Shultz risponde a Andreotti «La sua proposta è inutile»

Shultz risponde a Andreotti «La sua proposta è inutile» Shultz risponde a Andreotti «La sua proposta è inutile» dal nostro corrispondente WASHINGTON — Il segretario di Stato americano Shultz ha criticato l'atteggiamento del nostro ministro degli Esteri Andreotti nei confronti della Libia. In una conferenza stampa a bordo dell'aereo che lo riportava a Washington da Roma, Shultz ha respinto la tesi secondo cui la disputa con Gheddafi sul Golfo della Sirte dovrebbe essere risolta dalla Corte internazionale dell'Aia. 'Non ne vedo l'utilità — ha detto il segretario di Stato. — Non dobbiamo metterci nella condizione di dover ricorrere al tribunale ogni volta che qualche terrorista decide di avanzare qualche rivendicazione'. La frase è stata riferita integralmente dal Washington Post. Shultz ha ammesso di aver riscontrato riserve sull'operato Usa anche nelle altre capitali visitate, Parigi, Ankara e Atene, oltre che a Roma. Ma ha insistito che sotto il profilo giuridico esso è -inattaccabile-. 'La gente si sta orientando verso iniziative concrete contro il terrori¬ smo-, ha aggiunto. «Tutti sembrano d'accordo che Gheddafi rappresenta un problema, l'unico disaccordo riguarda quali strumenti usare contro di lui. Ho cercato di convincerli — ha concluso il segretario di Stato — che i terroristi vanno affrontati in maniera molto più diretta'. Shultz ha svelato di aver consegnato al Papa un messaggio personale del presidente Reagan, e di averne ricevuto un altro in cambio, ma non ha fatto cenno del loro contenuto. Le ragioni della rigidità del capo della diplomazia Usa sono state parzialmente spiegate dalle riviste Time e Newsweek, che hanno ricostruito i principali retroscena del blitz reaganiano contro la Libia. Gli Stati Uniti, ha scritto Newsweek, avevano raccolto le prove che Gheddafi preparava una serie di nuovi attentati. Ma al momento di compiere un gesto di forza, ha sottolineato Time, si sono trovati isolati. Di qui un velato risentimento nei confronti degli Alleati e la volontà di ripetere l'operazione. Shultz ha però lasciato intendere che la vicenda non incrina i rapporti con l'Italia. Con le sue dichiarazioni, il segretario di Stato ha lanciato un messaggio preciso agli europei: il suo senso è che gli atti di terrorismo di Gheddafi si ripeteranno nel prossimo futuro, e che gli Alleati dovranno scegliere da che parte schierarsi. L'Italia è in prima linea: secondo Newsweek documenti supersegreti della Cia ammoniscono che il Colonnello «ha individuato e tiene sotto sorveglianza non meno di 35 possibili bersagli americani- in Europa e in Medio Oriente, 'dalle sedi delle grandi compagnie al quartiere generale della Sesta Flotta e alle abitazioni dei suoi comandanti a Napoli-. Lo scorso mercoledì gli agenti libici a Roma, Parigi, Belgrado, Ginevra, Madrid e Berlino avrebbero ricevuto l'ordine di 'tenersi pronti'. La prima vittima di Gheddafi, a meno che egli non venga fermato, ha anche scritto Newsweek, sarebbe o un diplomatico o un'intera ambasciata degli Stati Uniti nell'Europa occidentale. Le nazioni alle quali Washington si rivolse invano per un intervento congiunto contro la Libia sarebbero state sempre secondo Time. l'Egitto, la Francia, 'qualche governo nordafricano', e persino Israele. All'Egitto in particolare gli Stati Uniti avrebbero proposto «un'operazione destinata a rovesciare Gheddafi'. Quando si rese conto di dover agire da sola, l'America incominciò a premere sul Colonnello «con l'oli segreti dei caccia della Sesta Flotta nel Golfo della Sirte per 32 giorni consecutivi-. e. c