sembrano Iniziare a risentire del momento nero dell'enologia italiana. Romano Ferro contitolare di due grosse enoteche a Cannobbio, sul lago Maggiore, racconta di come la clientela svizzerra abbia abbandonato 11 barbera, anche quello garantito dalla doc. «Prima ne vendevo oltre mille litri la settimana in bottiglie e fustini. Al prezzo di 1300 lire il litro; gli svizzeri lo trovavano molto conveniente perchè possono portarlo oltre confine pagando una tassa di sole 200 lire litro. Ma nel week-end di Pasqua non ho superato i 50 litri.: Orizzonte scuro anche per 1 produttori di moscato d'Asti 11 vino base per la produzione dell'Asti spumante (11 prodotto enologico italiano più esportato nel mondo con oltre 50 milioni di bottiglie). In un telegramma inviato a Pandolfi chiedono che il ministro vada in televisione per difendere 'l'immagine del vino d'uva». E nel grande scandalo ci sono anche piccoli drammi come quelli di Pietro Bianco di Torino e Giovanni Ciravegna di Narzole, commercianti di vino omonimi del titolari di due delle ditte Inquisite. Non riescono più a vendere, Sergio Miravalle

Persone citate: Cannobbio, Cerro Tartaro, Giorgio Carnevale, Giovanni Ciravegna, Pandolfi, Pescarmona, Reggiani, Romano Ferro