PASSEGGIATE DI PRIMAVERA

Gli affreschi del frate PASSEGGIATE DI PRIMAVERA Gli affreschi del frate Prime giornate calde di primavera e dopo la «prova generale» di Pasquetta voglia di uscire per passeggiate «fuori porta». Nulla di più stimolante per una gita a breve raggio in «percorsi periferici», visitando paesi, chiesette fuori mano che odorano di passato, di domande senza risposte precise, ma evocative di tempi di cui altri ci hanno tramandato memoria. Ce lo propone il volume ricerca di Franco Monetti e Arabella Cifani uscito in questi giorni a cura del Centro Studi Piemontesi (via Ottavio Revel 15). In quelle cappelle dimenticate ancora oggi si aggirano personaggi di grande vivacità: gli artisti che le hanno vestite di squillanti colori; i predicatori che con la loro eloquenza infiammata suggerirono i soggetti, ora edificanti ora raccapriccianti, e la gente che 'fece ressa per ascoltare i sermoni e gremì le cappelle per dialogare con santi e diavoli raffigurati sulle pareti. Un itinerario? Un frate do^ menicano, Vincenzo Perreri (1350-1419), contemporaneo alla guerra dei Cento anni, ci conduce nelle zone del Plnerolese. Della sua attività ri' mane infatti precisa testimonianza nella chiesa di Santa Maria Assunta di Stella nella borgata Macello a pochi chilometri da Vigone. Pur nelle modeste architetture, in cui perù si intravede la originaria struttura medioevale, la chiesa custodisce un tesoro di affreschi di diversa età. Fra essi un'Adorazione del Magi nella parete centrale dov'è stato innestato in epoca posteriore proprio quel predicatore che, per brutto che fosse, come lo descrivono 1 cronisti del suo tempo, «calvo, lungo a dismisura, con le ossa sporgenti e la pelle arsa dal sole» richiamava tanti fedeli da costringere il tesoriere di Vigone a sistemare teloni in piazza, al riparo della canicola (documento del 17 luglio 1407) perché la chiesa era troppo angusta. Altri tre affreschi ricordano 1 suoi miracoli e il sogno che fece di lui un predicatore. Sono affreschi dei primi del Quattrocento e la rappresentazione realistica e raffinata del santo, lontana dal realismo grottesco (di cui sono esemplo nella stessa chiesa gli aguzzini di San Sebastiano), dimostra che l'anonimo autore fu probabilmente fra gli ascoltatori di quel protagonista del medioevo, tanto famoso da ispirare anche il Ghirlandaio, il Beato Angelico, Giovanni Bellini e ló stesso Tiziano. V( sjn> L'antico maniero di Macello, a pochi chilometri da Vigone

Persone citate: Arabella Cifani, Franco Monetti, Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Piemontesi, Vincenzo Perreri

Luoghi citati: Macello, Vigone