Mer de Giace in picchiata
Mer de Giace in picchiata Mer de Giace in picchiata LO sciatore intraprendente può anticipare i festeggiamenti per i 200 anni del Bianco affron- ■ tando la discesa della «Vallèe Bianche»,'il famoso fiu. me di ghiaccio che solca per 3 chilometri uno dei versanti della vetta più alta d'Europa. La tradizione popolare vuole che sin dal Medioevo gli «Chamoniards» risalissero il grande ghiacciaio per attraversare la catena del Monte Bianco ed assistere alla Messa a Courmayeur. Vera o no questa credenza, è sicuro che il ghiacciaio attraversò varie fasi di regresso e di espansione: nel 1605, al culmine di una sua avanzata, raggiunse l'abitato di Le Bols, distruggendo molte case e coprendo gran parte del terreno coltivabile. La discesa va effettuata tra la fine' dell'inverno e la primavera, perché i crepac¬ ci in questo periodo sono più chiusi ed il manto nevoso garantisce un percorso abbastanza sicuro, quasi come una normale pista di sci. E' comunque sempre più prudente farsi accompagnare da qualche guida alpina o da persone esperte. Quello che invece è del tutto eccezionale è lo scenario che accompagna la discesa, con decine di vette tra le più belle e famose d'Europa: la piramide del Drus (che domina il ghiacciaio), il Glacier de Talèfre, le incantevoli Aguilles de Chamonix, un susseguirsi straordinario di guglie granitiche, una vera e propria cattedrale gotica costruita dalla natura. A Sud dell'Aguille du Midi si allineano infine il Mont Blanc du Tucul e il Mont Maudit; se la giornata è particolarmente tersa si vedrà infine, sgombra di nubi, la cupola nevosa di Sua Maestà, il Monte Bianco. La partenza, per chi arriva dall'Italia, è a La Palud, dove una funivia sale alla stazione di Punta Helbronner, a 3462 metri di altezza. La discesa Attraversa 'il Glacier du deémt tV si collega al tracciato francese che discende dai pendii del Gros Rognon. Il percorso (che richiede dalle due alle cinque ore) prosegue costeggiando la base del Petit Rognon; superato il rifugio Requin si presenta il tratto più difficile: richiede un ottimo controllo degli sci, perché per-evitare i numerosi crepacci occorre seguire rigorosamente il tracciato. Giunti alla «Salle à manger» (a circa 2400 metri di altezza), si possono vedere i moltissimi seracchi verde smeraldo che fanno capolino tra le cascate di neve, splendidi a vedersi ma molto pericolosi. Conviene dunque seguire ancora diligentemente la pista battuta. tenendosi al centro dell'ampio e poco inclinato Glacier du Tucul, uno del 14 diversi ghiacciai che confluiscono nella «Mer de Giace», il bacino che, raccogliendo la maggior parte delle nevi che cadono nel settore mediano del massiccio, copre un'area di 42 chilometri quadrati. Evitando ancora qualche crepaccio e tenendosi sempre al centro, si oltrepassa il punto in cui il Ghiacciaio di Leschaux sbocca nella Mer de Giace, e a 1900 metri circa ci si sposta verso sinistra, fino a raggiungere, poco sotto l'albergo di Montenvers, il margine sinistro del ghiacciaio. Un pendio in leggera salita conduce quindi alla costa rocciosa poco sopra il Rocher des Mottets, dopo di che inizia la lunga pista che, seguendo per lo più il tracciato della mulattiera estiva, raggiunge l'abitato di Chamonix nei pressi della stazione ferroviaria. Il rientro in Italia è quindi assicurato da un servizio di autobus che passa attraverso il traforo del Monte Bianco. A stagione inoltrata l'ultimo tratto è sgombro di neve, per cui conviene scendere a Chamonix con il trenino di Montenvers, dove nel 1798 venne costrui¬
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