Reagan: perché respingo la proposta di Gorbaciov di Ennio Caretto

Reagan: perché respinge la prepesta di Gerbaciev No al vertice in Europa e alla moratoria nucleare Reagan: perché respinge la prepesta di Gerbaciev «A Ginevra, il segretario generale accettò di venire in Usa, per parlare di tutto» Il Presidente conferma il test di aprile e invita i sovietici - La Ci a: Mosca vuol riprendere gli esperimenti e cerca una scusa - Shultz per una diplomazia discreta DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Il rifiuto è stato fermo e il tono seccato. Reagan ha respinto la proposta di Gorbaclov di aderire alla moratoria degli esperimenti nucleari e di sancirla in un vertice apposito, a Roma o a Londra, o in un'altra capitale europea. Ha controproposto invece che il Cremlino mandi i suoi osservatori al prossimo test atomico americano «nel deserto del Nevada a vieta aprile*. ^Quanto al vertice — ha aggiunto — il segretario generale Oorbaciov ha accettato lo scorso novembre a Ginevra di tenerlo in America... e a nostro parere esso deve riguardare tutti i principali problemi del nostri due Paesi». Per l'ennesima volta, il dialogo tra le superpotenze è cosi bloccato prima ancora di riprendere. Nel comunicato di Santa Barbara, in California, dove trascorre le vacanze pasquali, Reagan ha in pratica accusato Oorbaciov di fare della propaganda. «G/i Stari Uniti Hanno ripetutamente sottolineato — ha scritto con gelida cortesia — che per la limitazione degli esperimenti nucleari è necessario accre¬ scere la reciproca fiducia nei sistemi di controllo: «/{ 14 maggio abbiamo invitato gli esperti sovietici a esaminare il nostro nuovo sistema di verifica Corrtex». Ha continuato il Presidente: «Una moratoria non aumenta la nostra sicurezza, mentre un numero moderato di test accresce la affidabilità del nostro deterrente». Reagan ha lasciato tuttavia la porta aperta a un compromesso, esprimendo la speranza che «il Segretario generale mostri di tenere fede all'intesa di Ginevra per un summit negli Stati Uniti nell'86». Il Presidente ha affermato che se l'Urss accettasse il sistema Corrtex, che si basa su nuove tecnologie, per un accordo sul controllo degli esperimenti atomici, l'America ratificherebbe i trattati sul limite dei 150 kilotorii per 1 test atomici, e sui test a fini pacifici. Il suo portavoce Russell ha aggiunto che sarebbe il primo passo verso un secondo e più ampio accordo sul disarmo, e a un terzo sulla moratoria degli esperimenti stessi. Che cosa si nasconde dietro questo pubblico scontro tra Reagan e Gorbaciov e quali sono ora le prospettive dei rapporti tra le superpotenze? Alla prima domanda hanno risposto anonimi ma influenti funzionari della Casa Bianca, alla seconda il segretario di Stato Shultz. Secondo l'Amministrazione americana, 11 leader del Cremlino ha avanzato la sua ultima offerta perché non poteva più ignorare le pressioni dei suoi generali per la ripresa dei test nucleari nell'Urss dopo 8 mesi di moratoria unilaterale. Ne ha fornito conferma indiretta un rapporto della Cia e della Dia (i servizi segreti civili e militari Usa) pubblicato ieri dal Congresso. Messo con le spalle al muro, Gorbaciov ha tentato di attribuire a Reagan tutta la responsabilità del fiasco sovietico. I funzionari della Casa Bianca aggiungono che il Presidente non intende rinunciare agli esperimenti atomici perché alcuni di essi preludono ormai allo scudo spaziale. -L'ultimo test dell'85 — ha svelato il Washington Post — faceva parte dei collaudi del laser a raggi X... e quello del 22 scorso dei collaudi dell'ogiva dei prossimo missile balistico intercontinentale Midgetman». Reagan ha sempre sospettato che Gorbaciov insista sulla moratoria per sancire una sia pur esigua superiorità nucleare sovietica. Shultz non ha accennato al braccio di ferro sul riarmo, ma ha deprecato che i negoziati tra gli Stati Uniti e l'Urss si svolgano a mezzo dei giornali e delle radio-tv. Auspicando il ripristino di una •.diplomazia tranquilla», ossia segreta, il segretario di Stato ha detto che «con discussioni pubbliche del genere non otterremo alcun risultato». Shultz ha ricordato il suo recente incontro con il premier sovietico Ryzhkov a Helsinki per le esequie di Palme: «Gii consegnai un messaggio del Presidente per Gorbaciov — ha spiegato amaramente — ma la Casa Bianca ne aveva già svelato il contenuto e l'agenzia di stampa moscovita, la Tass, lo aveva già respinto». Il segretario di Stato ha detto che ne parlerà anche con l'ambasciatore sovietico Dobrynin. Ennio Caretto