Arriva «Il diavolo in corpo», è un armistizio di Fulvia Caprara

Arriva «Il diavolo in corpo»/ è un armistizio Il regista Bellocchio e il produttore Pescarolo finalmente d'accordo di fronte alla proiezione del film Arriva «Il diavolo in corpo»/ è un armistizio Sugli schermi italiani dal 23 aprile, censura permettendo: le scene più scabrose sono rimaste - A Cannes, ma forse fuori concorso ROMA — Il diavolo in corpo è finalmente pronto per èssere proiettato nelle sale cinematografiche di tutta Italia: la versione definitiva del film, firmata dal regista Marco Bellocchio, è stata presentata venerdì scorso al produttore italiano Leo Pescarolo e a quello francese Eric Heuman e dovrebbe uscire il 23 aprile. Non sono state sollevate nuove obiezioni. Pescarolo non ha rinnovato le critiche e le perplessità che avevano causato la lite con il regista e la sua decisione di montare il film autonomamente; 11 produttore francese si è dichiarato soddisfatto. «Bellocchio ha seguito almeno in parte alcune delle mie indicazioni — dice Pescarolo — il film è bellissimo, anche se resta molto duro». TI diavolo In corpo, che si ispira alla vicenda narrata da Raymond Radiguet nell'omonimo romanzo, trasportando i due protagonisti nell'Italia contraddittoria del post-terrorismo, conserverà intatte le scene che Bellocchio aveva girato allontanandosi dalla iniziale sceneggiatura della pellicola. Ci sarà quindi la famosa fellatio che aveva preoccupato 11 produttore e allarmato l'Istituto Luce, ente cinematografico statale che partecipa alla produzione del film. Dice Pescarolo: «7 rappresentanti del Luce non hanno ancora visto la pellicola, ma credo che con loro non sorgeranno problemi. Sicuramente il film avrà il divieto at minori di diciotto anni; spero che la censura non lo blocchi». La presenza del fotogrammi più audaci potrebbe però impedire l'annunciata partecipazione del film al prossimo festival di Cannes: «17 direttore della manifestazione Gilles Jacob non ha mai accettato nella sua rassegna pellicole dal contenuto scabroso, anche se si trattava di opere importanti». Basta ricordare che nel '76 non volle L'impero dei sensi di Oshima. 'Per questi motivi "Il diavolo in corpo" non farà parte, forse, del gruppo dei film in concor- so, pia potrà essere presentato nella sezione collaterale "Quinzaine"». Con la proiezione di venerdì scorso si chiude la lite cinematografica tra Bellocchio e Pescarolo. Iniziata a metà gennaio, proseguita fino alla metà di febbraio tra accuse, telegrammi, dichiarazioni intransigenti e confe¬ renze stampa dal clima Infuocato, la vertenza è stata esaminata 11 25 febbraio, in tribunale, dal magistrato Bonaccorsi. Marco Bellocchio chiedeva la possibilità di portare a termine la lavorazione del suo film e accusava il produttore Pescarolo di aver manipolato la sua opera snaturandola e riducendone il ri¬ gore e la drammaticità. Pescarolo ribadiva il distacco del film dal progetto originario, l'assenza nella pellicola di tutta la parte sodo-politica della storia, l'aggiunta di scene non previste dal copione. La rottura sembrava irrecuperabile: in difesa del regista si erano già schierati i rappresentanti dell'associa¬ zione autori cinematografici; mentre l'Istituto Luce annunciava con chiarezza che non avrebbe mai accettato una pellicola priva della firma di Marco Bellocchio. In tribunale si trova l'accordo temporaneo: Bellocchio finirà di montare II diavolo in corpo, sceglierà le musiche, seguirà la fase del missaggio. La copia definitiva del film, che dovrà anche riflettere i suggerimenti di Leo Pescarolo, verrà proiettata dopo un mese e sottoposta nuovamente al giudizio del produttori. Oggi, sia Bellocchio che Pescarolo sembrano soddisfatti e raddolciti nelle dichiarazioni. Dice 11 primo: 'Anche durante i momenti più duri dello scontro abbiamo continuato a sentirci per telefono, mantenendo toni di rispetto reciproco». Aggiunge il produttore: «/ nostri rapporti non si sono mai interrotti completamente; credo, anzi, che faremo un altro film insieme». Fulvia Caprara

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