E l'Aia diede torto a Gheddafi
E l'Aia diede torto a Gheddafi Proviamo a immaginarlo E l'Aia diede torto a Gheddafi Sembra proprio di vederla, la scena: il colonnello Gheddafi riceve la notizia che la Corte internazionale di giustizia dell'Aia ha dichiarato infondata la sua pretesa a considerare il Golfo della Sirte acque territoriali della Libia, e che fa? Com'è ovvio, si rassegna dignitosamente alla sentenza dell'alto consesso e comunica' al governo degli Stati Uniti, autori del ricorso al tribunale di cui sopra, che allora va bene, come non detto, le navi di qualsiasi Paese non devono tenere più alcun conto della «linea della morte», Tripoli ritira ogni minaccia in proposito e s'inchina al diritto internazionale. Ovvero, seconda ipotesi: il colonnello Gheddafi non retrocede di un passo neppure davanti alla pronuncia della Corte dell'Aia. Costernazione e scandalo universali. L'Urss dichiara che il colonnello si è messo per sua stessa volontà fuori del diritto delle genti. La Lega Araba invita gli Stati Uniti a ristabilire con la forza le regole del diritto. Allora la VI Flotta — cui per l'occasione si è unita parte della flotta italiana e di quella spagnola, e che ospita a bordo della portaerei «Saratoga» un contingente di fanteria da sbarco (non si sa mai) siro-iraniano — oltrepassa finalmente la «linea della morte», mentre il colonnello, isolato ed umiliato, deve assistere impotente al ristabilimento della legge. Questi due scenari appena descritti non sono frutto di una fantasia in vena di scherzi. Tutt'altro: rappresentano fedelmente la visione delle cose che la diplomazia italiana si fa della crisi attuale del Mediterraneo e dei possibili modi per risolverla; almeno se bisogna stare alla proposta che l'on. Andreotti ha fatto la settimana scorsa al Segretario di Stato americano Shultz, invitando per l'appunto il governo di Washington ad adire le vie legali dell'Aia per risolvere il contenzioso con la Libia. Credo che ognuno possa misurare facilmente la sensatezza e la plausibilità di simile proposta. Che del resto discende in linea diretta dalla posizione presa a proposito della spedizione Usa nelle acque della Sirte da tutte le forze politiche italiane che contano, e che l'autorevole voce del presidente Craxi ha ripetuto sempre al solito Shultz: il nostro Paese considera «inappropriata» una risposta come quella americana, e comunque è contrario in ogni caso all'uso della forza in circostanze del genere. Una risposta «appropriata», si capisce, sarebbe invece quella che si è detta. E. Galli della Loggia (Continua a pagina 2 In quarta colonna)
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