Viaggio in un grande museo chiamato Sicilia

Viaggio in un grande museo chiamato Sicilia Viaggio in un grande museo chiamato Sicilia TEMPLI, necropoli, fortificazioni, città un tempo potenti e sperduti villaggi preistorici: luogo d'incontro di popoli e di culture, la Sicilia è un grande museo all'aperto. Fenici, greci, romani e prima ancora le popolazioni indigene dei Siculi e dei Sicani, hanno lasciato testimonianze di grandissimo valore archeologico. Visitarle è un susseguirsi di emozioni, un viaggio alle radici della civiltà mediterranea. A Naxos, in una baia a due passi da Taormina, nel 734 a. C. sbarcarono i primi antichi colonizzatori greci della Sicilia. Erano Calcidesi. Il loro capo si chiamava Tucle. Della città che costruirono restano poche tracce fra una distesa di alberghi e di complessi turistico-residenzlali. Un lungo tratto delle mura, alcune fornaci per la produzione di laterizi e un mistero sottomarino: decine di colonne di marmo adagiate sui fondali, a pochi metri dalla costa. Forse destinate a un palazzo, forse a un tempio, finite in mare nel naufragio della nave. Nella vicina Taormina il monumento più importante è l'anfiteatro greco-romano. Sorge su una delle acropoli dell'antica città Fu costruito nell'età ellenistica e rifatto alla fine del I secolo d. C. In estate ospita manifestazioni artistiche e musicali. In ogni periodo dell'anno offre lo spettacolo impareggiabile di una vista sull'Etna e sulla costa Jonica. Da Taormina a Catania la tappa è breve (mezz'ora di macchina, di autostrada). La città etnea conserva resti dell'anfiteatro romano, il teatro greco, l'Odeon, numerosi impianti termali e alcuni ruderi di edifici riportati alla luce, qua e la, all'interno del centro storico. Proseguendo verso sud, Lentlni, antica Leontlnol. possiede un interessantissimo museo archeologico. Megara Hiblea. nel pressi di Augusta, offre tracce delle antiche mura e di alcune tombe arcaiche. Pochi chilometri ed ecco Siracusa, principale centro della civiltà ellenica in Sicilia, scrigno di straordinari tesori archeologici. La Città di Dionisio e di Archimede un tempo dominò su gran parte dell'isola. Nel primitivo nucleo abitato, l'isolotto di Ortigia, si trova il museo archeologico con ricchissime collezioni di monete, statue, vasellame. C'è pure il tempio di Athena incorporato nella cattedrale barocca dedicata a S. Lucia. Ma chi vuole rendersi conto di ciò che fu Siracusa non può fare a meno di visitare il parco archeologico della neapolis: il teatro greco, l'ara di Erone sulla quale, a sentire Diodoro Siculo, si sacrificarono in una volta fino a 450 buoi; le Latomie con l'Orecchio di Dionisio e la grotta dei Cordari; immense cave di pietra tufacea nelle quali, durante la guerra con Atene, i siracusani rinchiusero circa settemila prigionieri. Nella parte opposta della città c'è il grandioso Castello Eurialo. piazzaforte invulnerabile. Da Siracusa, ripiegando verso l'interno, si Primavera in Sicilia, tempo ideale per una vacanza alternativa nei luoghi archeologici. Clima mite, prezzi bassi, servizi migliori. A Taormina, capitale del turismo siciliano, l'albergo «Villa Paradiso» (tel. 0942-23922) è aperto tutto l'anno. Si può scegliere la pensione completa (75 mila lire a persona) oppure andare alla ricerca di ristoranti tipici ordinando pesce e vino della zona. «Te ARCHEOLOGIA necropoli. Quindi Gela, il suo museo, le fortificazioni greche di Capo Soprano, conservatesi per secoli splendidamente sotto dune di sabbia alte fino a quindici metri e riportate alla luce una quarantina d'anni fa; i bagni pubblici, l'acropoli con i resti di templi e abitazioni risalenti al V-VI Secolo a. C. Imboccando la superstrada per Catania, si lascia nuovamente la costa e ci si inoltra nel centro della Sicilia. Destinazione Piazza Armerina. I mosaici della villa del casale, edificata fra 11 II e il III Secolo d. C. sono famosi in tutto il mondo: scene di caccia, episodi mitologici, dieci ragazze che fanno ginnastica coperte solo da due strisce di stoffa.il primo «bikini» della storia. A poca distanza, i resti di Morgandina. Missioni archeologiche americane hanno portato alla luce quasi tutto l'impianto urbanistico: il mercato, il luogo delle riunioni, il teatro, il tracciato d'una strada (è scoperta delle ultime settimane) che tagliava in due la città. La successiva tappa è Agrigento. Nella Valle del templi è primavera, i mandorli si coprono di fiori. Le meraviglie dell'antica Akragas spiccano fra nuovi colori. Il tempio della Concordia, quello di Eracle, il santuario di Demetra. C'è pure un importante museo archeologico. A giustificare una visita alle sue sale basterebbe la sola gigantesca figura in pietra di .Talamone., alta quasi otto metri, unica superstite delle trentasei che un tempo ornavano, ma soprattutto sorreggevano, la colossale struttura del tempio di Zeus. Da Agrigento verso l'estrema punta occidentale della Sicilia, ecco Heraclea Minoa, costruita alla foce del fiume Platani. Interessanti 11 teatro e le torri murarie. Nei pressi c'è S. Angelo Musaro un alveare di tombe preistoriche (la più grande è larga otto metri, alta più di tre), i resti della mitica Cantico dove, inseguito dal re cretese Minosse, si sarebbe rifugiato Dedalo, ideatore del famoso Labirinto. L'incanto di una costa selvaggia ci accompagna fino al parco archeologico di Selinunte. La città fu distrutta durante la prima guerra punica. Un terremoto, forse in epoca bizantina, completò l'opera di deva¬ / prossimi tre mesi sono un periodo ideale per il tour archeologico che parte da Naxos, fa il periplo dell'isola e si conclude alle Eolie incontra Paianolo Agrelde, l'antica Akrai, con il suo teatro, i suoi .santoni., dodici affascinanti sculture della dea Cibele. alcune delle quali, purtroppo, molto rovinate. Poi c'è Pandalica, le sue gole incise in un altopiano, cinquemila tombe scavate nella roccia. Una .città dei morti* di straordinaria suggestione, abitata fino al periodo bizantino quando le popolazioni della costa vi si rifugiarono per sfuggire alle scorrerie dei pirati. Dopo aver superato le alture degli Iblei, ricche di reperti di antichi villaggi indigeni, ecco Camarina, i resti delle mura e delle fortificazioni urbane, alcune interessanti

Persone citate: Capo Soprano, Diodoro Siculo, Megara