Chaban (per un voto) presidente della nuova Assemblea nazionale di Enrico Singer

Chaban (per un voto) presidente della nuova Assemblea nazionale Faticoso esordio della maggioranza di centro-destra a Palais Bourbon Chaban (per un voto) presidente della nuova Assemblea nazionale PARIGI — La nuova maggioranza di centro-destra uscita dalle elezioni del 16 marzo ha vissuto ieri una giornata convulsa. La prima seduta dell'Assemblea Nazionale, che doveva eleggere il suo presidente, si è trasformata in un estenuante braccio di ferro, durato quattro ore, sul filo di pochi voti. Tra defezioni, incidenti procedurali e proteste. Alla fine, il neogollista Jacques ChabanDelmas è riuscito a insediarsi sul perchoir (il seggio della presidenza). Ma i segnali per il futuro non sono incoraggianti per il governo Chirac già costretto alla difficile coabitazione con Mitterrand. Chaban, 71 anni, ex premier, per la terza volta alla guida del parlamento, ha dovuto attendere il secondo turno per essere eletto. Al primo, se socialisti e comunisti hanno fatto blocco attorno ai loro «candidati di bandiera», tra i neogollisti dell'Rpr e i centristi dell'Udf ci sono stati almeno 14 franchi tiratori (che si sono astenuti) e un «traditore» che ha aggiunto il suo voto ai 35 del Fronte Nazionale per il candidato dell'estrema destra di Jean-Marie Le Pen. Un'umiliazione che Chaban, leader storico del gollismo, ha compensato con il successo nello scrutinio successivo. Ma di misura: quattro voti sulla maggioranza assoluta. Una situazione che ha convinto Mitterrand a ritardare l'invio del suo annunciato messaggio ai parlamentari. Per l'Eliseo la prova di debolezza della nuova maggioranza è stata, forse, una soddisfazione sufficiente. Nel dosaggio delle mosse e contromosse della «coabitazione». 11 discorso presidenziale (che sarà letto da Chaban-Delmas) può attendere. Che la prima seduta dell'Assemblea si sarebbe svolta all'insegna della confusione. e della tensione, era apparso chiaro già dal mattino quando due bollettini medici avevano tolto la sicurezza della maggioranza assoluta al centro-destra. Un deputato centrista (Udì) della Gironda — Aymar Achille-Fould — malato e Marcel Dàssault, neogollista, patron dell'omonima Industria aeronautica e «decano * del Parlamento con i suoi 94 anni, ricoverato la sera prima in ospedale. Risultato: i 291 voti a disposizione dell'alleanza che sostiene il governo Chirac ridotti a 289, fatidica soglia per controllare l'Assemblea che conta 577 seggi. In più, l'assenza di Marcel Dassault che doveva presiedere la riunione come parlamentare più anziano, ha subito proiettato, nell'imbarazzo generale, uno degli eletti del Fronte Nazionale alla guida, sia pure temporanea, di Palais Bourbon. Edouard Frédéric-Dupont, 83 anni, de putato da mezzo secolo (ma prima d'ora nelle liste degli indipendenti di destra «apparentati» ai neogollisti) si è limitato a leggere un testo che Dassault aveva preparato Un discorso di taglio econo mico («i francesi devono rimboccarsi le maniche per sconfiggere prima di tutto la disoccupazione*) che 11 deputato di Jean-Marie Le Pen ha declamato con scarsa convinzione. Ma il clima si è subito infiammato quando gli altri 34 parlamentari del Fronte Nazionale hanno chiesto (Invano) l'invalidazione della sedu ta. Una protesta, anche rumorosa, contro un blitz del ministro dell'Interno, Charles Pasqua, che aveva sosti tuito a tempo di record 1 deputati-ministri (che per la costituzione francese devono rinunciare al loro mandato Palais Bourbon) con i lóro supplenti. Enrico Singer

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