Tripoli annuncia manovre «davanti alle coste Usa»

Trìpoli annuncia manovre €< davanti alle toste Usa» Trìpoli annuncia manovre €< davanti alle toste Usa» ABU DHABI — La Libia è pronta a svolgere manovre navali al largo degli Stati Uniti: lo afferma il maggiore Al Khuweildi al-Hamldl. membro del Consiglio direttivo rivoluzionario di Tripoli, in un'intervista al quotidiano degù Emirati Arabi Uniti AlIttihad. Le esercitazioni, secondo il maggiore, si terranno «J2 miglia al largo delle coste americane, in acque internazionali». Al-Hamidi, giunto domenica in visita negli Emirati, dice di aspettarsi che mia flotta Usa torni di nuovo nella regione per provocare il popolo arabo libico, ma noi saremo più decisi» nella risposta. Per il maggiore, le motovedette libiche colpite con missili dalla Sesta Flotta all'inizio della settimana sono state attaccate in acque internazionali, a Nord del parallelo 32,3, e non nelle acque •territoriali» del Golfo della Sirte. Le unità, continua il maggiore, sono state attaccate per ritorsione in seguito all'abbattimento di tre aerei americani nello spazio libico (gli Stati Uniti hanno negato di avere subito perdite). À Tripoli, 11 quotidiano AlFajer al-Jadid annunciava domenica -l'avvio delle operazioni di vendetta contro obiettivi statunitensi in tutto il mondo; pubblicando la notizia -di fonte italiana' di un attacco contro un ufficiale Usa nell'Italia settentrionale e dell'Incendio di due auto appartenenti a personale americano. Nel nostro Paese non si è trovato riscontro alle affermazioni del giornale. Al Cairo, il quotidiano governativo Al Ahram rivela, in un editoriale firmato dal direttore Ibrahim Nafee, che gli Usa hanno proposto tre volte all'Egitto operazioni militari comuni contro Tripoli: prima nel luglio '85, poi in dicembre (quando la Libia installò le basi di missili Sam-5) e infine in gennaio, dopo gli attentati agli aeroporti di Roma e Vienna. A tutte le proposte, fatte da 'inviati di alto grado* al Cairo, l'Egitto rispose negativamente, per non prendere «te armi contro un altro Paese arabo».

Persone citate: Ibrahim Nafee